Vietnam: la protesta di vescovi e fedeli per il Crocifisso distrutto
“Ora stiamo vivendo un grande dolore e siamo colpiti, perché quanto accaduto al Crocifisso
è un sacrilegio contro Cristo, nostro Signore. È stato un vero sacrilegio, un insulto
contro il simbolo più sacro della nostra fede”. Queste le parole di padre John Le
Trong Cung, vicecancelliere della parrocchia di Dong Chiem, in Vietnam, dove è avvenuta
la distruzione, il 6 gennaio scorso, del Crocifisso del cimitero, come riporta l’agenzia
AsiaNews. La collina dove è avvenuto il fatto è di proprietà della parrocchia da più
di cento anni e dal 1944 è usata come cimitero. Le autorità vietnamite, però, negano
ogni diritto di proprietà, perché, in un Paese comunista, “la terra appartiene al
popolo e lo Stato la gestisce per il popolo”. Di fronte alla distruzione della Croce,
i fedeli, insieme ad altri sacerdoti, sono subito accorsi a pregare per i feriti e
per la parrocchia nel suo insieme. Ci sono state anche proteste nei confronti della
polizia, che però ha reagito brutalmente. “Almeno una decina di persone sono state
duramente bastonate – ha dichiarato padre Le Trong Cung – due di loro sono state ferite
seriamente e portate in una clinica”. Inoltre cinque cattolici sono stati arrestati
e portati in un luogo al momento sconosciuto. “L’aver assalito brutalmente inermi
e innocenti civili è un atto selvaggio e inumano, che ferisce gravemente la dignità
umana. Questa ottusa condotta va condannata”, ha affermato padre Le Trong Cung. I
presuli del Nord Vietnam, solidarizzando con l’arcivescovo di Hanoi, nella cui diocesi
si trova la parrocchia di Dong Chiem, hanno espresso ieri il proprio sgomento per
quanto accaduto e hanno chiesto al governo di non usare misure che possano creare
“ulteriore malcontento, rabbia e sfiducia tra la popolazione”, e hanno invitato le
autorità ad apportare un cambiamento “nelle leggi che regolano il possesso dei terreni
e delle proprietà”. A conclusione del messaggio redatto ieri, i presuli hanno comunque
confermato la volontà di “collaborare con il governo” per il bene del Paese e per
la costruzione di “una grande famiglia” in cui tutti i membri possano coesistere in
maniera pacifica. Intanto, mentre i media di Stato hanno ripreso la campagna diffamatoria
contro i cattolici, alcuni fedeli, sfidando il governo, hanno edificato una nuova
Croce di bambù nello stesso sito in cui era collocata la croce distrutta dalle forze
di polizia. (F.C.)