2010-02-05 16:34:54

La Chiesa in Kenya: no a modifica costituzionale che sposta l’inizio della vita alla nascita


Sta suscitando la forte opposizione della Chiesa del Kenya la proposta della Commissione Parlamentare per la Revisione della Costituzione di modificare la clausola che definisce l’inizio della vita. Secondo la nuova proposta l’inizio della vita verrebbe spostato dal concepimento alla nascita. Padre Pascal Mwambi, sacerdoto keniano esperto in bioetica, ha inviato all’Agenzia Fides un contributo nel quale spiega le motivazioni religiose, etiche e scientifiche che dimostrano la necessità di riconoscere i diritti dell’embrione. “La commissione parlamentare incaricata di proporre una bozza della revisione costituzionale non può affermare che la vita inizia al momento della nascita, a meno che non sia mossa da motivazioni egoistiche e da una mentalità anti-vita pronta a distruggere molte vite prima della nascita” afferma il sacerdote. “Biologi, scienziati e medici, non devono vergognarsi di affermare i fatti empirici sul processo di formazione del nuovo organismo umano a partire dalla fecondazione. Dopo sette settimane (stadio embrionale), il nuovo organismo ha tutti gli organi formati in attesa di uno sviluppo graduale.. In nessun momento possiamo dire che l’embrione non sia una persona umana. Vi è una crescita autonoma e continua del bambino insieme a un dialogo incrociato con la madre, che dovrebbe essere il primo "ventrus Advocatus" (avvocato del ventre) del bambino”. Se dovesse passare la concezione che la vita inizia solo al momento del parto, implicitamente negando i diritti dell’embrione, secondo p. Mwambi, “si aprirebbero le porte ad ogni forma di manipolazione, ricerca e sperimentazione sull’embrione”. Inoltre “la diagnosi di eventuali indicazioni di anomalie ereditarie o di patologie cromosomiche porterà all’aborto eugenetico o selettivo perché il feto non è una persona vivente giuridicamente riconosciuta. La negazione stessa porterà a modalità di fecondazione medicalmente assistita che ignorano o sostituiscono l’atto coniugale, portando alla separazione tra l’unione sessuale e la procreazione”. Siamo ancora in tempo ad agire perché il progetto non è ancora stato approvato. Non si tratta solo di modificare una clausola della bozza di revisione costituzionale, ma si tratta di salvare le vite umane delle generazioni future” conclude p. Mwambi.







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