2010-01-31 14:54:10

Nuove violenze in Somalia: l'Onu esclude l'invio di caschi blu


Niente caschi blu in Somalia, almeno fino a quando la situazione non sarà più pacificata: è quanto ha affermato ieri il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon di fronte alla nuova escalation di violenze nel Paese. Venerdì scorso 15 persone sono morte in scontri a Mogadiscio. Ad un anno dall’insediamento di Ahmad Sherif come presidente del governo transitorio del Paese africano, un gruppo di ribelli dei Giovani Mujahidin e del Partito islamico hanno sferrato un duro attacco al palazzo presidenziale, protetto dalle truppe del contingente africano, Amisom. La situazione in Somalia si fa dunque sempre più pesante, aggravata anche dalle continue azioni in mare dei pirati che da mesi attaccano e sequestrano imbarcazioni straniere. Ce ne parla mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, intervistato da Emer McCarthy:RealAudioMP3

R. – In questi ultimi mesi la comunità internazionale si è particolarmente impegnata sul mare, sull’Oceano indiano e il Golfo di Aden, per permettere che le navi possano passare contro la pirateria somala. Però, questo problema della pirateria somala non si può risolvere solo sul mare, bisogna tenere in mente che, se sulla terra si riesce a trovare qualche soluzione, si troverà la soluzione anche per il mare.

 
D. - Nella guerra di Somalia spesso vengono dimenticati le decine di migliaia di donne, uomini e bambini che sono stati costretti a scappare e a cercare rifugio altrove in Kenya e anche Yemen…

 
R. - Ci sono circa trecentomila rifugiati somali in Kenya nei campi di Dadaab e ce ne sono circa settecentomila nello Yemen ma in gran parte sono proprio somali che hanno attraversato il Golfo di Aden. Il problema più grave sono i cosiddetti sfollati in Somalia, sono circa un milione e mezzo. A parte l’aspetto finanziario, c’è il problema grave della sicurezza. Spesso le persone che sono veramente in bisogno non possono essere raggiunte perché ci sono dei gruppi che di fatto sequestrano i viveri.

 
D. – Parliamo adesso del problema della Chiesa in questa regione, soprattutto penso al lavoro della Chiesa sul confine tra Kenya e Somalia: ci sono e ci sono sempre stati molti missionari…

 
R. - La cosiddetta provincia del nordest del Kenya, abitata quasi esclusivamente da somali, ecco è diventata in questi ultimi anni estremamente pericolosa perché circa un anno fa alcune suore che stavano nella zona di Elwak furono prese in ostaggio e portate in Somalia e poi si è dovuto attendere qualche mese prima che fossero liberate. In conseguenza di ciò il personale missionario, soprattutto se proviene dall’Europa, dall’Italia in questo caso, oppure dall’America, ha dovuto essere ridotto per evitare appunto che vengano sequestrati e che poi si debbano pagare dei riscatti enormi. E’ chiaro che questa situazione rende più grave il problema dei rifugiati e della popolazione locale perché il potenziale umano che la Chiesa può continuare a dare non può essere presente in una maniera più continua e in una maniera più efficace proprio a causa di questo problema dell’instabilità in Somalia.

 
Iraq: attacco kamikaze
Non c’è pace in Iraq dove due persone sono state uccise e 19 sono rimaste ferite a seguito di un attacco kamikaze avvenuto ieri pomeriggio in un bar-ristorante di Samarra, 125 chilometri a nord di Baghdad. Il locale dell'antica città è frequentato solitamente da poliziotti e da ex ribelli sunniti che hanno preso le distanze dalla rete combattente di al Qaida.

Afghanistan
Non si fermano le violenze in Afghanistan dove oggi si chiude il mese di gennaio più sanguinoso per le truppe straniere dall’inizio dell’intervento nel 2001. La pacificazione del Paese appare dunque ancora lontanissima anche alla luce del secco no dei talebani alla proposta di dialogo lanciata alla conferenza di Londra sull’Afghanistan e ribadita oggi dal presidente Karzai. Il punto nel servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Il conflitto afghano, entrato nel suo nono anno, continua a registrare bilanci che si fanno di mese in mese sempre più drammatici. Dopo un 2009 record per le vittime civili e militari, si è appena chiuso il gennaio più sanguinoso di sempre per le truppe straniere, con 44 soldati di diversa nazionalità rimasti sul terreno. Anche nelle ultime 48 ore non sono mancati attacchi dei ribelli integralisti. Numerose le vittime tra l’esercito afghano e gli stessi insorti. Mentre in una base militare nell’est del Paese due soldati statunitensi sono stati uccisi da un interprete locale che è poi stato a sua volta ucciso a seguito dalla sparatoria che ne è scaturita. Secondo fonti non ufficiali all’origine del gesto non ci sarebbero motivi politici. In questo quadro il presidente afghano, Hamid Karzai, ha rinnovato il suo appello ai talebani per una riconciliazione nazionale. ''A quei compatrioti nel movimento dei talebani che non hanno legami con al Qaida – ha detto oggi Karzai in conferenza stampa - chiediamo di deporre le armi e di tornare ad una vita pacifica”. Insomma l’unica strada percorribile sembra ancora quella del dialogo nonostante il categorico rifiuto di ogni trattativa espresso ieri dai vertici delle milizie integraliste.

 
Sospetto traffico di armi tra Corea del Nord e Iran
Era destinato all'Iran il carico di armi nord-coreane intercettato all’aeroporto di Bangkok a seguito di uno scalo d’emergenza effettuato da un aereo di Pyongyang. Lo dice un rapporto riservato che la Thailandia ha trasmesso ad una speciale commissione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che dovrà esaminare la questione il mese prossimo. Nel documento si afferma che le 35 tonnellate di armi comprendevano razzi, lanciarazzi e granate. Se le circostanze venissero confermate dalla commissione Onu, potrebbe essere contestata una grave violazione delle sanzioni internazionali alla Corea del Nord.

Londra accusa Pechino di spionaggio
Uomini di affari britannici spiati attraverso chiavette Usb offerte loro in regalo. Secondo il contro spionaggio di Londra l’infiltrazione sarebbe avvenuta ad opera della Cina. Lo scrive il Sunday Times, citando un documento interno dell’intelligence britannica. I servizi segreti cinesi avrebbero avvicinato gli imprenditori in occasioni di fiere offrendo loro “regali'” o una “generosa ospitalità”. I regali erano macchine fotografiche o penne per l'archiviazione elettronica di dati infettate con virus informatici che consentono di controllare i computer dei manager britannici. L'obiettivo era quello di carpire segreti industriali.

Russia-Libia fornitura armi
Russia e Libia hanno firmato un maxi contratto per la fornitura di armamenti al governo di Tripoli del valore di 1,3 miliardi di euro. L’annuncio è stato dato dal premier russo Putin, il quale ha spiegato che Mosca non fornirà “solo armi da fuoco”. Martedì scorso, dopo la visita a Mosca del ministro della Difesa libico, una fonte diplomatica russa aveva detto che la Libia voleva 20 aerei da combattimento, almeno due sistemi di difesa anti-aerea S-300 e alcune decine di carri T-90C. I solidi rapporti tra Russia e Libia risalgono alla guerra fredda e il 90% delle armi oggi in dotazione al Paese africano è di fabbricazione sovietica.

Messico ucciso giornalista

 
Messico sotto shock per l’ennesimo omicidio di un giornalista. La vittima è Jorge Ochoa, direttore del giornale “Despertar de la Costa”, raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco mentre era in un ristorante in una località a 100 km a sud di Acapulco. Questo omicidio fa salire a tre il numero dei giornalisti uccisi dall'inizio dell'anno. Il Messico si è classificato al secondo posto per numero di giornalisti uccisi nel 2009, con 13 morti, dietro le Filippine e davanti alla Somalia, secondo un bilancio stilato dalla Ong Presse Embleme Campagne (Pec), con sede a Ginevra.

Cina terremoto
Una scossa di magnitudo 5,2 gradi Richter ha colpito il sudovest della Cina causando almeno un morto, 11 feriti e il crollo di decine di edifici. L'epicentro è stato localizzato nei pressi della città di Suining, nella provincia di Sichuan, già devastata nel 2008 da un terremoto che provocò circa 90mila vittime. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 31

 
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