2010-01-13 15:25:11

Scambio di accuse tra Iran e Usa per l’omicidio dello scienziato nucleare iraniano


In Iran, è ancora giallo sulle motivazioni della morte, ieri, di uno scienziato nucleare ucciso da un ordigno comandato a distanza, fuori della sua abitazione. Teheran ha subito attribuito l'agguato a Stati Uniti e Israele, accusandoli di voler fermare il programma nucleare interno. Oggi, il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, ha puntato il dito direttamente contro il presidente americano, Barak Obama, reo di aver “incoraggiato i terroristi”. Intanto, in seno alla comunità internazionale è sempre più concreta l’ipotesi di nuove sanzioni contro l’Iran. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, è tornato oggi ad accusare Israele e Stati Uniti dell'attentato che ha ucciso Massud Ali-Mohammadi, professore di Fisica all'Università di Teheran. Lo ha fatto muovendo insinuazioni pesanti, secondo le quali Obama avrebbe incoraggiato i terroristi ad ''eliminare fisicamente gli scienziati nucleari iraniani''. “Dei proclami umanitari del presidente americano - ha aggiunto l’autorità iraniana - non resta che un’immagine di guerra e di atti terroristici''. Dal canto loro, gli Stati Uniti avevano già definito “assurde” - e Israele le aveva giudicate indegne di una risposta - le accuse lanciate ieri dal Ministero degli esteri iraniano. Intanto, la stampa dello Stato ebraico riferisce di una petizione a favore di Mussavi sottoscritta da 240 intellettuali, fra i quali lo stesso scienziato assassinato, e mostra l'immagine di una persona qualificata come “un libanese degli Hezbollah” nel luogo dell'attentato. Potrebbero quindi aprirsi nuovi scenari che vedono l’ombra della repressione allungarsi anche su questa vicenda. La Repubblica islamica vede inoltre materializzarsi i fantasmi di nuove sanzioni proprio a causa del programma nucleare, che saranno discusse sabato a New York in una riunione del gruppo 5+1. L'ambasciatore americano presso l’Unione Europea ha assicurato che la mano tesa verso l'Iran “non resterà eternamente disponibile”.

 
Yemen
Nello Yemen, prosegue la lotta senza quartiere lanciata ad Al Qaida. Un importante capo locale della rete terroristica è stato ucciso assieme ad almeno altri 20 miliziani in un blitz contro un’abitazione nella cittadina di al-Houta, a 600 km ad est di Sanàa. Un altro centinaio d’infiltrati sciiti dallo Yemen sono stati uccisi in Arabia Saudita. Tuttavia, secondo la stampa locale Al Qaida avrebbe allestito tre nuovi campi di addestramento nel sud del Paese. Le fonti hanno aggiunto che i membri dell’organizzazione terroristica “hanno di recente attirato un gran numero di giovani a Shabwa, pagandoli con valuta straniera”.

Afghanistan
Non accenna a fermarsi la violenza in Afghanistan. Due agenti di polizia sono morti e almeno 16 sono rimasti feriti in due diversi attentati realizzati nelle province meridionali di Ghazni e Kandahar. Vittime anche tra le truppe statunitensi: due soldati sono morti per l’esplosione di un ordigno nell’est del Paese. Fa discutere, intanto, il rapporto Onu diffuso ieri a Kabul dal quale emerge che il 2009 è stato l’anno più cruento dall'intervento della coalizione internazionale nel 2001. Stando alle cifre offerte, i civili morti lo scorso anno sono stati oltre 2.410, un 14% in più rispetto al 2008. Le vittime provocate dai talebani sono state il triplo di quelle causate dai militari delle forze afghane o internazionali.

Iraq
Proseguono le azioni della guerriglia in Iraq. Nella provincia di Anbar, sette i morti provocati da un attentato suicida, condotto con un camion-cisterna imbottito di esplosivo. Ed è polemica per il rapporto della Commissione d’inchiesta indipendente, voluta dal premier olandese, che ha giudicato illegittima l'invasione dell'Iraq da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna, sia sotto il profilo del diritto internazionale sia della risoluzione dell’Onu.

Pakistan
Questa stamattina un treno in Pakistan ha investito uno scuolabus. Il bilancio dell’incidente è di almeno 11 morti. Si tratta di bambini sotto i dieci anni e del conducente del mezzo. Altri dieci bimbi sono ricoverati in ospedale. Il tutto è accaduto ad un passaggio a livello incustodito. Altri due minori sono morti e vari altri sono rimasti feriti oggi per un’esplosione avvenuta in un terreno abbandonato di Tank City, capoluogo dell'omonimo distretto della Provincia della Frontiera nordoccidentale. Secondo una prima ricostruzione della polizia, i bambini stavano giocando quando hanno raccolto a terra un giubbetto imbottito di esplosivo che è saltato in aria.

Medio Oriente
Pieno sostegno dell’Unione Europea alla costruzione di uno stato palestinese. Lo hanno ribadito i leader del Vvecchio continente durante una riunione, ieri a Bruxelles, incentrata soprattutto sugli aiuti economici all’Autorità nazionale palestinese (Anp). Deciso lo stanziamento di un miliardo di euro. Il rilancio dei negoziati di pace con gli israeliani, basati sulla soluzione dei due stati, sarà oggi al centro di una nuova riunione dei membri del quartetto per il Medio Oriente, composto alla presenza, fra gli altri, dell’inviato Usa, George Mitchell, che proprio nei prossimi giorni si recherà nella regione.

Google contro la censura cinese
Google ha denunciato di aver subito attacchi informatici “molto sofisticati" da parte di Pechino per rintracciare attivisti per la difesa dei diritti umani cinesi. Le caselle postali di alcuni leader dell'opposizione sarebbero infatti state violate. Il più diffuso motore di ricerca del web ha quindi annunciato che non applicherà più alcun filtro in Cina, minacciando di sospendere ogni attività nel ricco mercato asiatico. Riprovazione per la vicenda è stata espressa dagli Stati Uniti che - attraverso il segretario di Stato, Hillary Clinton - hanno chiesto spiegazioni al governo di Pechino, che a sua volta sta verificando le accuse mosse dalla compagnia americana.

India maltempo
Non si placa l’eccezionale ondata di maltempo che in questi giorni ha colpito l'India, soprattutto la zona centro-nord del Paese. Media di Nuova Dheli hanno riferito oggi che dall’inizio dell’anno sono morte circa 350 persone, la maggior parte - poveri e anziani - nella regione dell'Uttar Pradèsh.

Guinea
Prima uscita pubblica in Burkina Faso del capo della giunta militare in Guinea, Camarà, dopo il lungo ricovero a seguito dell’attentato subito lo scorso mese di dicembre. Da quella data, il leader africano non era mai apparso in pubblico. Smentite dunque le notizie sull’aggravarsi delle sue condizioni di salute. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 13

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