Visita in Libano di una delegazione di vescovi Usa nell'anno del Sinodo per il Medio
Oriente
“Una missione per indagare sui fatti”. È un semplice viaggio esplorativo quello effettuato
in questi giorni dal vice-presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti
in Libano e nella regione mediorientale, accompagnato dai responsabili di Catholic
relief services (Crs), la Caritas americana. Di origini libanesi, mons. Gerard Kicanas,
ha trascorso cinque giorni nella sua terra natale prima di spostarsi in Israele, Cisgiordania
e Giordania, nel quadro della medesima missione, legata al prossimo Sinodo delle Chiese
del Medio oriente in programma a Roma nell’ottobre 2010. Nel corso della sua missione
in Libano - riferisce l'agenzia AsiaNews - il presule ha potuto potuto rendersi conto
delle difficoltà con le quali si scontrano le comunità cristiane nel 'Paese dei cedri'.
Alcune si sono ripetute così di frequente che hanno finito per perdere il loro impatto,
trasformandosi in luoghi comuni: la guerra, i palestinesi armati, l’arsenale di Hezbollah,
le divisioni fra cristiani, la precarietà economica, la disoccupazione e il sotto-impiego,
la crescita continua dell’islam nell’amministrazione e nell’esercito, la mancanza
di una politica degli alloggi, l’emigrazione, il basso tasso di natalità. Il nunzio
apostolico che giovedì 7 gennaio ha assistito all’incontro tra la delegazione americana
e il sinodo dei vescovi maroniti, si diceva impressionato dalle cifre che emergevano
dai documenti della Fondazione maronita nel mondo pubblicati il giorno prima dal quotidiano
libanese L’Orient-Le Jour e che sono indicativi della diminuzione del numero delle
comunità cristiane. Un compendio consegnato dai vescovi maroniti alla delegazione
Usa mostra che dal 52% della popolazione totale, oggi i cristiani in Libano non superano
il 35% e una parte lavora all’estero. Quanto al tasso di natalità delle famiglie cristiane,
esso si attesta attorno all’1,8%. Nel documento consegnato a mons. Kicanas, i vescovi
maroniti parlano di “società indebolita a livello morale”, senza definirne con precisione
le cause, e di “divisioni interne e di dispute, nonostante tutti gli sforzi volti
alla riconciliazione”. L’indebolimento morale delle comunità cristiane sarà al centro
del messaggio per la quaresima del 2010, afferma il documento, il quale ricorda che
questo tema è stato il cuore dell’Assemblea generale dei patriarchi e dei vescovi
cattolici del Libano, che si è tenuto dal 9 al 14 dicembre scorso. (R.P.)