Il Crocifisso rappresenta l’identità italiana: il ricorso dell’Italia a Strasburgo
“Il Crocifisso è uno dei simboli della nostra storia e della nostra identità”. Sono
alcune delle parole utilizzate dal Governo italiano nel ricorso presentato per contestare
la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) che chiedeva all’Italia
la rimozione del Crocifisso dalle aule scolastiche. Come riferisce l'agenzia Zenit,
l’Italia ha depositato il ricorso lo scorso 29 gennaio alla Grande Camera, per chiedere
di riesaminare la decisione presa il 3 novembre 2009 dalla Cedu. Secondo la Corte
di Strasburgo, l’esposizione del Crocifisso nelle scuole limiterebbe non solo il diritto
dei genitori ad educare secondo le loro convinzioni i figli, ma anche il diritto degli
alunni di credere in altre confessioni o di non credere affatto. Il Governo italiano
ha criticato la decisione, obiettando che la giurisprudenza europea lascia libertà
agli Stati in materia di regolamentazione sulle questioni religiose e non fornisce
alcuna interpretazione condivisa del principio di laicità dello Stato. “La cristianità
rappresenta le radici della nostra cultura, quello che oggi siamo” è scritto nel ricorso.
“L’esposizione del Crocifisso nelle scuole – prosegue - non deve essere vista tanto
per il significato religioso quanto in riferimento alla storia ed alla tradizione
dell’Italia. La presenza del Crocifisso in classe rimanda dunque ad un messaggio morale
che trascende i valori laici e non lede la libertà di aderire o non aderire ad alcuna
religione”. Il ricorso si conclude ricordando che “nell’ordinamento italiano l’esposizione
del Crocifisso è regolamentata dal decreto legislativo 297/1994”, norma che è retaggio
di leggi più antiche, come i Regi decreti del 1928 e del 1924. (F.C.)