2010-01-17 10:35:41

Congo: costruzione di una moschea in un terreno parrocchiale


La comunità islamica ha avviato i lavori per la costruzione di una moschea sul terreno della parrocchia “Mater Admirabilis” nel centro di Dungu, diocesi di Doruma-Dungu, nel nordest della Repubblica Democratica del Congo. La moschea - riferisce l’Agenzia Fides - si troverebbe così a sorgere proprio accanto alla chiesa cattolica. “È una vecchia questione che ancora una volta è stata sollevata. Mi sembra una provocazione che si poteva evitare”, dice alla Fides mons. Richard Domba Mady, vescovo di Doruma-Dungu. “Abbiamo tutti i documenti comprovanti che quel terreno appartiene alla Chiesa cattolica: li abbiamo inviati alle autorità locali, affinché la giustizia e il diritto fondiario siano chiaramente stabiliti”. Secondo “Les Amis de la Mission” - agenzia di informazione promossa dalle Pontificie Opere Missionarie congolesi - il parroco, don Remy Mbeliaro, ha infatti inviato alle autorità competenti una lettera nella quale dimostra, in maniera documentata, che il terreno appartiene alla diocesi di Dungu-Doruma dal 12 dicembre 1968. “Les Amis de la Mission” afferma che non è la prima volta che i musulmani tentano di costruire su quel terreno. Già nel 1980, il commissario della Regione aveva concesso alla comunità islamica il permesso di occupare provvisoriamente il terreno per costruire una casa ma non una moschea. “Nessuno contesta il diritto della comunità islamica locale, che tra l’altro non è molto numerosa, di costruire una moschea, ma non su un terreno della Chiesa dove, tra l’altro, abbiamo progettato di costruire delle scuole e altre strutture. Perché collocare il luogo di culto islamico proprio accanto ad una chiesa?”, si chiede mons. Domba Mady. Nel 2002, era sorto un contrasto tra le due comunità sul possesso del terreno e ora, nel 2010, è stata avviata la costruzione della moschea. Secondo alcune fonti di “Les Amis de la Mission”, la costruzione della moschea avrebbe ricevuto il sostegno logistico della Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monuc), in particolare per il trasporto dei materiali di costruzione. “Non abbiamo prove certe del coinvolgimento della Monuc nella costruzione della moschea, ma un’impressione sì, anche perché tra i soldati dell’Onu molti sono musulmani. Se così fosse, sarebbe una violazione del mandato della Monuc e del principio di imparzialità al quale sono tenuti i Caschi Blu”, conclude mons. Domba Mady.







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