2010-01-23 12:10:23

Mesajul lui Benedict al XVI-lea pentru Ziua Comunicaţiilor Sociale 2010: text în italiană şi franceză


(RV - 23 ianuarie 2010) Consiliul Pontifical al Comunicaţiilor Sociale a publicat sâmbătă Mesajul lui Benedict al XVI-lea pentru cea de-a 44-a Zi Mondială a Comunicaţiilor Sociale care se va celebra în data de 16 mai 2010 pe tema: Preotul şi ministerul pastoral în lumea digitală: noile mass-media în serviciul Cuvântului”. Mesajul poartă data de 24 ianuarie, comemorarea liturgică a Sfântului Francisc de Sales, patronul ziariştilor, dar a fost publicat şi prezentat anticipat sâmbătă dimineaţă în Sala de presă a Sfântului Sacun.

Propunem textul Mesajului în limbile italiană şi franceză:

În italiană:

Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali
44ª GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
"Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola."
16 maggio 2010

Cari fratelli e sorelle,
il tema della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali - "Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola" -, si inserisce felicemente nel cammino dell'Anno sacerdotale, e pone in primo piano la riflessione su un ambito pastorale vasto e delicato come quello della comunicazione e del mondo digitale, nel quale vengono offerte al Sacerdote nuove possibilità di esercitare il proprio servizio alla Parola e della Parola. I moderni mezzi di comunicazione sono entrati da tempo a far parte degli strumenti ordinari, attraverso i quali le comunità ecclesiali si esprimono, entrando in contatto con il proprio territorio ed instaurando, molto spesso, forme di dialogo a più vasto raggio, ma la loro recente e pervasiva diffusione e il loro notevole influsso ne rendono sempre più importante ed utile l'uso nel ministero sacerdotale.

Compito primario del Sacerdote è quello di annunciare Cristo, la Parola di Dio fatta carne, e comunicare la multiforme grazia divina apportatrice di salvezza mediante i Sacramenti. Convocata dalla Parola, la Chiesa si pone come segno e strumento della comunione che Dio realizza con l'uomo e che ogni Sacerdote è chiamato a edificare in Lui e con Lui. Sta qui l'altissima dignità e bellezza della missione sacerdotale, in cui viene ad attuarsi in maniera privilegiata quanto afferma l'apostolo Paolo: "Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso ... Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?" (Rm 10,11.13-15).

Per dare risposte adeguate a queste domande all'interno dei grandi cambiamenti culturali, particolarmente avvertiti nel mondo giovanile, le vie di comunicazione aperte dalle conquiste tecnologiche sono ormai uno strumento indispensabile. Infatti, il mondo digitale, ponendo a disposizione mezzi che consentono una capacità di espressione pressoché illimitata, apre notevoli prospettive ed attualizzazioni all'esortazione paolina: "Guai a me se
non annuncio il Vangelo!" (1 Cor 9,16). Con la loro diffusione, pertanto, la responsabilità dell'annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato ed efficace. Al riguardo, il Sacerdote viene a trovarsi come all'inizio di una "storia nuova", perché, quanto più le moderne tecnologie creeranno relazioni sempre più intense e il mondo digitale amplierà i suoi confini, tanto più egli sarà chiamato a occuparsene pastoralmente, moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della Parola.

Tuttavia, la diffusa multimedialità e la variegata "tastiera di
funzioni" della medesima comunicazione possono comportare il rischio di un'utilizzazione dettata principalmente dalla mera esigenza di rendersi presente, e di considerare erroneamente il web solo come uno spazio da occupare. Ai Presbiteri, invece, è richiesta la capacità di essere presenti nel mondo digitale nella costante fedeltà
al messaggio evangelico, per esercitare il proprio ruolo di animatori di comunità che si esprimono ormai, sempre più spesso, attraverso le tante "voci" scaturite dal mondo digitale, ed annunciare il Vangelo avvalendosi, accanto agli strumenti tradizionali, dell'apporto di quella nuova generazione di audiovisivi (foto, video, animazioni, blog, siti web), che rappresentano inedite occasioni di dialogo e utili mezzi anche per l'evangelizzazione e la catechesi.

Attraverso i moderni mezzi di comunicazione, il Sacerdote potrà far conoscere la vita della Chiesa e aiutare gli uomini di oggi a scoprire il volto di Cristo, coniugando l'uso opportuno e competente di tali strumenti, acquisito anche nel periodo di formazione, con una solida preparazione teologica e una spiccata spiritualità sacerdotale, alimentata dal continuo colloquio con il Signore. Più che la mano dell'operatore dei media, il Presbitero nell'impatto con il mondo digitale deve far trasparire il suo cuore di consacrato, per dare un'anima non solo al proprio impegno pastorale, ma anche all'ininterrotto flusso comunicativo della "rete".

Anche nel mondo digitale deve emergere che l'attenzione amorevole di Dio in Cristo per noi non è una cosa del passato e neppure una teoria erudita, ma una realtà del tutto concreta e attuale. La pastorale nel mondo digitale, infatti, deve poter mostrare agli uomini del nostro tempo, e all'umanità smarrita di oggi, che "Dio è vicino; che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda" (Benedetto XVI, Discorso alla Curia romana per la presentazione degli auguri natalizi: L'Osservatore Romano, 21-22 dicembre 2009, p. 6). Chi meglio di un uomo di Dio può sviluppare e mettere in pratica, attraverso le proprie competenze nell'ambito dei nuovi mezzi digitali, una pastorale che renda vivo e attuale Dio nella realtà di oggi e presenti la sapienza religiosa del passato come ricchezza cui attingere per vivere degnamente l'oggi e costruire adeguatamente il futuro?

Compito di chi, da consacrato, opera nei media è quello di
spianare la strada a nuovi incontri, assicurando sempre la qualità del contatto umano e l'attenzione alle persone e ai loro veri bisogni spirituali; offrendo agli uomini che vivono questo nostro tempo "digitale" i segni necessari per riconoscere il Signore; donando l'opportunità di educarsi all'attesa e alla speranza e di accostarsi alla Parola di Dio, che salva e favorisce lo sviluppo umano integrale.

Questa potrà così prendere il largo tra gli innumerevoli crocevia creati dal fitto intreccio delle autostrade che solcano il cyberspazio e affermare il diritto di cittadinanza di Dio in ogni epoca, affinché, attraverso le nuove forme di comunicazione, Egli possa avanzare lungo le vie delle città e fermarsi davanti alle soglie delle case e dei cuori per dire ancora: "Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20).

Nel Messaggio dello scorso anno ho incoraggiato i responsabili dei processi comunicativi a promuovere una cultura di rispetto per la dignità e il valore della persona umana. E' questa una delle strade nelle quali la Chiesa è chiamata ad esercitare una "diaconia della cultura" nell'odierno "continente digitale". Con il Vangelo nelle mani
e nel cuore, occorre ribadire che è tempo anche di continuare a preparare cammini che conducono alla Parola di Dio, senza trascurare di dedicare un'attenzione particolare a chi si trova nella condizione di ricerca, anzi procurando di tenerla desta come primo passo dell'evangelizzazione. Una pastorale nel mondo digitale, infatti, è chiamata a tener conto anche di quanti non credono, sono sfiduciati ed hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche, dal momento che i nuovi mezzi consentono di entrare in contatto con credenti di ogni religione, con non credenti e persone di ogni cultura. Come il profeta Isaia arrivò a immaginare una casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56,7), è forse possibile ipotizzare che il web possa fare spazio - come il "cortile dei gentili" del Tempio di Gerusalemme - anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto?

Lo sviluppo delle nuove tecnologie e, nella sua dimensione complessiva, tutto il mondo digitale rappresentano una grande risorsa per l'umanità nel suo insieme e per l'uomo nella singolarità del suo essere e uno stimolo per il confronto e il dialogo. Ma essi si pongono, altresì, come una grande opportunità per i credenti. Nessuna strada, infatti, può e deve essere preclusa a chi, nel nome del Cristo risorto, si impegna a farsi sempre più prossimo all'uomo. I nuovi media, pertanto, offrono innanzitutto ai Presbiteri prospettive sempre nuove e pastoralmente sconfinate, che li sollecitano a valorizzare la dimensione universale della Chiesa, per una comunione vasta e concreta; ad essere testimoni, nel mondo d'oggi, della vita sempre nuova, generata dall'ascolto del Vangelo di Gesù, il Figlio eterno venuto fra noi per salvarci. Non bisogna dimenticare, però, che la fecondità del ministero sacerdotale deriva innanzitutto dal Cristo incontrato e ascoltato nella preghiera; annunciato con la predicazione e la testimonianza della vita; conosciuto, amato e celebrato nei Sacramenti, soprattutto della Santissima Eucaristia e della Riconciliazione.

A voi, carissimi Sacerdoti, rinnovo l'invito a cogliere con saggezza le singolari opportunità offerte dalla moderna comunicazione. Il Signore vi renda annunciatori appassionati della buona novella anche nella nuova "agorà" posta in essere dagli attuali mezzi di comunicazione.

Con tali voti, invoco su di voi la protezione della Madre di Dio e del Santo Curato d'Ars e con affetto imparto a ciascuno la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 24 gennaio 2010, Festa di San Francesco di Sales.


În franceză:

 
Conseil Pontifical pour les Communications Sociales
44ème JOURNÉE MONDIALE DES COMMUNICATIONS SOCIALES
"Le prêtre et la pastorale dans le monde numerique: les nouveaux
medias au service de la Parole."
le 16 mai 2010
Chers Frères et Soeurs,
Le thème de la prochaine Journée Mondiale des Communications
Sociales - "Le prêtre et la pastorale dans le monde numérique: les
nouveaux médias au service de la Parole" -, s'insère heureusement
dans le parcours de l'année sacerdotale, et met au premier plan la
réflexion sur un domaine pastoral vaste et délicat comme celui de la
communication et du monde numérique, dans lequel sont offertes
au prêtre de nouvelles possibilités d'exercer son ministère au
service de la Parole et de la Parole. Les moyens modernes de
communication font partie depuis fort longtemps des moyens
ordinaires utilisés par les communautés ecclésiales pour s'exprimer
dans les limites de leur propre territoire et pour instaurer, très
souvent, des formes d'échange à plus large échelle, mais leur
récente expansion et leur considérable influence en rende toujours
plus importante et utile l'usage dans le ministère sacerdotal.
Le devoir primordial du prêtre est d'annoncer le Christ, la Parole de
Dieu faite chair, et de communiquer la grâce divine multiforme
porteuse du salut à travers les sacrements. Convoquée par la
Parole, l'Eglise se reconnaît comme signe et instrument de la
communion que Dieu réalise avec l'homme et que chaque prêtre est
appelé à édifier en Lui et avec Lui. C'est la très haute dignité et
beauté de la mission sacerdotale dans laquelle se réalise de manière
privilégiée l'affirmation de l'Apôtre Paul: "En effet, l'Écriture dit: ...
aucun de ceux qui croient en lui n'aura à le regretter ... En effet,
tous ceux qui invoqueront le nom du Seigneur seront sauvés. Or,
comment invoquer le Seigneur sans avoir d'abord cru en lui ?
Comment croire en lui sans avoir entendu sa parole ? Comment
entendre sa parole ne si personne ne l'a proclamée ? Comment
proclamer sans être envoyé ?" (Rm 10, 11,13-15).
Pour donner des réponses adaptées à ces questions au sein des
grands changements culturels dont le monde des jeunes est
particulièrement averti, les voies de communication ouvertes par les
conquêtes technologiques sont désormais un moyen indispensable.
En effet, le monde numérique, en mettant à disposition des moyens
qui offrent une capacité d'expression presque illimitée, ouvre de
considérables perspectives d'actualisations à l'exhortation
Paulinienne: "Malheur à moi si je n'annonçais pas l'Évangile!" (1 Co
9, 16). Avec leur diffusion, par conséquent, la responsabilité de
l'annonce non seulement s'accroît, mais se fait plus pressante et
réclame un engagement plus motivé et efficace. À cet égard, le
prêtre se trouve comme au début d'une "histoire nouvelle", parce
que plus les technologies modernes créeront des relations étroites
et plus le monde numérique élargira ses frontières, plus il sera
appelé à s'en préoccuper pastoralement, accroissant son
engagement, pour mettre les media au service de la Parole.
Toutefois, la multimédialité généralisée et la "palette variée de
fonctions" de celle-ci peuvent comporter le risque d'une utilisation
dictée principalement par la pure exigence de se rendre présent, et
de considérer de façon erronée le web seulement comme un espace
à occuper. Par contre il est demandé aux prêtres la capacité d'être
présents dans le monde numérique dans la fidélité constante au
message évangélique, pour exercer leur rôle d'animateurs de
communautés s'exprimant désormais, toujours plus souvent, au
milieu des "voix" provenant du monde numérique, et d'annoncer
l'évangile en se servant, à coté des moyens traditionnels, de
l'apport de la nouvelle génération des moyens audiovisuels (photos,
vidéo, animations, blog, sites web) qui représentent des occasions
inédites de dialogue et même des outils indispensables pour
l'évangélisation et la catéchèse.
A travers les moyens modernes de communication, le prêtre pourra
faire connaître la vie de l'Église et aider les hommes d'aujourd'hui à
découvrir le visage du Christ, en conjuguant l'emploi opportun et
compétent de tels instruments, acquis aussi durant la période de
formation, au coté d'une solide préparation théologique et d'une
forte spiritualité sacerdotale, alimentée par un dialogue continu avec
le Seigneur. Plus que la main de l'opérateur de media, le prêtre
dans l'impact avec le monde numérique doit faire transparaître son
coeur de consacré, pour donner une âme non seulement à son
engagement pastoral, mais aussi au flux de communication
ininterrompu de la "toile".
Dans le monde numérique aussi, il doit apparaître que l'attention
aimante de Dieu dans le Christ pour nous n'est pas une chose du
passé ou encore une construction savante, mais une réalité concrète
et actuelle. La pastorale dans le monde numérique, en effet, doit
pouvoir montrer aux hommes de notre temps, et à l'humanité
égarée d'aujourd'hui, "que Dieu est proche; que dans le Christ, nous
appartenons tous les uns aux autres." (Benoît XVI, Discours à la
curie romaine pour la présentation des voeux de Noël:
L'Osservatore Romano en français, 21 décembre 2009, p.8).
Qui mieux qu'un homme de Dieu peut développer et mettre en
pratique, à travers ses compétences dans le domaine des nouveaux
moyens numériques, une pastorale qui montre Dieu vivant et
agissant dans la réalité quotidienne et qui présente la sagesse
religieuse du passé comme une richesse à laquelle puiser pour vivre
dignement l'aujourd'hui et construire l'avenir avec justesse. La
tâche de qui travaille en tant que personne consacrée dans les
media est celui d'ouvrir la route à de nouvelles rencontres, en
assurant toujours la qualité du contact humain et l'attention aux
personnes ainsi qu'à leurs vrais besoins spirituels, en donnant aux
hommes qui vivent notre temps "numérique" les signes nécessaires
pour reconnaître le Seigneur ; en offrant l'opportunité de cultiver
l'attente et l'espérance et d'appréhender la Parole de Dieu qui sauve
et favorise le développement humain intégral. Celle-ci pourra ainsi
prendre le large au sein des innombrables carrefours créés par le
réseau serré des autoroutes qui sillonnent le cyberespace et affirmer
le droit de citoyenneté de Dieu quelque soit l'époque, pour que, à
travers les nouvelles formes de communication, Il puisse avancer le
long des rues de la cité et s'arrêter sur le seuil des maisons et des
coeurs pour dire encore: "Voici que je me tiens à la porte, et je
frappe. Si quelqu'un entend ma voix et ouvre la porte, j'entrerai
chez lui, je prendrai mon repas avec lui, et lui avec moi" (Ap 3, 20).
Dans le message de l'an passé, j'ai encouragé les responsables des
entreprises de communication à promouvoir une culture du respect
pour la dignité et la valeur de la personne humaine. Voila une des
routes sur lesquelles l'Église est appelée à exercer une "diaconie de
la culture" sur le "continent numérique" d'aujourd'hui. Avec
l'Évangile dans les mains et dans le coeur, il convient de réaffirmer
qu'il est temps aussi de continuer à préparer les chemins qui
mènent à la Parole de Dieu, sans négliger de dédier une attention
particulière à qui se trouve dans une situation de recherche, et plus
encore de la tenir en éveil comme premier pas de l'évangélisation.
En effet, une pastorale dans le monde numérique est appelée à tenir
compte aussi de ceux qui ne croient pas, sont découragés et ont
dans le coeur des désirs d'absolu et de vérité éphémères, puisque
les nouveaux moyens permettent d'entrer en contact avec des
croyants de toute religion, avec des non-croyants et des personnes
appartenant à d'autres cultures. Comme le prophète Isaïe parvint à
imaginer une maison de prière pour tous les peuples (cf. Is 56.7),
on peut supposer que - comme "le parvis des gentils" dans le
Temple de Jérusalem - le web puisse également ouvrir un espace à
ceux pour qui Dieu est encore inconnu.
Le développement des nouvelles technologies et, dans son
ensemble, le monde numérique représentent une ressource
précieuse pour toute l'humanité et pour l'homme dans la singularité
de son être, de même qu'une stimulation pour la rencontre et le
dialogue. Mais ils se présentent, aussi, aux croyants comme une
grande opportunité. Aucune route, en effet, ne peut et ne doit être
fermée à qui, au nom du Christ Ressuscité, s'engage à se faire
toujours plus proche de l'homme. Les nouveaux médias, par
conséquent, offrent avant tout aux prêtres des perspectives
toujours nouvelles et pastoralement immenses, qui les poussent à
mettre en valeur la dimension universelle de l'Église, pour une
communion vaste et concrète, à être témoins, dans le monde
d'aujourd'hui, de la vie toujours nouvelle qui naît de l'écoute de
l'Évangile de Jésus, le Fils éternel venu parmi nous pour nous
sauver. Il ne faut pas oublier, néanmoins, que la fécondité du
ministère sacerdotal dérive avant tout du Christ rencontré et écouté
dans la prière, annoncé dans la prédication et le témoignage de vie,
connu, aimé et célébré dans les Sacrements, particulièrement de la
Très Sainte Eucharistie et de la Réconciliation.
À vous très chers Prêtres, je renouvelle l'invitation à saisir avec
sagesse les singulières opportunités offertes par la communication
moderne. Que le Seigneur fasse de vous des hérauts passionnés de
la Bonne Nouvelle également dans la nouvelle "agora" créée par les
moyens actuels de communication.
Avec de tels voeux, j'invoque sur vous la protection de la Mère de
Dieu et du Saint Curé d'Ars et avec affection j'accorde à chacun la
Bénédiction Apostolique.
du Vatican, le 24 janvier 2010, en la fête de Saint François de Sales.
 







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