Venezia: la Chiesa difende la famiglia fondata sul matrimonio
La “famiglia anagrafica” non equivale alla “famiglia fondata sul matrimonio”. Lo dice
in una nota il Patriarcato di Venezia, commentando una recente delibera del Consiglio
comunale della città lagunare. Come riporta l’agenzia Sir, nel nuovo regolamento per
l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, il Comune ha inserito
tra i beneficiari del punteggio necessario ad ottenere la casa le “famiglie anagrafiche”,
ovvero i nuclei formati da “persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità,
adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello
stesso comune”. La Chiesa veneziana ha espresso “il proprio disagio e la propria contrarietà”
ed ha denunciato il provvedimento, poiché “pone sullo stesso piano la famiglia fondata
sul matrimonio”, che è “una realtà oggettiva sussistente in una unione pubblica tra
un uomo e una donna, il cui significato intrinseco è dato dalla sua capacità di generare,
promuovere e proteggere la vita, e la cosiddetta ‘famiglia anagrafica’, una realtà
cioè affatto diversa”. La delibera comunale, secondo il Patriarcato di Venezia, introduce
“nelle politiche abitative una previsione normativa che oggettivamente discrimina
le famiglie fondate sul matrimonio”. La nota della diocesi ricorda come, in base alla
Costituzione, non si possono “trattare in modo eguale situazioni oggettivamente diverse”.
“Il Consiglio comunale di Venezia – si conclude – non tiene in considerazione la responsabilità
che un uomo e una donna, con il matrimonio, si assumono pubblicamente e sottovaluta
il senso della famiglia come fattore di progresso, risorsa e capitale umano e sociale”.
(F.C.)