Stati Uniti: l’attentatore del volo Amsterdam-Detroit davanti al giudice
Emergono particolari sul contenuto degli interrogatori fatti dall’Fbi a Umar Farouk
Abdulmutallab, il nigeriano 23.enne fallito attentatore del volo Amsterdam-Detroit
del 25 dicembre scorso. Il ragazzo ha fatto riferimento a una ventina di giovani musulmani
che si sono addestrati nello Yemen a utilizzare la stessa sua tecnica per fare esplodere
gli aerei. Ieri, il nigeriano è comparso davanti ad un giudice americano per la prima
volta e si è dichiarato non colpevole. I particolari nel servizio di Elena Molinari:
Il
giovane nigeriano si è presentato all’udienza a Detroit con una maglietta bianca e
pantaloni beige, ha confermato i suoi dati anagrafici, di aver letto i capi di imputazione
e di aver ricevuto cure mediche. Il 23.enne è stato incriminato di uso di armi di
distruzione di massa e di tentato omicidio di quasi 300 persone e rischia l’ergastolo.
Intanto, Barack Obama ha messo in moto le direttive che dovrebbero rendere più efficace
il lavoro dell’intelligence americana, ricordando che d’ora in poi “chi sbaglierà,
pagherà”. La Cia da parte sua ha già promesso di rendere più rapida la diffusione
delle notizie su terroristi estremisti. L’amministrazione, inoltre, ha stanziato fondi
per l’acquisto di altri 300 body scanner negli aeroporti. E a seguito delle nuove
misure, a New York, ieri, le forze antiterrorismo dell’Fbi hanno arrestato due persone
sorvegliate da tempo: si tratta di un bosniaco e di un americano che erano stati in
contatto con Najibullah Zazi, l’autista afghano arrestato in settembre
in Colorado per aver acquistato materiale esplosivo. Infine, ieri l’aeroporto Logan
di Boston è stato chiuso al traffico per 30 minuti a causa di un odore sospetto, ma
si trattava solo del liquido anticongelamento di un aereo.
Protesta
degli extracomunitari in Calabria: ferito un immigrato a Gioia Tauro E’ tornata
in parte la calma a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dopo le violenze dei
giorni scorsi, scatenate dal ferimento di due immigrati cui è seguita una rivolta
degli stessi extracomunitari nella cittadina, che ha causato 37 feriti, dei quali
6 gravi. I circa 250 immigrati che erano alloggiati nell'ex fabbrica Rognetta sono
stati trasferiti a Crotone, mentre Polizia e Carabinieri sono pronti a trasferire
anche gli altri che si trovano nel secondo centro, quello dell’ex Opera Sila, vicino
a Gioia Tauro. Nelle campagne della zona, stamani, un immigrato originario del Burkina
Faso è stato ferito da colpi di fucile caricato a pallini. A Reggio Calabria, intanto,
si è insediata la task force ministeriale incaricata dal ministro dell'Interno,
Roberto Maroni, di individuare le soluzioni necessarie per superare le tensioni. Oggi,
il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha espresso preoccupazione per
la situazione degli immigrati, invitando a non ricorrere alla violenza. Debora
Donnini ha raggiunto telefonicamente don Pino Varrà, parroco della Chiesa
di San Giovanni Battista a Rosarno
R. - La condizione
di vita degli immigrati è veramente una condizione inumana: vivono con letti di cartone,
in casupole di cartone. L’unico riferimento, in questi anni, sono state le associazioni
che si sono date da fare e le tre parrocchie della città. Il riferimento per il cibo
e altro tipo di assistenza è stato questo. Poi, per quel poco che hanno potuto guadagnare
in questi anni, tanti hanno trovato alloggio anche in città. Agli inizi qui sono arrivati
marocchini, algerini, tunisini, polacchi, poi c’è stato l’arrivo dei centrafricani,
poi dei bulgari, dei romeni e così via. Negli ultimi anni, sono arrivate soprattutto
persone di colore: venivano stagionalmente ma non hanno più trovato posto, perché
molte delle case vengono date in affitto a romeni, bulgari e polacchi. Con le case
in affitto le persone dell’est europeo hanno trovato situazioni migliori, si sono
stabilizzati e non vanno altrove a lavorare.
D. -
Le difficili condizioni di vita di queste persone hanno in qualche modo alimentato
le violenze? A cosa sono dovute?
R. - Sono dovute
al fatto che non hanno un posto dove andare a dormire, dove andare a mangiare. Rosarno
ha 15 mila abitanti e abbiamo una presenza di quasi duemila extracomunitari. Certo
non è assolutamente una giustificazione. Ma non c’è materialmente nemmeno il posto.
Noi è da 20 anni che facciamo accoglienza, ma è quel tipo di accoglienza che si può
fare in una parrocchia, che si può fare in un’associazione: la mensa, la distribuzione
dei viveri, la distribuzione di indumenti. A queste persone - gente che dormiva nella
stazione, che dormiva per le strade - abbiamo distribuito negli anni migliaia di coperte.
Il problema nasce proprio dalla disponibilità dei posti. Perché richiesta di lavoro
c'è: gli agrumi, ad esempio, che ormai non raccoglie più nessuno. Io vorrei solamente
invitare alla calma, a ragionarci sopra, ad essere un po’ più razionali per accogliere
senza fare distinzioni.
Afghanistan Humam
al Balawi, il kamikaze che il 30 dicembre scorso uccise otto agenti Cia in Afghanistan,
ha agito per vendicarsi dei Servizi segreti giordani e americani, “veri nemici della
nazione araba”. Lo dice lui stesso, in un video postumo di rivendicazione trasmesso
da Al Jazira in cui esorta tutti i jihadisti a compiere nuovi attentati anti-Usa.
Balawi era stato reclutato dalla Cia su indicazione dei servizi di Amman. Il giorno
dell'attentato era stato portato nella base di Khost senza controlli di sicurezza
perché si pensava avrebbe rivelato il nascondiglio di Al Zawahiri, numero due di Al
Qaeda.E continuano gli scenari di violenza nel Paese. Un soldato danese è
stato ucciso e cinque sono rimasti feriti, due dei quali in modo grave, in un'esplosione
avvenuta nel Sud dell'Afghanistan. Lo riferisce l'esercito danese, secondo cui i membri
dell'unità di esplorazione erano a bordo di un veicolo quando sono stati colpiti.
I soldati sono stati trasportati in aereo in un ospedale: uno di loro è stato dichiarato
morto al suo arrivo. Due dei feriti sono ancora ricoverati, mentre gli altri tre hanno
riportato solo lievi ferite. Intanto, nel sud del Paese, nella provincia di Kandahar,
le forze armate afghane e internazionali hanno distrutto dieci tonnellate di fertilizzante
contenente nitrato di ammonio, un composto chimico spesso utilizzato per costruire
bombe rudimentali. I militari dell'Isaf (la forza della Nato in Afghanistan) hanno
distrutto il fertilizzante e restituito il camion al proprietario, insieme a un compenso.
Sul fronte istituzionale, il presidente afghano, Hamid Karzai, ha presentato oggi
la lista dei nuovi ministri che rimpiazza le precedenti nomine respinte la scorsa
settimana dal parlamento di Kabul. L’Assemblea potrebbe tuttavia dibattere per alcuni
giorni prima di votare sulle nomine. Il nome indicato per il nuovo ministro degli
Esteri è quello del consigliere della sicurezza, Zalmay Rasul.
Yemen Otto
persone ieri sono morte nel nord dello Yemen in violenti scontri fra ribelli sciiti
zaiditi e uomini armati di una tribù. Lo ha reso noto un capo tribale sciita. Gli
scontri, fa sapere la fonte, sono scoppiati quando gli uomini della tribù Shawlan,
nella provincia di Al-Jawf, sono riusciti a rompere il blocco che i ribelli hanno
imposto alla loro regione da circa cinque mesi. Nelle violenze, sono morti cinque
ribelli e tre membri della tribù.
Pakistan Sei razzi sono stati lanciati
la scorsa notte dal Pakistan verso l'India, senza provocare danni. Lo riferisce la
televisione indiana, secondo la quale i razzi sono partiti lungo il confine dello
stato del Punjab e sono atterrati senza esplodere in un avamposto della polizia di
frontiera indiana (Bsf) a Kangarh. L'avamposto si trova a meno di un chilometro dal
confine fra i due Stati e gli agenti della Bsf hanno aperto il fuoco con mortai e
mitragliatrici contro l'area pakistana di Wala, dalla quale sono partiti i sei razzi.
Quello di questa notte è il terzo attacco con razzi dal Pakistan verso l'India, l'ultimo
fu nel mese di settembre. Dopo il fuoco indiano, l'ufficiale in comando a Kangarh
si è incontrato con il suo collega pakistano per protestare. Nessuno dei due ha confermato
feriti o danni, mentre i pakistani hanno accusato gruppi terroristi di essere dietro
il lancio di razzi, pur non escludendo il coinvolgimento di soldati pakistani nell'accaduto.
Cina Almeno
12 minatori sono morti in un incendio scoppiato ieri in una miniera di carbone della
Cina orientale. Lo riferisce oggi l'agenzia ufficiale Nuova Cina. Le squadre di soccorso
hanno recuperato i corpi dei 12 lavoratori in una miniera nella provincia di Jianxi.
L'incendio, secondo le autorità locali citate dall'agenzia, si è sviluppato a causa
del corto circuito di un cavo sotterraneo. Gli incidenti nelle miniere cinesi sono
frequenti, in particolare in quelle di carbone: 3.215 i lavoratori morti nel 2008,
secondo i dati ufficiali.
Isole Salomone Una forte scossa di terremoto,
di magnitudo 6,3, è stata registrata nelle Isole Salomone, nel Pacifico occidentale.
Secondo l'Us Geological Survey, l'epicentro è stato ad una profondità di 35 chilometri
a circa 146 chilometri a sudest della cittadina di Gizo. Il sisma non ha fatto scattare
un immediato allarme tsunami.
Croazia Il socialdemocratico
Ivo Josipovic, candidato del centrosinistra al ballottaggio per le presidenziali di
domani in Croazia è il favorito in tutti i sondaggi, con il 55% dei consensi. Il suo
avversario, il sindaco di Zagabria Milan Bandic - che ha abbandonato negli ultimi
mesi il partito socialdemocratico per diventare un rappresentante informale del centrodestra
- otterrebbe il 45% dei voti. Nel primo turno di due settimane fa, non si è affermato
alcun candidato ufficiale del centrodestra, a causa della dispersione tra i dissidenti
del partito al potere, la comunità democratica croata.
Venezuela Il
presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha dichiarato di avere mobilitato due caccia
F-16 per intercettare un aereo militare Usa, che ieri avrebbe violato lo spazio aereo
del suo Paese. Chávez ha parlato di "ennesima provocazione" di Washington, esibendo
una foto dell'aereo che avrebbe compiuto la violazione. Gli F-16 hanno scortato il
velivolo fuori dallo spazio aereo venezuelano.
Unione Europea Il
presidente stabile della Ue, Herman Van Rompuy, ha affermato che “l'Europa ha bisogno
di crescita, ora e in futuro. E' una questione di sopravvivenza”. Così l'esordio di
Von Rompuy, alla sua prima conferenza stampa, tenutasi a Madrid insieme al presidente
di turno, il premier spagnolo Zapatero, ed al presidente della commissione Ue, Barroso.
“La nostra priorità - ha aggiunto - è una strategia per aumentare il nostro potenziale
di crescita per difendere il modello sociale e lo stile di vita europei”. (Panoramica
internazionale a cura di Virginia Volpe)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 9
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possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.