2010-01-09 15:51:53

Vietnam: la protesta di vescovi e fedeli per il Crocifisso distrutto


“Ora stiamo vivendo un grande dolore e siamo colpiti, perché quanto accaduto al Crocifisso è un sacrilegio contro Cristo, nostro Signore. È stato un vero sacrilegio, un insulto contro il simbolo più sacro della nostra fede”. Queste le parole di padre John Le Trong Cung, vicecancelliere della parrocchia di Dong Chiem, in Vietnam, dove è avvenuta la distruzione, il 6 gennaio scorso, del Crocifisso del cimitero, come riporta l’agenzia AsiaNews. La collina dove è avvenuto il fatto è di proprietà della parrocchia da più di cento anni e dal 1944 è usata come cimitero. Le autorità vietnamite, però, negano ogni diritto di proprietà, perché, in un Paese comunista, “la terra appartiene al popolo e lo Stato la gestisce per il popolo”. Di fronte alla distruzione della Croce, i fedeli, insieme ad altri sacerdoti, sono subito accorsi a pregare per i feriti e per la parrocchia nel suo insieme. Ci sono state anche proteste nei confronti della polizia, che però ha reagito brutalmente. “Almeno una decina di persone sono state duramente bastonate – ha dichiarato padre Le Trong Cung – due di loro sono state ferite seriamente e portate in una clinica”. Inoltre cinque cattolici sono stati arrestati e portati in un luogo al momento sconosciuto. “L’aver assalito brutalmente inermi e innocenti civili è un atto selvaggio e inumano, che ferisce gravemente la dignità umana. Questa ottusa condotta va condannata”, ha affermato padre Le Trong Cung. I presuli del Nord Vietnam, solidarizzando con l’arcivescovo di Hanoi, nella cui diocesi si trova la parrocchia di Dong Chiem, hanno espresso ieri il proprio sgomento per quanto accaduto e hanno chiesto al governo di non usare misure che possano creare “ulteriore malcontento, rabbia e sfiducia tra la popolazione”, e hanno invitato le autorità ad apportare un cambiamento “nelle leggi che regolano il possesso dei terreni e delle proprietà”. A conclusione del messaggio redatto ieri, i presuli hanno comunque confermato la volontà di “collaborare con il governo” per il bene del Paese e per la costruzione di “una grande famiglia” in cui tutti i membri possano coesistere in maniera pacifica. Intanto, mentre i media di Stato hanno ripreso la campagna diffamatoria contro i cattolici, alcuni fedeli, sfidando il governo, hanno edificato una nuova Croce di bambù nello stesso sito in cui era collocata la croce distrutta dalle forze di polizia. (F.C.)







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