Vicinanza delle Chiese del continente americano al popolo haitiano
Dal Canada al Cile, dal Brasile alla Colombia, l’intero continente americano si sta
mobilitando per portare aiuti al popolo haitiano. Un modo per dare concretezza anche
materiale a quella solidarietà e vicinanza chiesta mercoledì scorso da Benedetto XVI
a poche ore della terribile tragedia che ha sconvolto la vita di una nazione, sofferente
già da tempo. L’appello del Papa è stato raccolto e amplificato dalle 22 Conferenze
episcopali latinoamericane più quelle dei vescovi cattolici del Canada e degli Stati
Uniti. In prima linea, in ogni Paese, a organizzare la raccolta degli aiuti sono le
diverse Caritas nazionali, alcune delle quali già sono presenti ad Haiti con i loro
emissari per coordinare l’arrivo degli aiuti così necessari e urgenti. I vescovi del
Cile, nel loro appello, insistono sull’urgenza di agire presto mentre quelli della
Colombia ricordano che si devono donare cose utili e concrete; intanto l’episcopato
statunitense realizzerà domani e dopo domani una colletta nazionale per raccogliere
fondi da investire nell’acquisto di cibo e tende e anche per finanziare progetti di
ricostruzione. La stessa solidarietà si sta sviluppando in due Paesi vicini ad Haiti
e con i quali esistono legami storici e geografici particolari: Cuba e Repubblica
Dominicana, dove i rispettivi cardinali Jaime Ortega e Nicolas Lòpez Rodriguez si
sono rivolti ai cristiani per chiedere gesti di amicizia e condivisione concreti.
Insieme a quest’attività umanitaria, espressione anche di comunione ecclesiale, in
quasi tutte le nazioni del continente, i siti degli episcopati e più in generale la
stampa che fa riferimento al mondo cattolico si sono mobilitati per organizzare la
solidarietà spontanea sin dal primo momento. La morte dell’arcivescovo della capitale
haitiana, mons. Serge Miot e di Zilda Arns, la brasiliana fondatrice dell’Opera per
l’infanzia, molto conosciuta in America Latina, hanno colpito e addolorato i latinoamericani
che vedono in queste due vittime un simbolo del dolore di un’intera nazione. I vescovi
del Messico e dell’Argentina, ma anche quelli della Bolivia e del Brasile - Paese
dove la Caritas ha organizzato un’immediata colletta nazionale - e le Conferenze episcopali
centroamericane riflettono anche sul futuro di Haiti e in diversi modi auspicano che
la comunità internazionale possa essere capace di trasformare questa solidarietà in
un sostegno permanente alla crescita e allo sviluppo degli haitiani sino od oggi mancante.
In molti richiamano l’attenzione sul fatto che, se da un parte è vero che si è trattato
di una devastazione naturale imprevedibile ed enorme, è anche vero che Haiti, ultimo
Paese dell’emisfero occidentale dal punto di vista dello sviluppo, si è trovato ad
affrontare un cataclisma senza infrastrutture, senza servizi sanitari, senza mezzi
adeguati per il soccorso, senza quel minimo che avrebbe dovuto avere se del suo futuro
la comunità internazionale si fosse interessata tempestivamente e in modo duraturo.
(A cura di Luis Badilla)