La Chiesa del Costa Rica ‘boccia’ i progetti a cielo aperto dell’industria mineraria
La Chiesa del Costa Rica esprime preoccupazione per il discusso progetto “Las Crucitas
de Cutris de San Carlos”, nella provincia di Alajuela, riguardo un giacimento minerario
a cielo aperto. I vescovi della nazione centroamericana sono tornati a pronunciarsi
con un ampio documento per ribadire che “studi scientifici hanno dimostrato che l’industria
mineraria chimica ha forte impatto negativo sull’ambiente, soprattutto nelle aree
che sono molto ricche di biodiversità”. Tra tali conseguenze rischiose i presuli ricordano
il disboscamento, l’alterazione della geomorfologia, l’inquinamento atmosferico con
piombo e mercurio, l’emissione di gas serra, il danno alle falde acquifere, l’immagazzinamento
di sostanze tossiche e, dunque “molti rischi per la salute dei lavoratori e lavoratrici
delle comunità coinvolte”. I presuli considerano opportuno “continuare lo sforzo necessario
per guidare uno sviluppo in un modo armonioso con la natura” evitando “le visioni
utilitariste o economiciste” e perciò capace di tenere conto, “nel bilancio reale,
considerazioni tecniche ed etiche”. Oggi più che mai, scrivono i vescovi del Costa
Rica, tutta la nazione “deve persistere nel raggiungimento di un modello di sviluppo
sostenibile e di pace con la natura”. Spiegando il senso di questo loro intervento
i vescovi affermano che “la Chiesa ha la responsabilità nei confronti del Creato e
di ciò deve rendere pubblica testimonianza”, e sulla questione citano ampiamente diversi
brani sulle sfide ambientali di Benedetto XVI contenuti nell’enciclica “Caritas in
veritate”. Per i presuli difendere il Creato non è solo un dovere; è anche, dicono,
un diritto che obbliga tutti a tenere conto che se non si protegge la natura in qualche
modo si fa del male ai propri simili. In questo senso, la Chiesa “denuncia ogni atto
che possa intaccare questo diritto di tutti” e ricorda allo Stato il suo dovere di
“garantire, difendere e preservare” per tutti i cittadini questo bene comune. La dichiarazione,
che firmano i vescovi membri del Comitato di presidenza, tra cui il suo presidente
mons. Hugo Barrantes Ureña, arcivescovo di San José, chiede al capo dello Stato, Oscar
Arias, di derogare il decreto che attribuisce al progetto “Las Crucitas de Cutris
de San Carlos” la qualità di “interesse pubblico e convenienza nazionale”. Inoltre,
concludono i presuli, sarebbe raccomandabile dichiarare una “moratoria definitiva
riguardo l’esplorazione lo sfruttamento delle miniere a cielo aperto su tutto il territorio
nazionale”. (A cura di Luis Badilla)