Scambio di accuse tra Iran e Usa per l’omicidio dello scienziato nucleare iraniano
In Iran, è ancora giallo sulle motivazioni della morte, ieri, di uno scienziato nucleare
ucciso da un ordigno comandato a distanza, fuori della sua abitazione. Teheran ha
subito attribuito l'agguato a Stati Uniti e Israele, accusandoli di voler fermare
il programma nucleare interno. Oggi, il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani,
ha puntato il dito direttamente contro il presidente americano, Barak Obama, reo di
aver “incoraggiato i terroristi”. Intanto, in seno alla comunità internazionale è
sempre più concreta l’ipotesi di nuove sanzioni contro l’Iran. Il servizio di Marco
Guerra:
Il presidente
del parlamento iraniano, Ali Larijani, è tornato oggi ad accusare Israele e Stati
Uniti dell'attentato che ha ucciso Massud Ali-Mohammadi, professore di Fisica all'Università
di Teheran. Lo ha fatto muovendo insinuazioni pesanti, secondo le quali Obama avrebbe
incoraggiato i terroristi ad ''eliminare fisicamente gli scienziati nucleari iraniani''.
“Dei proclami umanitari del presidente americano - ha aggiunto l’autorità iraniana
- non resta che un’immagine di guerra e di atti terroristici''. Dal canto loro, gli
Stati Uniti avevano già definito “assurde” - e Israele le aveva giudicate indegne
di una risposta - le accuse lanciate ieri dal Ministero degli esteri iraniano. Intanto,
la stampa dello Stato ebraico riferisce di una petizione a favore di Mussavi sottoscritta
da 240 intellettuali, fra i quali lo stesso scienziato assassinato, e mostra l'immagine
di una persona qualificata come “un libanese degli Hezbollah” nel luogo dell'attentato.
Potrebbero quindi aprirsi nuovi scenari che vedono l’ombra della repressione allungarsi
anche su questa vicenda. La Repubblica islamica vede inoltre materializzarsi i fantasmi
di nuove sanzioni proprio a causa del programma nucleare, che saranno discusse sabato
a New York in una riunione del gruppo 5+1. L'ambasciatore americano presso l’Unione
Europea ha assicurato che la mano tesa verso l'Iran “non resterà eternamente disponibile”.
Yemen Nello
Yemen, prosegue la lotta senza quartiere lanciata ad Al Qaida. Un importante capo
locale della rete terroristica è stato ucciso assieme ad almeno altri 20 miliziani
in un blitz contro un’abitazione nella cittadina di al-Houta, a 600 km ad est di Sanàa.
Un altro centinaio d’infiltrati sciiti dallo Yemen sono stati uccisi in Arabia Saudita.
Tuttavia, secondo la stampa locale Al Qaida avrebbe allestito tre nuovi campi di addestramento
nel sud del Paese. Le fonti hanno aggiunto che i membri dell’organizzazione terroristica
“hanno di recente attirato un gran numero di giovani a Shabwa, pagandoli con valuta
straniera”.
Afghanistan Non accenna a fermarsi la violenza in Afghanistan.
Due agenti di polizia sono morti e almeno 16 sono rimasti feriti in due diversi attentati
realizzati nelle province meridionali di Ghazni e Kandahar. Vittime anche tra le truppe
statunitensi: due soldati sono morti per l’esplosione di un ordigno nell’est del Paese.
Fa discutere, intanto, il rapporto Onu diffuso ieri a Kabul dal quale emerge che il
2009 è stato l’anno più cruento dall'intervento della coalizione internazionale nel
2001. Stando alle cifre offerte, i civili morti lo scorso anno sono stati oltre 2.410,
un 14% in più rispetto al 2008. Le vittime provocate dai talebani sono state il triplo
di quelle causate dai militari delle forze afghane o internazionali.
Iraq Proseguono
le azioni della guerriglia in Iraq. Nella provincia di Anbar, sette i morti provocati
da un attentato suicida, condotto con un camion-cisterna imbottito di esplosivo. Ed
è polemica per il rapporto della Commissione d’inchiesta indipendente, voluta dal
premier olandese, che ha giudicato illegittima l'invasione dell'Iraq da parte di Stati
Uniti e Gran Bretagna, sia sotto il profilo del diritto internazionale sia della risoluzione
dell’Onu.
Pakistan Questa stamattina un treno in Pakistan ha investito
uno scuolabus. Il bilancio dell’incidente è di almeno 11 morti. Si tratta di bambini
sotto i dieci anni e del conducente del mezzo. Altri dieci bimbi sono ricoverati in
ospedale. Il tutto è accaduto ad un passaggio a livello incustodito. Altri due minori
sono morti e vari altri sono rimasti feriti oggi per un’esplosione avvenuta in un
terreno abbandonato di Tank City, capoluogo dell'omonimo distretto della Provincia
della Frontiera nordoccidentale. Secondo una prima ricostruzione della polizia, i
bambini stavano giocando quando hanno raccolto a terra un giubbetto imbottito di esplosivo
che è saltato in aria.
Medio Oriente Pieno sostegno dell’Unione
Europea alla costruzione di uno stato palestinese. Lo hanno ribadito i leader del
Vvecchio continente durante una riunione, ieri a Bruxelles, incentrata soprattutto
sugli aiuti economici all’Autorità nazionale palestinese (Anp). Deciso lo stanziamento
di un miliardo di euro. Il rilancio dei negoziati di pace con gli israeliani, basati
sulla soluzione dei due stati, sarà oggi al centro di una nuova riunione dei membri
del quartetto per il Medio Oriente, composto alla presenza, fra gli altri, dell’inviato
Usa, George Mitchell, che proprio nei prossimi giorni si recherà nella regione.
Google
contro la censura cinese Google ha denunciato di aver subito attacchi informatici
“molto sofisticati" da parte di Pechino per rintracciare attivisti per la difesa dei
diritti umani cinesi. Le caselle postali di alcuni leader dell'opposizione sarebbero
infatti state violate. Il più diffuso motore di ricerca del web ha quindi annunciato
che non applicherà più alcun filtro in Cina, minacciando di sospendere ogni attività
nel ricco mercato asiatico. Riprovazione per la vicenda è stata espressa dagli Stati
Uniti che - attraverso il segretario di Stato, Hillary Clinton - hanno chiesto spiegazioni
al governo di Pechino, che a sua volta sta verificando le accuse mosse dalla compagnia
americana.
India maltempo Non si placa l’eccezionale ondata di maltempo
che in questi giorni ha colpito l'India, soprattutto la zona centro-nord del Paese.
Media di Nuova Dheli hanno riferito oggi che dall’inizio dell’anno sono morte circa
350 persone, la maggior parte - poveri e anziani - nella regione dell'Uttar Pradèsh.
Guinea Prima
uscita pubblica in Burkina Faso del capo della giunta militare in Guinea, Camarà,
dopo il lungo ricovero a seguito dell’attentato subito lo scorso mese di dicembre.
Da quella data, il leader africano non era mai apparso in pubblico. Smentite dunque
le notizie sull’aggravarsi delle sue condizioni di salute. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 13
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