Testo integrale del discorso del Papa agli amministratori locali di Roma e del Lazio
Illustri Signori e Gentili Signore! Sono lieto di incontrarvi
in questo tradizionale appuntamento, che ci offre l’occasione di scambiarci cordiali
auguri per il nuovo anno e di riflettere sulla realtà del nostro territorio, nel quale
da 2000 anni è presente il Successore di Pietro, come Vescovo di Roma e Arcivescovo
metropolita della Provincia ecclesiastica romana, che comprende l’intero Lazio. Vi
sono grato per questa visita e porgo il mio deferente e cordiale saluto al Vice Presidente
della Giunta Regionale del Lazio, On. Esterino Montino, al Sindaco di Roma, On. Gianni
Alemanno, ed al Presidente della Provincia di Roma, On. Nicola Zingaretti, ai quali
desidero esprimere il mio vivo ringraziamento per le cortesi parole che mi hanno rivolto
anche a nome delle Amministrazioni che essi guidano. Con loro, saluto i Presidenti
delle rispettive Assemblee Consiliari e tutti i presenti. La
crisi che ha investito l'economia mondiale – come è stato ricordato - ha avuto conseguenze
anche per gli abitanti e le imprese di Roma e del Lazio. Allo stesso tempo, essa ha
offerto la possibilità di ripensare il modello di crescita perseguito in questi ultimi
anni. Nell’Enciclica Caritas in veritate ho ricordato che lo sviluppo umano per essere
autentico deve riguardare l'uomo nella sua totalità e deve realizzarsi nella carità
e nella verità. La persona umana, infatti, è al centro dell'azione politica e la sua
crescita morale e spirituale deve essere la prima preoccupazione per coloro che sono
stati chiamati ad amministrare la comunità civile. È fondamentale che quanti hanno
ricevuto dalla fiducia dei cittadini l'alta responsabilità di governare le istituzioni
avvertano come prioritaria l'esigenza di perseguire costantemente il bene comune,
che “non è un bene ricercato per se stesso, ma per le persone che fanno parte della
comunità sociale e che solo in essa possono realmente e più efficacemente conseguire
il loro bene” (Caritas in veritate, 7). Affinché ciò avvenga, è opportuno che nelle
sedi istituzionali si cerchi di favorire una sana dialettica perché quanto più le
decisioni e i provvedimenti saranno condivisi tanto più essi permetteranno un efficace
sviluppo per gli abitanti dei territori amministrati. In tale
contesto, desidero esprimere apprezzamento per gli sforzi compiuti da codeste Amministrazioni
per venire incontro alle fasce più deboli ed emarginate della società, in vista della
promozione di una convivenza più giusta e solidale. Al riguardo, vorrei invitarvi
a porre ogni cura perché la centralità della persona umana e della famiglia costituiscano
il principio ispiratore di ogni vostra scelta. Ad esso, in particolare, occorre far
riferimento nella realizzazione dei nuovi insediamenti della città, perché i complessi
abitativi che vanno sorgendo non siano solo quartieri dormitorio. A tal fine, è opportuno
che siano previste quelle strutture che favoriscono i processi di socializzazione,
evitando così che sorga e si incrementi la chiusura nell'individualismo e l'attenzione
esclusiva ai propri interessi, dannose per ogni convivenza umana. Rispettando le competenze
delle autorità civili, la Chiesa è lieta di offrire il proprio contributo perché in
questi quartieri ci sia una vita sociale degna dell'uomo. So che in diverse zone periferiche
della città ciò è già avvenuto, grazie all’impegno dell’Amministrazione Comunale per
la realizzazione di importanti opere, ed auspico che tali esigenze siano tenute presenti
dovunque. Sono grato per la consolidata collaborazione esistente fra le Amministrazioni
da voi guidate e il Vicariato, in particolare per quanto concerne la costruzione dei
nuovi complessi parrocchiali, che, oltre ad essere punti di riferimento per la vita
cristiana, svolgono anche una fondamentale funzione educativa e sociale. Tale
collaborazione ha permesso di raggiungere significativi obiettivi. Al riguardo, mi
piace ricordare che in alcuni nuovi quartieri, dove vivono in particolare giovani
famiglie con bambini piccoli, le comunità ecclesiali, consapevoli che l'apertura alla
vita è al centro del vero sviluppo umano (cfr Ibid., 28), hanno realizzato gli “oratori
dei piccoli”. Tali utili strutture permettono ai bambini di trascorrere le ore della
giornata, mentre i genitori sono al lavoro. Confido che una sempre più feconda sinergia
fra le diverse istituzioni permetta il sorgere nelle zone periferiche, come anche
nel resto della città, di analoghe strutture che aiutino i giovani genitori nel loro
compito educativo. Auspico, altresì, che possano essere adottati anche ulteriori provvedimenti
in favore delle famiglie, in particolare di quelle numerose, in modo che l'intera
città goda dell'insostituibile funzione di questa fondamentale istituzione, prima
e indispensabile cellula della società. All’interno della promozione
del bene comune, l'educazione delle nuove generazioni, che costituiscono il futuro
della nostra Regione, rappresenta una preoccupazione predominante che gli Amministratori
della cosa pubblica condividono con la Chiesa e con tutte le organizzazioni formative.
Da alcuni anni la Diocesi di Roma e quelle del Lazio sono impegnate a offrire il loro
contributo per far fronte alle istanze sempre più urgenti che pervengono dal mondo
giovanile e che chiedono risposte educative adeguate di alto profilo. È davanti agli
occhi di tutti la necessità e l'urgenza di aiutare i giovani a progettare la vita
sui valori autentici, che fanno riferimento ad una visione “alta” dell’uomo e che
trovano nel patrimonio religioso e culturale cristiano una delle sue espressioni più
sublimi. Oggi le nuove generazioni chiedono di sapere chi sia l'uomo e quale sia il
suo destino e cercano risposte capaci di indicare loro la strada da percorrere per
fondare l’esistenza sui valori perenni. In particolare, nelle proposte formative circa
i grandi temi dell'affettività e della sessualità, così importanti per la vita, occorre
evitare di prospettare agli adolescenti e ai giovani vie che favoriscono la banalizzazione
di queste fondamentali dimensioni dell'esistenza umana. A tale scopo, la Chiesa chiede
la collaborazione di tutti, in particolare di quanti operano nella scuola, per educare
a una visione alta dell’amore e della sessualità umana. Desidero, a tal proposito,
invitare tutti a comprendere che, nel pronunciare i suoi no, la Chiesa in realtà dice
dei sì alla vita, all’amore vissuto nella verità del dono di sé all’altro, all'amore
che si apre alla vita e non si chiude in una visione narcisistica della coppia. Essa
è convinta che soltanto tali scelte possano condurre ad un modello di vita, nel quale
la felicità è un bene condiviso. Su questi temi, come anche su quelli della famiglia
fondata sul matrimonio e sul rispetto della vita dal suo concepimento fino al suo
termine naturale, la comunità ecclesiale non può che essere fedele alla verità “che,
sola, è garanzia di libertà e della possibilità di uno sviluppo umano integrale” (Ibid.,
9). Infine, non posso non esortare le autorità competenti ad
un’attenzione costante e coerente al mondo della malattia e della sofferenza. Le strutture
sanitarie, così numerose a Roma e nel Lazio, che offrono un importante servizio alla
comunità, siano luoghi nei quali si incontrano sempre più gestione attenta e responsabile
della cosa pubblica, competenze professionali e dedizione generosa verso il malato,
la cui accoglienza e cura, devono essere il criterio sommo di quanti operano in tale
ambito. Roma e il Lazio, accanto alle strutture sanitarie pubbliche, vedono da secoli
la presenza di quelle di ispirazione cattolica, che operano a favore di ampie fasce
della popolazione. In esse si cerca di coniugare la competenza professionale e l’attenzione
al malato con la verità e la carità di Cristo. Infatti, ispirandosi al Vangelo, esse
si sforzano di accostarsi alle persone sofferenti con amore e speranza, sostenendo
anche la ricerca di senso e cercando di fornire risposte agli interrogativi che inevitabilmente
sorgono nei cuori di quanti vivono la difficile dimensione della malattia e del dolore.
L’uomo ha, infatti, bisogno di essere curato nella sua unità di essere spirituale
e corporale. Confido pertanto che, nonostante le persistenti difficoltà economiche,
tali strutture possano essere adeguatamente sostenute nel loro prezioso servizio.
Gentili Autorità, mentre esprimo la mia viva gratitudine per
la cortese e gradita visita, assicuro la mia cordiale vicinanza e la mia preghiera
per voi, per le alte responsabilità che vi sono state affidate e per gli abitanti
delle realtà che amministrate. Il Signore vi sostenga, vi guidi e dia compimento alle
attese di bene presenti nel cuore di ciascuno. Con tali sentimenti,
con affetto e benevolenza imparto la Benedizione Apostolica, estendendola di cuore
alle vostre famiglie e a quanti vivono ed operano a Roma, nella sua provincia e nell’intero
Lazio.