Yemen: guerra aperta ad al Qaeda, no all'intervento Usa
Nello Yemen prosegue la lotta senza quartiere contro le cellule di al Quaeda. Oggi
una fonte del governo di Sana’a ha dichiarato “guerra aperta” a tutti miliziani della
rete terroristica, mentre nel nord del Paese almeno 10 ribelli sciiti sono stati uccisi
nel corso di scontri con una tribù filogovernativa. Si registra però la forte contrarietà
a qualsiasi cooperazione militare con gli Stati Uniti, espressa in un documento approvato
dai leader religiosi yemeniti. Il servizio di Marco Guerra: Nello Yemen
è “guerra aperta” alle milizie di al Qaeda. L’annuncio è stato dato da una fonte del
governo di Sana’a che ha reso nota l’intenzione di eliminare tutti i ribelli della
rete internazionale del terrore che si trovano nel suo territorio. Le autorità hanno
inoltre ammonito i cittadini a non dare rifugio ai terroristi, “altrimenti ne subiranno
le conseguenze”, ed hanno chiesto loro di cooperare con le forze di sicurezza. Nell’attuare
la sua offensiva Sana’a dovrà però tenere conto delle forti perplessità espresse dai
leader religiosi yemeniti, preoccupati per l'integrità territoriale e la stabilità
del Paese. In un documento approvato da oltre 150 ulema si afferma che "la religione
islamica obbliga i musulmani alla Jihad nel caso in cui un Paese straniero dovesse
invadere il loro territorio, come previsto dalla sharia e da tutte le leggi internazionali".
Il testo, letto da un religioso membro del parlamento, proclama inoltre la contrarietà
dei dignitari religiosi ''a qualsiasi presenza straniera, qualsiasi accordo militare
e qualsiasi cooperazione militare con l'esterno''. Emerge quindi la fermezza di una
larga fetta della popolazione contro qualsiasi intervento militare statunitense più
volte paventato nelle scorse settimane.