2010-01-26 14:11:46

Il cardinale di San Paolo, Odilo Scherer, ha inaugurato il primo Congresso arcidiocesano dei laici


Il 25 gennaio di ogni anno, festa della Conversione di S. Paolo, l'omonima metropoli brasiliana ricorda l'anniversario della sua fondazione e festeggia l'Apostolo delle genti, suo patrono. Ieri, in coincidenza con le celebrazioni di rito, è stato inaugurato il primo Congresso arcidiocesano dei laici, con l'obiettivo di coinvolgere i cristiani della Chiesa locale in una rinnovata riflessione sulla loro vocazione all'interno dei diversi settori sociali. Cristiane Murray della nostra redazione brasiliana ha parlato del Congresso con il cardinale arcivescovo di San Paolo, Odilo Scherer:RealAudioMP3

R. – Vuole essere una occasione affinché tutti i laici battezzati prendano anzitutto coscienza della loro condizione, riaffermando la loro dignità di laici cristiani, di discepoli del Signore, per arrivare ad una loro riflessione su quello che significa essere battezzati ed essere cristiani. Per questo riproponiamo i grandi testi del Magistero del Concilio Vaticano II relativo proprio ai laici ed altri testi della Conferenza dell’episcopato latinoamericano di Aparecida, perché siano punti di riferimento per una loro riflessione sull’identità, sulla dignità, sulla vita e sulla missione dei laici nella Chiesa.

 
D. – Questo è un primo momento di questo Congresso, ma nelle vostre intenzioni ve ne sono altri...

 
R . – In un secondo momento, tra luglio e agosto, organizzeremo i laici in gruppi - composti seguendo gli interessi specifici, professionali, anche di affinità - in modo che possano riflettere e poi domandarsi cosa da laici, da cattolici possono fare e devono fare per meglio testimoniare il Vangelo nel mondo. Ci sarà poi un terzo momento, verso la fine dell’anno, in cui il Congresso sarà a livello arcidiocesano e a livello di città e la domanda che porremo sarà: cosa possiamo da laici, da cattolici fare per contribuire alla vita stessa della città?

 
D. – Oltre a tutti i movimenti laici impegnati nella Chiesa, pensate dunque di coinvolgere i laici che, pur non facendo parte di un Movimento ecclesiale, si impegnano a trasmettere con il loro lavoro quotidiano i valori cristiani…

 
R. - Questo Congresso vuole essere veramente un grande momento di riaffermazione dell’identità, di ripresa dell’entusiasmo e della gioia delle fede, ma vuole anche essere un momento di programmazione e di organizzazione della missionarietà e quindi un momento di elaborazione di progetti di vita e di azione dei laici nel mondo. Noi vogliamo, attraverso questo Congresso, cercare di far capire che ognuno ha le proprie capacità e quindi un dono da condividere con gli altri, così come si legge nella lettera di San Paolo ai Corinzi: “Voi siete il Corpo di Cristo: ognuno è come una membra del Corpo di Cristo ed ogni membra ha una sua funzione propria e deve dare il proprio contributo al benessere generale del Corpo”. Questa è una consapevolezza che dobbiamo riuscire a far arrivare ai cristiani laici, e non perché sono coinvolti in movimenti, in gruppi, in organizzazioni, in azioni specifiche della Chiesa o nella Chiesa. Tutti sono da valorizzare. Io credo che noi dobbiamo valorizzare ogni laico, valorizzare la consapevolezza che ognuno ha il proprio dono e ognuno, nel posto in cui si trova, è un cristiano e un discepolo del Signore e quindi anche un missionario di Cristo, un rappresentante della Chiesa, che deve compiere bene, alla luce del Vangelo, tutto ciò che deve fare. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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