2010-01-10 15:56:07

A Rosarno, iniziata la demolizione delle baracche degli immigrati


Sembra essere tornata la normalità a Rosarno dopo gli scontri dei giorni scorsi al centro delle indagini delle autorità locali. Più di mille immigrati hanno lasciato la cittadina calabrese, dove in mattinata è iniziata anche la demolizione dei luoghi utilizzati come ricovero dagli stranieri. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Smantellare i rifugi degli immigrati: questo l’obiettivo della prefettura di Reggio Calabria che ha ordinato le demolizioni partite stamattina. Le ruspe dei vigili del fuoco sono entrate così in azione a cominciare dall’area "Rognetta", l’ex deposito alimentare alla periferia di Rosarno, per abbattere decine di baracche in cartone, plastica e lamiera abitate da centinaia di persone. All’interno delle strutture biciclette utilizzate per raggiungere i campi di agrumi, vestiti, pentole, letti, ma anche le valigie che gli immigrati non hanno fatto in tempo a recuperare. Tutti, infatti, sono stati portati nelle strutture di ricovero, prima tappa del percorso di sfollamento della cittadina. Circa mille e 300 i trasferimenti che si sono completati stanotte, sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine: treni e autobus diretti soprattutto verso i centri di prima accoglienza di Crotone e di Bari, dove peraltro sono in corso le procedure di identificazione. Numerosi gli immigrati che hanno abbandonato volontariamente la zona di Rosarno. Difficile stabilire invece quanti abbiano deciso di restare perché impegnati nella raccolta di agrumi. Proprio per questo, resta alta la vigilanza sul territorio. Gli irregolari verranno immediatamente espulsi, ha detto il ministro dell’Interno Maroni, che ha garantito il massimo impegno dello Stato per supplire alle carenze delle istituzioni locali in questi anni. A Rosarno, ha precisato, nessuno ha voluto vedere queste situazioni che sono diventate un problema di ordine pubblico. La magistratura indaga per stabilire se dietro le violenze dei giorni scorsi ci sia stata la mano della ‘ndrangheta, mentre la Chiesa locale ha chiesto di riflettere sull’accaduto che ha provocato una cinquantina di feriti e dieci fermi.







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