2010-01-17 15:01:56

Iraq: condanna a morte per Alì il chimico, fece sterminare 5 mila civili


Un tribunale iracheno ha condannato a morte per impiccagione Ali “il chimico” il braccio destro di Saddam Hussein, che nel 1988 ordinò la strage nel villaggio curdo di Halabja, dove morirono cinquemila persone, soprattutto donne e bambini. I particolari nel servizio di Roberta Barbi: RealAudioMP3

Usò il gas per sedare una rivolta nel villaggio curdo di Halabja nel 1988, quando ormai la guerra tra Iraq e Iran era agli sgoccioli: è questa la motivazione della condanna a morte inflitta da un tribunale iracheno ad Ali Hassan al-Majid, più noto come Ali “il chimico” proprio per la sua propensione all’uso del gas nervino. L’episodio - considerato il più grave attacco chimico della storia contro civili - causò cinquemila morti, molte donne e molti bambini. Per lui è la quarta condanna alla pena capitale: nel 2007 la Corte suprema irachena lo giudicò colpevole di genocidio nei confronti della popolazione curda; nel 2008 un’altra condanna per la repressione contro gli sciti durante la Guerra del Golfo nel 1991 e ancora, nel 2009, per le stragi di sciiti di dieci anni prima. Fedelissimo di Saddam Hussein, di cui era anche cugino, 67 anni, Ali si guadagnò anche il soprannome di “boia” quando fu, per alcuni mesi, governatore del Kuwait occupato. In seguito ricoprì per il regime le cariche di capo delle unità d’elite nella guerra contro l’Iran e responsabile del programma di sviluppo dell’industria militare. Fu arrestato nel nord del Paese nel 2003.







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