2010-01-26 14:45:36

La preoccupazione dei vescovi venezuelani per la chiusura di cinque canali tv


Il rifiuto governativo di rinnovare la licenza statale al canale privato RCTVI, in pratica la sua chiusura, è stato definito da mons. Ubaldo Santana, arcivescovo di Maracaibo, in Venezuela, come un “fatto grave che attenta allo spirito democratico”. Inoltre la misura, ha precisato il presule attuale presidente della Conferenza episcopale venezuelana, contraddice “le garanzie riconosciute nella Costituzione” e certamente “non favorisce il clima idoneo per la libertà d’informazione ed opinione” nel Paese. La RCTVI, è il network che ha continuato le trasmissioni della “Radio Caracas Televisión - RCTV", che fu in sostanza obbligata a spegnere il suo segnale nel 2007, anche perché le autorità governative, così come oggi, avevano negato il rinnovo della concessione statale. In entrambi i casi, nel contesto di questi rifiuti è stato evidenziato, a più riprese, da parte di settori vicini al governo, che si tratta di mass-media ostili al “socialismo bolivariano”. Insieme con RCTVI, sabato scorso le autorità hanno sospeso le attività di altri quattro canali, che operano via cavo, affermando che non rispettano l’attuale legislazione venezuelana in materia di audiovisivi. Perciò mons. Santana ha precisato che “esistono modi affinché i canali possano continuare a trasmettere e al tempo stesso rispettino le leggi” e dunque, se non si tratta di rappresaglie, era ed è “possibile trovare una buona soluzione”. Giovedì scorso il governo del presidente Hugo Chávez, fece includere RCTVI tra i 24 canali via cavo definiti “nazionali” facendo scattare così particolari esigenze legali in materia di programmazione affinché siano omologati al trattamento che hanno le trasmissioni televisive non criptate e che, tra l’altro, hanno l’obbligo di trasmettere i messaggi presidenziali. Da parte sua mons. Roberto Lückert, vice presidente dell’episcopato, arcivescovo di Coro, ha criticato duramente quanto è accaduto perché ritiene che si desidera consolidare un “mega-latifondo mediatico” che serva come strumento “per imporre una società dove tutti devono pensare allo stesso modo”. “Ogni qualvolta viene chiuso un mezzo di comunicazione - ha aggiunto il presule - si riduce ancora la democrazia” e poi ha ricordato che RCTVI “era l’unica finestra aperta che aveva l’opposizione”. Da più parti, osserva la stampa locale, molti osservatori temono che queste misure apparentemente burocratiche e amministrative, potrebbero incidere gravemente nella trasparenza delle elezioni del 26 settembre prossimo, nel corso delle quali sarà rinnovata l’Assemblea Nazionale. (A cura di Luis Badilla)







All the contents on this site are copyrighted ©.