II magistero del Papa sui consacrati: con la loro radicale sequela di Cristo indicano
la strada di Dio al mondo disorientato
“Una imitazione radicale di Gesù”. E’ una delle tante definizioni dedicate da Benedetto
XVI alla vita consacrata, che il 2 febbraio prossimo – come da tradizione in questa
data – sarà al centro della Festa della Presentazione del Signore. A differenza degli
altri anni, informa l’Ufficio delle Celebrazioni Pontificie, martedì prossimo nella
Basilica di San Pietro non vi sarà la Messa presieduta dal cardinale Franc Rodé, ma
la sola celebrazione dei Vespri presieduta dal Papa. Una liturgia che, nelle analoghe
occasioni degli anni scorsi, ha visto Benedetto XVI soffermarsi sulla vita consacrata
con riflessioni di profonda spiritualità. Alessandro De Carolis ne ricorda
alcune delle più significative:
(musica) Sono
chiamati consacrati e come tanti hanno scelto di seguire Cristo, ma forse in nessuno
come in loro se ne coglie appieno, in trasparenza, la figura. Donne e uomini che un
giorno della loro vita – per una frase, un incontro, un moto dell’anima – sono stati
rapiti dalla forza di un carisma e hanno lasciato l’affetto di una famiglia, anni
di progetti personali, sicurezze materiali, la ricerca di un posto nella società per
permettere a quella irresistibile ispirazione interiore di diventare famiglia, progetto,
bene e identità. La loro singola storia diventa storia della Chiesa universale nel
tempo della loro chiamata e un tassello del grande mosaico costruito dal Vangelo in
duemila anni di carismi. Nelle celebrazioni dei Vespri del 2 febbraio presiedute nel
corso del Pontificato – e che alle 17.30 di martedì prossimo lo vedranno ancora una
volta nella Basilica di San Pietro – Benedetto XVI ha illustrato con grande rispetto
e ammirazione le caratteristiche delle vita consacrata definendola “una totale sequela”
di Gesù: “Come, infatti, la vita di Gesù, nella sua obbedienza
e dedizione al Padre, è parabola vivente del ‘Dio con noi’, così la concreta dedizione
delle persone consacrate a Dio e ai fratelli diventa segno eloquente della presenza
del Regno di Dio per il mondo di oggi (…) La loro completa consegna nelle mani di
Cristo e della Chiesa è un annuncio forte e chiaro della presenza di Dio in un linguaggio
comprensibile anche ai nostri contemporanei”. (2006) “Dono di luce”,
“via privilegiata”. Tante definizioni per una scelta di vita che, al di là delle differenti
forme in cui essa può manifestarsi, richiede – afferma il Papa – una medesima reazione:
una “risposta senza riserve” alla chiamata di Dio. Così accade, ha osservato ancora
il Pontefice, che il “segno di contraddizione” di vite spese integralmente per il
Regno dei Cieli, così “in contrasto con la logica del mondo”, rivelino al mondo “verità
spesso ignorate”: “Con il loro esempio proclamano a un mondo spesso
disorientato, ma in realtà sempre più alla ricerca d'un senso, che Dio è il Signore
dell'esistenza. Scegliendo l’obbedienza, la povertà e la castità per il Regno dei
cieli, mostrano che ogni attaccamento ed amore alle cose e alle persone è incapace
di saziare definitivamente il cuore; che l’esistenza terrena è un’attesa più o meno
lunga dell’incontro ‘faccia a faccia’ con lo Sposo divino”. (2007) Per
la Chiesa, dunque, la Festa della Presentazione è un’opportunità di ringraziare Cristo
per l’incessante fuoco che da venti secoli incendia il cuore di tanti appassionati
del Vangelo. Fuoco dello Spirito Santo che, afferma Benedetto XVI, nel cuore generoso
di queste persone fa brillare di “luce nuova” quello specifico accento della Parola
di Dio che illuminò a suo tempo i fondatori e le fondatrici dei vari Istituti religiosi: "Lo Spirito Santo attira alcune persone a vivere il Vangelo in modo
radicale e a tradurlo in uno stile di sequela più generosa. Ne nasce così un’opera,
una famiglia religiosa che, con la sua stessa presenza, diventa a sua volta “esegesi”
vivente della Parola di Dio. Il succedersi dei carismi della Vita consacrata, dice
il Concilio Vaticano II, può dunque essere letto come un dispiegarsi di Cristo nei
secoli, come un Vangelo vivo che si attualizza in sempre nuove forme". (2008) E
quando le “difficoltà della vita” e le “molteplici sfide dell’epoca moderna” rendono
opaco il cristallo di una vocazione religiosa con la patina della fatica, dello scoraggiamento,
cari consacrati - ha detto il Papa nel 2007 - siate certi che, poiché la vita consacrata
è un “dono divino”, “è in primo luogo il Signore a condurla a buon fine secondo i
suoi progetti”. E fra tanti modelli cui è possibile ispirarsi, Benedetto XVI ne ha
indicato uno, San Paolo: “Possiamo dire che egli appartiene
a quella schiera di 'mistici costruttori', la cui esistenza è insieme contemplativa
ed attiva, aperta su Dio e sui fratelli per svolgere un efficace servizio al Vangelo".
(2009) (musica)