2010-02-06 15:22:30

Preoccupazione dei missionari per l’ennesima operazione militare nell’est del Paese


L’avvio di una nuova offensiva militare nel nord e sud Kivu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo) contro le Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda suscita diversi interrogativi da parte dei missionari della Rete “Pace per il Congo”. Una nota inviata all’agenzia Fides dalla Rete evidenzia che “le autorità militari congolesi hanno annunciato la fine dell’operazione militare Kimya II condotta contro le Fdlr e l’inizio di una nuova operazione denominata Amani leo (“La pace adesso”, in swahili). Sono due informazioni che suscitano alcuni interrogativi”. “Se, secondo le dichiarazioni ufficiali, Kimya II è stata un successo per aver raggiunto i suoi obiettivi, perché la si è interrotta e non la si è continuata?” si chiedono i missionari. Forse perché le dichiarazioni ufficiali, altamente positive, non corrispondono alla realtà e sono state contraddette dall’ultimo rapporto del Gruppo degli esperti dell’ONU per la RDC e da diverse associazioni per i diritti umani che hanno affermato chiaramente il fallimento di Kimya II, infatti non solo non è riuscita a disarmare e rimpatriare un numero significativo di ribelli rwandesi, ma non è nemmeno riuscita a smantellarne la struttura locale di comando e a impedire il loro ritorno in certe zone minerarie da cui erano stati allontanati. A questi insuccessi si è aggiunto l’aggravamento della crisi umanitaria a causa degli “effetti collaterali” dell’operazione: persone civili uccise, villaggi incendiati, violenze sessuali, furti, sfollati.” Secondo la Rete “Pace per il Congo” la nuova operazione annunciata, Amani leo, “non lascia presagire nulla di diverso, dal momento che non c’è stato alcun cambio di persone nei quadri di comando. Si afferma, tuttavia, che sarà meno offensiva e più difensiva rispetto a Kimya II. Si sarà forse capito che il miglior modo di combattere gli attacchi delle Fdlr è quello di ridurre la pressione militare su di loro e aumentare le possibilità di dialogo politico e di negoziati? È ciò che si spera. D’altra parte, le operazioni militari contro le Fdlr sono servite soprattutto a deviare l’attenzione dell’opinione pubblica, nazionale e internazionale, dai grandi problemi della regione dei Grandi Laghi Africani: il commercio illegale delle risorse minerarie, la mancanza di democrazia e la deriva dittatoriale, le violazioni dei diritti umani, il non rispetto della sovranità nazionale e dell’intangibilità delle frontiere, i tentativi di espansionismo e di egemonismo, la corruzione, l’impunità, le questioni salariali, … ” concludono i missionari. (R.P.)







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