Un’altra chiesa saccheggiata nello Stato indiano di Karnataka
Continuano gli attacchi contro i cristiani nello stato del Karnataka. Questa notte
intorno alle due un gruppo di ignoti ha fatto irruzione nella chiesa di S. Mattia
a Malavalli (distretto di Mandya). Secondo fonti locali riprese dall'agenzia AsiaNews
- i vandali hanno profanato il crocifisso, distrutto le statue all’interno della navata,
infranto le finestre e rubato gli oggetti di valore. Nemmeno gli strumenti musicali
sono stati risparmiati. “I vandali sono entrati nel pieno della notte scassinando
la porta che dà sul presbiterio – afferma padre M Anthappa parroco della chiesa di
S. Mattia – Essi hanno saccheggiato la chiesa, rubando il calice e l’ostensorio”.
“I vandali – aggiunge - hanno anche rovistato nel tabernacolo rubando insieme alla
pisside le ostie. E questo è quello che ha offeso di più i nostri sentimenti religiosi.
Anche la corona della statua di S. Mattia è stata rubata”. Padre Anthappa invita però
i fedeli a perdonare coloro che hanno compiuto questo atto e dice che pregherà Dio
per la loro salvezza e conversione. Dall’inizio dell’anno questo è il sesto attacco
a un edificio di culto in Karnataka. Lo scorso 25 gennaio due chiese sono state attaccate
nelle diocesi di Karwar e Inkal. Nonostante sia ancora ignota l’identità dei vandali,
i principali sospettati degli attacchi sono gli estremisti indù del Sri Rama Sene,
partito nazionalista di estrema destra e del Bharatiya Janata Party (Bjp), che regge
il governo dello stato del Karnataka. Lo scorso 1° dicembre la commissione di inchiesta
(Justice B K Somashekara Enquiry Comission) che guida le indagini sugli attacchi contro
i cristiani ha presentato un rapporto dove accusa la polizia e l’amministrazione distrettuale
di coprire gli autori delle aggressioni. Il documento è di fatto una critica governo
locale retto dai nazionalisti indù del Bjp, partito già accusato dei massacri contro
i cristiani avvenuti nello stato dell’Orissa nel 2008. “Questo tipo di attacchi non
sono semplici aggressioni alle minoranze – afferma Sajan K Gorge, presidente del Global
Council of India – ma colpiscono il secolare tessuto della nostra società, i diritti
umani, il diritto inalienabile alla libertà religiosa, diritto che è garantito dalla
costituzione indiana”. (R.P.)