Sri Lanka, violenze post-voto a Jaffna. Le parole del vescovo
Sono terminate, questa mattina, le operazioni di voto per le elezioni presidenziali
anticipate in Sri Lanka. I problemi di ordine pubblico si sono concentrati soprattutto
nel nord del Paese, dove non si votava da quasi 30 anni, a causa di una sanguinosa
guerra civile con la minoranza Tamil. I due principali candidati, il presidente uscente
Mahinda Rajapaksa e l'ex comandante dell'esercito, Sarath Fonseka, si sono detti sicuri
del successo. Sullo scenario che si aprirà nel Paese nel dopo voto Kelsea Brennan-Wessels
della nostra redazione inglese, ha intervistato mons. Thomas Savundaranayagam,
vescovo di Jaffna:
R. – The
main contestant people who are involved... Gli sfidanti principali sono
persone coinvolte in questa guerra. Quindi, i tamil non si aspettano molto. Tuttavia
si tratta dell’elezione del presidente e il presidente poi resterà per qualche tempo,
quindi i tamil vogliono esercitare i loro diritti democratici. L’ultima volta, le
Tigri Tamil hanno impedito alla gente di andare a votare.Questa
volta, almeno così dicono, eserciteranno il diritto di voto per il candidato che hanno
scelto.Ora,dei due candidati in lizza,
uno è l’attuale presidente; nel suo manifesto elettorale ha detto che risolverà tutti
i problemi, specialmente quelli del Nord-Est. E’ stato al governo negli ultimi 4 anni,
ma non è stato fatto molto per la minoranza cristiana. Il prossimo uomo che prenderà
il potere, dovrà occuparsi di questo aspetto importante, cioè dei cristiani in politica,
introducendo il decentramento del potere, così che sia al Nord sia all’Est possano
sentirsi parte del Paese e del processo politico.