La Caritas Europa lancia la lotta alla povertà nel Vecchio continente
Sono circa 80 milioni le persone a rischio povertà nell’Unione Europea. E’ quanto
emerso nella conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa della Caritas Europa
“Zero poverty- Act now”, conclusasi proprio poco fa presso il Parlamento Europeo.
L’ha seguita per noi la nostra inviata a Bruxelles Fausta Speranza che ha intervistato
Paolo Pezzana, già responsabile delle Politiche Sociali per la Caritas, e presidente
della Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora:
R. - Il "Poverty
paper" di Caritas Europa è per la prima volta un tentativo di tutte le 48 Caritas
che ci sono nei 44 Paesi europei di dotarsi di strumenti comuni per leggere, capire
la povertà e per meglio contrastarla a tutti i livelli, quindi da quello locale a
quello europeo, e in tutti i contesti, coinvolgendo cioè tutte le persone. In apertura
dell’anno europeo 2010 contro la povertà Caritas vuole contribuire allo sforzo di
tutta Europa in questo senso, fornendo degli strumenti non dei dati: non si trovano
dati nel nostro lavoro, ma degli strumenti che speriamo efficaci per aiutare tutti
quelli che vogliono combattere la povertà a partecipare attivamente a questa lotta.
D.
- Quali sono questi strumenti?
R. - Si tratta di
tre modelli per analizzare la povertà. Il primo aiuta a leggere i cambiamenti che
sono in corso nel nostro tempo, il secondo aiuta a valutare la multidimensionalità
della povertà, cioè il modo in cui la povertà colpisce ciascuno di noi. Abbiamo individuato
otto dimensioni: dall’alloggio al reddito, allo stato di salute, alla famiglia di
origine, al grado di istruzione: valutando se stessi su questi punti, si capisce quanto
si è inclusi, quanto si è esclusi, quanto si è poveri e non poveri. Ciascuno può farlo
e abbiamo avuto molte sorprese quando sottoponendoli ad alcuni, questi si sono accorti
che non erano così ricchi ed inclusi come pensavano di essere. Quindi è un modo anche
per sensibilizzare le persone sul fatto che la povertà ci riguarda tutti. L’ultimo
modello è un’analisi della povertà nel ciclo di vita, cioè nelle varie fasi che le
persone hanno, che ci dice come sia importantissimo oggi assicurare le persone nelle
transizioni da una situazione di vita all’altra: dall’infanzia all’adolescenza, dall’adolescenza
alla vita lavorativa, dalla vita lavorativa alla pensione, e il momento soprattutto
della creazione della famiglia perché la famiglia è il centro, è il filo conduttore
di tutto questo lavoro.
D. – Abbiamo parlato tanto
di crisi economica e dunque anche di meccanismi dell’economia. Che cosa dire a questo
proposito dal punto di vista cristiano?
R. – Che
mai come oggi è necessaria la responsabilità di tutti. Noi diciamo nel nostro "paper"
che laddove l’amore e la solidarietà, la Caritas - che Deus est - e la solidarietà
incontrano la giustizia e la dignità delle persone, si sviluppano percorsi che sono
sia logici sia razionali, che vanno bene anche alla politica, che vanno bene anche
al mercato. E’ il grande messaggio che Papa Benedetto dà nella “Deus caritas est”,
che noi proviamo con forza a rilanciare in questo nostro "paper".