2010-01-21 15:33:57

Malaysia: ancora danni a luoghi di culto. I leader religiosi esortano al dialogo


Continuano a verificarsi in Malaysia piccoli episodi di atti vandalici contro i luoghi di culto. Oggi, come riporta l’agenzia Fides, nelle prime ore della notte due “surau” musulmane – tipiche aule di preghiera della tradizione malese – sono state danneggiate nella località di Muar, a Johor, nel Sud della Malaysia peninsulare. La polizia ha accertato che le finestre sono state infrante e parte delle mura e delle porte sono state bruciate con kerosene. Secondo gli inquirenti, gli attacchi potrebbero ancora essere legati alla controversia sull’utilizzo del nome “Allah” che dall’8 gennaio scorso ha già provocato attacchi dello stesso genere contro diversi luoghi di culto: nel complesso 11 chiese cristiane, una moschea, due surau musulmane e un tempio sikh. Le forze politiche hanno condannato gli atti vandalici. In particolare Lim Guan Eng, Segretario del Partito malaysiano democratico di azione (DAP), facente parte della coalizione che si trova all’opposizione, ha affermato che “tali attacchi irresponsabili intendono chiaramente provocare sospetti e tensioni fra le comunità etniche e religiose della società malaysiana. Chiediamo al governo di indagare e di punire i responsabili, per salvaguardare l’armonia del paese”. Intanto leader cristiani e leader musulmani stanno diffondendo nel Paese appelli al dialogo e all’armonia, deplorando le violenze che, come affermano fonti di Fides, “vengono probabilmente da individui isolati, spesso giovani infervorati e poco giudiziosi”. Le Chiese cristiane hanno lanciato una campagna di preghiera e di digiuno per la pace, mentre si organizzano, in collaborazione con associazioni musulmane, conferenze e incontri di riflessione per promuovere la reciproca comprensione. (F.C.)







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