Riforme di Obama a rischio dopo la sconfitta in Massachusetts
Lo storico seggio democratico del Massachusetts, che per quasi sei decenni è stato
monopolio della famiglia Kennedy, passa ad un repubblicano. Scott Brown ha vinto sulla
rivale democratica, Martha Coakley. Una sconfitta che brucia al presidente Usa, Barak
Obama, che perde così la maggioranza relativa in Senato. Brown diventa infatti il
41.mo senatore dell'opposizione e rappresenta il voto necessario a montare manovre
ostruzionistiche in grado di sabotare l'agenda della Casa Bianca, in particolare la
riforma sanitaria, cavallo di battaglia del presidente, alla quale Brown si è sempre
detto fortemente contrario. Stefano Leszscynski ha intervistato Paolo Mastrolilli
del quotidiano La Stampa: R. – Dal punto
di vista pratico, significa che in sostanza i democratici non avranno più al Senato
la maggioranza di 60 seggi, che era necessaria per evitare l’ostruzionismo da parte
dei Repubblicani, in particolare sulla riforma sanitaria che quindi non potrà più
passare facilmente come sembrava invece un mese fa. Questo richiederà ai democratici
di rivedere completamente la loro strategia, che potrebbe far saltare il progetto
che è stato finora il tentativo di riforma più importante del presidente Obama. D.
– La campagna di Brown è stata improntata sullo scontento economico dei cittadini
americani. È effettivamente questo il tallone di Achille dell’amministrazione Obama
e dei democratici? R. – Certamente, a livello locale Brown si
è presentato come un uomo comune, che girava con il suo camioncino per incontrare
gli elettori che erano scontenti, soprattutto per la situazione economica. Il loro
problema principale è che vedono che stanno perdendo posti di lavoro e ritengono che
l’amministrazione Obama stia invece spendendo molti soldi per delle riforme che, secondo
loro, non sono così urgenti. È stata certamente una vittoria della campagna populista
condotta da Brown, ma anche un segnale che gli elettori - in particolare nel Massachusetts,
che è uno Stato tradizionalmente "liberal" e favorevole ai democratici - hanno mandato
all’amministrazione Obama per il malcontento - che evidentemente c’è - su delle questioni
fondamentali, come appunto l’economia e l’occupazione. Malcontento forse proprio per
la riforma sanitaria avviata dal presidente. Hanno soprattutto lanciato un segnale
molto importante in vista delle elezioni di medio termine, che se vanno in questa
maniera, rischiano certamente di mettere in discussione la maggioranza democratica
al Congresso e, quindi, complicare ancora di più la missione del presidente Obama.