Il Papa all'Angelus: carità, via della perfezione. Appello per Termini Imerese e Portovesme.
Preghiera per i malati di lebbra, la pace in Terra Santa e i giovani nel giorno di
Don Bosco
La via della perfezione cristiana è la carità, perché l’essenza di Dio stesso è l’amore:
è quanto ha detto oggi il Papa all’Angelus ai tanti pellegrini presenti in Piazza
San Pietro nonostante la pioggia. Benedetto XVI ha poi rivolto alcuni appelli: per
la tutela dei lavoratori, citando in particolare Termini Imerese e Portovesme; per
i malati di lebbra, nella giornata a loro dedicata; per la pace in Terra Santa e -
nella memoria liturgica di San Giovanni Bosco - per i giovani perché accolgano la
chiamata a dare la vita per Gesù. Due giovani dell’Azione cattolica hanno quindi affiancato
il Papa alla finestra del suo studio privato per liberare le colombe della pace. Il
servizio di Sergio Centofanti:
Il Papa commenta
l’inno alla carità di San Paolo, proposto dalla liturgia odierna, “una delle pagine
più belle del Nuovo Testamento e di tutta la Bibbia” – afferma – in cui viene mostrata
la “via” della perfezione. Questa “non consiste nel possedere qualità eccezionali:
parlare lingue nuove, conoscere tutti i misteri, avere una fede prodigiosa o compiere
gesti eroici. Consiste invece nella carità – agape – cioè nell’amore autentico, quello
che Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo”:
“La carità
è il dono ‘più grande’, che dà valore a tutti gli altri, eppure ‘non si vanta, non
si gonfia d’orgoglio’, anzi, ‘si rallegra della verità’ e del bene altrui. Chi ama
veramente ‘non cerca il proprio interesse’, ‘non tiene conto del male ricevuto’, ‘tutto
scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta’ (cfr 1 Cor 13,4-7). Alla fine, quando
ci incontreremo faccia a faccia con Dio, tutti gli altri doni verranno meno; l’unico
che rimarrà in eterno sarà la carità, perché Dio è amore e noi saremo simili a Lui,
in comunione perfetta con Lui”.
“La carità –
ha sottolineato il Papa - è il distintivo del cristiano. E’ la sintesi di tutta la
sua vita: di ciò che crede e di ciò che fa”. E per questo – ha ribadito - ha voluto
dedicare la sua prima Enciclica proprio al tema dell’amore: “Deus caritas est”:
“L’amore
è l’essenza di Dio stesso, è il senso della creazione e della storia, è la luce che
dà bontà e bellezza all’esistenza di ogni uomo. Al tempo stesso, l’amore è, per così
dire, lo ‘stile’ di Dio e dell’uomo credente, è il comportamento di chi, rispondendo
all’amore di Dio, imposta la propria vita come dono di sé a Dio e al prossimo. In
Gesù Cristo questi due aspetti formano una perfetta unità: Egli è l’Amore incarnato”.
Quindi
il Papa ha ricordato che oggi si celebra la memoria di San Giovanni Bosco, patrono
dei giovani e come gli altri santi, vero “inno alla carità”:
“In
questo Anno Sacerdotale vorrei invocare la sua intercessione affinché i sacerdoti
siano sempre educatori e padri dei giovani; e perché, sperimentando questa carità
pastorale, tanti giovani accolgano la chiamata a dare la vita per Cristo e per il
Vangelo. Maria Ausiliatrice, modello di carità, ci ottenga queste grazie”.
Dopo
la preghiera dell’Angelus Benedetto XVI ha ricordato anche l’odierna Giornata Mondiale
dei Malati di Lebbra e il suo pensiero è andato a padre Damiano de Veuster, che diede
la vita per questi fratelli e sorelle, e che nello scorso ottobre ha proclamato santo:
“Alla
sua celeste protezione affido tutte le persone che purtroppo ancora oggi soffrono
per questa malattia, come pure gli operatori sanitari e i volontari che si prodigano
perché possa esistere un mondo senza lebbra. Saluto in particolare l’Associazione
Italiana Amici di Raoul Follereau”.
Si è quindi
unito spiritualmente ai tanti cristiani di ogni parte del mondo che oggi, nella seconda
Giornata di Intercessione per la Pace in Terra Santa pregano per la riconciliazione
nei luoghi di Gesù.
Poi, riferendosi alla crisi economica
che sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, ha auspicato “grande senso
di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti”:
“Penso
ad alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme;
mi associo pertanto all’appello della Conferenza Episcopale Italiana, che ha incoraggiato
a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un
lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie”.
Al
termine dell’Angelus due giovani dell’Azione cattolica ragazzi, che hanno partecipato
all’annuale Carovana della pace, lo hanno raggiunto alla finestra del suo studio leggendo
un breve messaggio e liberando col Papa le colombe della pace tra gli applausi dei
pellegrini in Piazza San Pietro.