2010-01-20 15:51:47

Presenza francescana in Cina: gli studi di un convegno tenuto all’Antonianum


Una presenza significativa e costante quella dei francescani in Cina. Lo ha dimostrato una giornata di studio tenuta, il 15 gennaio, presso la Pontificia Università Antonianum, per ricordare il VII centenario dell’ordinazione di Fra Giovanni da Montecorvino a vescovo di Pechino e patriarca di tutto l’Oriente. Nella circostanza, come riferisce l’agenzia Fides, padre Josè Rodriguez Carballo, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, ha tenuto un ampio discorso. “La chiamata ad essere annunciatori ed evangelizzatori – ha affermato - Francesco ed i suoi frati la compresero come un atto dovuto di restituzione al Signore del dono del Vangelo ricevuto”. Su questa scia hanno proseguito i primi missionari francescani, tra cui Fra Giovanni da Montecorvino. Padre Carballo ha indicato, nella sua relazione, cinque grandi periodi della presenza francescana in Cina. In un primo momento, dal XIII al XIV secolo, i Frati Minori, come Fra Giovanni da Montecorvino, primo vescovo cinese, furono inviati in Estremo Oriente come ambasciatori di pace e della fede, con il compito di inculturare il Vangelo e la liturgia. Fino ai primi decenni del XIX secolo, le missioni francescane vissero tra momenti di stabilità e momenti di persecuzione da parte della dinastie imperiali che si succedettero. Durante il periodo del neo-colonialismo ottocentesco, le potenze occidentali favorirono ed accrebbero l’evangelizzazione, ma, poiché i missionari venivano protetti diplomaticamente dai Paesi europei, vennero considerati come stranieri e furono vittime di sommosse anticristiane, che culminarono nella celebre rivolta dei Boxers, nel 1900. Il periodo di massima fioritura delle missioni francescane si ebbe con la proclamazione della Repubblica, fino ad arrivare all’istituzione, da parte di Pio XII, della gerarchia episcopale cinese. Nel 1948 la Cina contava 28 conventi francescani e 706 frati minori, dei quali 150 indigeni. Con l’avvento di Mao, le missioni cattoliche vennero attaccate e tutti i missionari, considerati strumenti dell’imperialismo occidentale, furono espulsi. Tuttavia, agli anni più difficili della rivoluzione culturale, dal 1966 al 1976, è seguito un periodo di progressiva, anche se timida, apertura, che ha permesso di ricostituire la presenza francescana in Cina. (F.C.)







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