Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa seconda Domenica del Tempo Ordinario la liturgia ci propone il Vangelo delle
nozze di Cana con il miracolo dell’acqua cambiata in vino. Durante la festa viene
a mancare il vino e Maria chiede l’intervento di Gesù, che risponde: «Donna, che vuoi
da me? Non è ancora giunta la mia ora». Ma la madre dice ai servitori:
«Qualsiasi
cosa vi dica, fatela».
Su questo brano del Vangelo,
ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Dogmatica
alla Pontificia Università Lateranense:
«Vi fu una
festa di nozze», ma di quali nozze parla Giovanni? Egli menziona ripetutamente Maria,
«la madre di Gesù» e Gesù stesso. Non c'è alcun accenno agli sposi.
In
verità Giovanni presenta Gesù come lo Sposo (cf. poi Gv 3, 29) messianico. E' Lui
che conserva il «vino buono» fino alla fine il vino che viene attinto dalle giare
che servivano per la purificazione. Il vino che sarà l'offerta del suo Sangue che
purifica il mondo dai peccati, il vino buono che è il Suo insegnamento, la Sua Torah,
ma anche il vino del banchetto finale, il banchetto escatologico al quale partecipano
tutti i popoli della terra. Sono prefigurate dunque «le nozze dell'Agnello» e Maria
appare, in quanto «eccelsa figlia di Sion», come «la madre» e poi come la «donna»,
stesso appellativo che sarà usato da Gesù sulla croce. San Tommaso scrive: «Perché
Gesù dice "Donna"? Ella porta in sé l'immagine della Sinagoga, che è la madre di Cristo»
(In Ioh., 246).
Anche in virtù dell'espressione usata
da Maria: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela», ella figura quale partner dell'Alleanza.
Così il popolo era entrato nel Patto col Signore rispondendo: «Tutto ciò che il Signore
ha detto noi lo faremo!» (Es 19, 8). Maria sta dunque al posto del popolo e della
Chiesa in quanto vera Sposa di Cristo. Si dischiude così il mistero delle nozze. Sigla
Giovanni: «Egli manifestò la Sua gloria».