2010-02-07 15:30:01

India: mons. Cheenath chiede un “Libro Bianco” sulle violenze contro i cristiani in Orissa


È necessario un “Libro Bianco” sulla situazione dello Stato indiano dell’Orissa, per affrontare e risolvere “con neutralità e trasparenza” le questioni degli sfollati, della restituzione delle terre, del diritto ad una vita pacifica. È l’appello, affidato all’agenzia Fides, da mons. Raphael Cheenath, arcivescovo di Bhubaneswar, diocesi dove si sono verificate le violenze anticristiane dell’agosto 2008. Il presule ha diffuso l’appello all’indomani della visita di una delegazione di rappresentanti dell’Unione Europea che si sono recati nel distretto di Kandhamal, teatro delle violenze. “Nonostante le promesse degli amministratori, la dignità e i diritti umani dei cristiani vittime delle violenze del 2008 restano molto lontani da un minimo standard di normalità. A quindici mesi dalle violenze, migliaia di profughi vivono ancora per strada, in rifugi di fortuna, senza speranza di riavere una vita dignitosa, sottoposti a continue minacce”, sottolinea l’arcivescovo. Denuncia poi il presule l’inadeguatezza del governo locale a compiere un’indagine neutrale e trasparente e a garantire alla gente cacciata di casa i propri diritti. Nel contempo assicura il forte impegno della Chiesa cattolica nel processo di assistenza e riabilitazione degli sfollati: “Ci avviciniamo alla stagione dei monsoni e le loro condizioni di vita potrebbero ulteriormente peggiorare: sarebbe un disastro umanitario”, afferma. Inizialmente, dopo le violenze del 2008, le famiglie di sfollati erano circa 11 mila, in totale circa 54 mila persone. Di queste, 1.200 famiglie hanno lasciato l’area per trasferirsi in altri Stati dell’India. Oggi circa 6 mila famiglie vivono accampate in baracche nei sobborghi di Bhubaneswar, mentre 300 famiglie continuano a risiedere nei campi profughi predisposti dal governo nel distretto di Kandhamal, ed oltre 4.440 famiglie vivono in tende o rifugi di fortuna in diverse città e villaggi dello Stato. Molti dei profughi hanno cercato di rientrare nelle proprie case, ma hanno ricevuto minacce ed intimidazioni dagli estremisti indù che se ne sono appropriati con la violenza, nell’assoluta indifferenza delle autorità civili locali. I punti fondamentali, da includere nel “Libro Bianco” sull’Orissa sono, secondo il presule: la compensazione dovuta ai profughi per le proprietà distrutte; l’occupazione e il diritto al lavoro; la questione della terra, che resta il primo elemento di sopravvivenza per le famiglie della zona. “Calpestando il diritto alla terra – ha concluso mons. Raphael Cheenath - si nega a queste famiglie il sostentamento di base, nonché l’istruzione e le cure sanitarie”. (V.V.)







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