La Comece chiede interventi per le violenze contro le minoranze religiose
Il segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece),
accoglie con favore l’adozione da parte del Parlamento europeo, lo scorso 21 gennaio,
di una risoluzione di condanna dei recenti attentati contro le comunità cristiane
in Egitto e Malesia che “rappresentano gravi attentati ai diritti dell’uomo” e chiede
all’Ue una “determinata ed efficace azione diplomatica”. In una nota diffusa ieri
sera, il segretariato Comece afferma che l’Ue “deve aiutare le minoranza religiose
– comprese le comunità cristiane – oggi perseguitate nel mondo” e rammenta che “dal
75 all’85% le persecuzioni religiose colpiscono i cristiani” e che “ogni anno 170mila
di loro perdono la vita a causa della fede”. Questa risoluzione del Pe – sottolinea
ancora la Comece – fa eco alla risoluzione adottata lo scorso 16 novembre dal Consiglio
dei ministri Ue, nella quale si riaffermano “il fermo impegno dell’Unione europea
a promuovere e proteggere la libertà di religione e di fede” e “l’intenzione di conferire
priorità a tali questioni come parte integrante della politica comunitaria dei diritti
dell’uomo”. Sulla base di queste ferme prese di posizione, la Comece invita l’Alto
rappresentante Ue per gli affari esteri, Catherine Ashton, a “tradurre questa priorità
nell’azione del nuovo Servizio europeo d’azione esterna (Eeas) di cui è responsabile
e che sta per essere istituito”. Per aiutare i decisori europei a prendere concrete
misure per promuovere la libertà religiosa nelle relazioni esterne dell’Ue, i vescovi
della Comece hanno creato un gruppo di esperti incaricato di redigere un Memorandum
sulla promozione della libertà religiosa nel mondo. Il testo, che traccia la situazione
delle violazioni di questo diritto fondamentale, ossia delle persecuzioni a sfondo
religioso nel mondo, e propone una serie di raccomandazioni all’attenzione delle istituzioni
europee, dovrebbe essere adottato nel corso della prossima assemblea plenaria Comece
(14-16 aprile 2010), e successivamente presentato ai responsabili e agli eletti dell’Unione
europea. (R.P.)