La Federazione internazionale Asalam del Burkina Faso, accogliendo l’invito rivolto
due anni fa da Benedetto XVI e dal re Abdallah d’Arabia Saudita al dialogo interreligioso
per ridurre la violenza e promuovere la tolleranza e la pace, organizzerà due incontri
nel corso di quest’anno. Una Conferenza sulla pace, che radunerà leader religiosi
di tutte le confessioni, si svolgerà nel Burkina Faso, mentre a livello internazionale
si svolgerà un Forum, in cui ogni Stato africano sarà rappresentato da leader religiosi,
pensatori e filosofi che si confronteranno su come raggiungere la pace nel mondo.
L’incontro tra Benedetto XVI e re Abdallah d’Arabia Saudita è avvenuto il 6 novembre
del 2007 in Vaticano. Si è trattato della prima visita di un re dell'Arabia Saudita
al Papa. Una nota pubblicata lo stesso giorno dalla Sala Stampa Vaticana ha informato
che durante l’incontro “si sono ribaditi l’impegno in favore del dialogo interculturale
ed interreligioso, finalizzato alla pacifica e fruttuosa convivenza tra uomini e popoli,
e il valore della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per la promozione
della pace, della giustizia e dei valori spirituali e morali, specialmente a sostegno
della famiglia”. E proprio queste parole hanno indotto la Federazione Asalam a dar
vita ad iniziative concrete per la pace. L’impegno di Benedetto XVI e di re Abdallah
per la pace nel mondo, spiega Mohamed Doumi, presidente delle Federazione Asalam e
ambasciatore della Federazione per la pace universale, è un segnale forte che induce
a prodigarsi per il bene comune. “Se le chiese e le moschee svolgessero pienamente
il loro ruolo, ci sarebbe la pace nel mondo – ha detto Mohamed Doumi – se i cristiani
e i musulmani educassero i loro fedeli nelle chiese e nelle moschee, non ci sarebbe
la fame, l’indigenza, l’arroganza. Le moschee e le chiese sono piene ma i cuori sono
vuoti”. Mohamed Doumi ha aggiunto che gli ambasciatori della pace stanno pensando
ad un Consiglio religioso mondiale che potrebbe raggruppare tutte gli orientamenti
religiosi del mondo e che potrebbe avere un ruolo consultivo nell’ambito delle Nazioni
Unite. “Un cittadino, quale che sia la sua religione – ha osservato il presidente
della Federazione Asalam – deve poter apportare il proprio contributo alla pace nel
suo quartiere con le famiglie e ciò nella misura in cui nessuna religione sproni al
male”. La Fondazione Asalam, che ad Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, assiste
orfani e distribuisce viveri ai bisognosi, a proposito di dialogo interreligioso ha
infine ricordato l’importanza della partecipazione di mons. Philippe Ouédraogo, arcivescovo
di Ouagadougou, alla grande preghiera musulmana del Tabaski, il 27 novembre dello
scorso anno, nella piazza della Nazione di Ouagadougou. Un gesto definito un segno
di pace. (T.C.)