Il primate anglicano Rowan Williams: l'unità dei cristiani nasce da una visione pienamente
universale della Chiesa
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2010 è giunta al suo quinto giorno
di celebrazioni, sul tema tratto dal Vangelo di Luca “Di questo voi siete testimoni”.
Quello dell’unità - afferma il primate della Chiesa anglicana, l’arcivescovo di
Canterbury, Rowan Williams - è un obiettivo da perseguire con una "visione universale"
di fede ma anche “senza ansia”, così come testimoniarono nell’ultimo secolo molte
personalità di varie confessioni cristiane. Le considerazioni del primate anglicano
sono state raccolte dalla collega della nostra redazione inglese, Philippa Hitchen:
R. – Celebrations,
I think, are rather muted because there is … Il clima delle celebrazioni
è un po’ sottotono perché ci si è resi conto che le speranze di 100 anni fa erano
poco realistiche: alcuni avevano mirato molto in alto, con grandi aspettative, sottovalutando
– a mio avviso – il livello della complessità teologica da affrontare per raggiungere
una più profonda unità. Allo stesso tempo, è importante sapere che ci sono persone
che hanno questa visione coraggiosa: “sì, si può fare - affermavano - e non dobbiamo
lasciarci intimorire dalle difficoltà”. Ci sono state persone che pensavano in questo
modo, che avevano una visione autenticamente universale della Chiesa: credo che questo
"modello" sia quello più interessante. La tentazione oggi è pensare che l’unità sia
troppo difficile da raggiungere e che dobbiamo accontentarci di espressioni locali
di cristianità che facciano del loro meglio nel loro piccolo contesto: è paradossale
arrivare a questa conclusione proprio nell’epoca della società globale e senza frontiere.
Noi non vogliamo rassegnarci ad un’espressione locale di cristianità, ma vogliamo
ricordare che esiste una visione universale, sì, "cattolica", a cui mirare.
D.
– In questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, lei parlerà nella cattedrale
di Westminster, a Londra, in onore di Mary Ward, una religiosa cattolica britannica,
vissuta tra il 1500 e il 1600, fondatrice di una Congregazione legata alla spiritualità
di Sant'Ignazio di Loyola…
R. – It's mainly a matter
of personal friendships with… E’ soprattutto dovuto all’amicizia personale
con alcune persone di questa Congregazione, ma anche per rimarcare il fatto che in
un’epoca in cui tanta gente si limitava ad una semplice difesa della Chiesa, c’era
chi voleva una vita cristiana radicalmente nuova, seria e disciplinata, caratterizzata
dalla visione gesuita, e al tempo stesso, estremamente flessibile, come appunto i
gesuiti volevano essere, in particolare nel campo educativo. Così, in un’epoca di
pressione e di crisi, con mille ragioni per avere paura, ecco una visuale di chi non
è condizionato dall’ansia: credo che sia un messaggio positivo sul quale riflettere.
E devo dire che l’opera svolta dalla Compagnia di Gesù per incoraggiare il dialogo,
in particolare negli ultimi 30 anni, è stata straordinaria. Penso alle riflessioni
di padre Arrupe ad Hiroshima, quando fu sganciata la bomba atomica. Queste riflessioni
creano in te un punto di riferimento, vedi che si tratta di riflessioni "cristiane",
non specificamente della Compagnia di Gesù o della Chiesa cattolica, ma di riflessioni
che chiunque può fare proprie ed imparare da esse.