2010-01-09 15:28:57

Stati Uniti: l’attentatore del volo Amsterdam-Detroit davanti al giudice


Emergono particolari sul contenuto degli interrogatori fatti dall’Fbi a Umar Farouk Abdulmutallab, il nigeriano 23.enne fallito attentatore del volo Amsterdam-Detroit del 25 dicembre scorso. Il ragazzo ha fatto riferimento a una ventina di giovani musulmani che si sono addestrati nello Yemen a utilizzare la stessa sua tecnica per fare esplodere gli aerei. Ieri, il nigeriano è comparso davanti ad un giudice americano per la prima volta e si è dichiarato non colpevole. I particolari nel servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3

 
Il giovane nigeriano si è presentato all’udienza a Detroit con una maglietta bianca e pantaloni beige, ha confermato i suoi dati anagrafici, di aver letto i capi di imputazione e di aver ricevuto cure mediche. Il 23.enne è stato incriminato di uso di armi di distruzione di massa e di tentato omicidio di quasi 300 persone e rischia l’ergastolo. Intanto, Barack Obama ha messo in moto le direttive che dovrebbero rendere più efficace il lavoro dell’intelligence americana, ricordando che d’ora in poi “chi sbaglierà, pagherà”. La Cia da parte sua ha già promesso di rendere più rapida la diffusione delle notizie su terroristi estremisti. L’amministrazione, inoltre, ha stanziato fondi per l’acquisto di altri 300 body scanner negli aeroporti. E a seguito delle nuove misure, a New York, ieri, le forze antiterrorismo dell’Fbi hanno arrestato due persone sorvegliate da tempo: si tratta di un bosniaco e di un americano che erano stati in contatto con Najibullah Zazi, l’autista afghano arrestato in settembre in Colorado per aver acquistato materiale esplosivo. Infine, ieri l’aeroporto Logan di Boston è stato chiuso al traffico per 30 minuti a causa di un odore sospetto, ma si trattava solo del liquido anticongelamento di un aereo.

 
Protesta degli extracomunitari in Calabria: ferito un immigrato a Gioia Tauro
E’ tornata in parte la calma a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dopo le violenze dei giorni scorsi, scatenate dal ferimento di due immigrati cui è seguita una rivolta degli stessi extracomunitari nella cittadina, che ha causato 37 feriti, dei quali 6 gravi. I circa 250 immigrati che erano alloggiati nell'ex fabbrica Rognetta sono stati trasferiti a Crotone, mentre Polizia e Carabinieri sono pronti a trasferire anche gli altri che si trovano nel secondo centro, quello dell’ex Opera Sila, vicino a Gioia Tauro. Nelle campagne della zona, stamani, un immigrato originario del Burkina Faso è stato ferito da colpi di fucile caricato a pallini. A Reggio Calabria, intanto, si è insediata la task force ministeriale incaricata dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, di individuare le soluzioni necessarie per superare le tensioni. Oggi, il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha espresso preoccupazione per la situazione degli immigrati, invitando a non ricorrere alla violenza. Debora Donnini ha raggiunto telefonicamente don Pino Varrà, parroco della Chiesa di San Giovanni Battista a Rosarno RealAudioMP3

R. - La condizione di vita degli immigrati è veramente una condizione inumana: vivono con letti di cartone, in casupole di cartone. L’unico riferimento, in questi anni, sono state le associazioni che si sono date da fare e le tre parrocchie della città. Il riferimento per il cibo e altro tipo di assistenza è stato questo. Poi, per quel poco che hanno potuto guadagnare in questi anni, tanti hanno trovato alloggio anche in città. Agli inizi qui sono arrivati marocchini, algerini, tunisini, polacchi, poi c’è stato l’arrivo dei centrafricani, poi dei bulgari, dei romeni e così via. Negli ultimi anni, sono arrivate soprattutto persone di colore: venivano stagionalmente ma non hanno più trovato posto, perché molte delle case vengono date in affitto a romeni, bulgari e polacchi. Con le case in affitto le persone dell’est europeo hanno trovato situazioni migliori, si sono stabilizzati e non vanno altrove a lavorare.

 
D. - Le difficili condizioni di vita di queste persone hanno in qualche modo alimentato le violenze? A cosa sono dovute?

 
R. - Sono dovute al fatto che non hanno un posto dove andare a dormire, dove andare a mangiare. Rosarno ha 15 mila abitanti e abbiamo una presenza di quasi duemila extracomunitari. Certo non è assolutamente una giustificazione. Ma non c’è materialmente nemmeno il posto. Noi è da 20 anni che facciamo accoglienza, ma è quel tipo di accoglienza che si può fare in una parrocchia, che si può fare in un’associazione: la mensa, la distribuzione dei viveri, la distribuzione di indumenti. A queste persone - gente che dormiva nella stazione, che dormiva per le strade - abbiamo distribuito negli anni migliaia di coperte. Il problema nasce proprio dalla disponibilità dei posti. Perché richiesta di lavoro c'è: gli agrumi, ad esempio, che ormai non raccoglie più nessuno. Io vorrei solamente invitare alla calma, a ragionarci sopra, ad essere un po’ più razionali per accogliere senza fare distinzioni.

 

 
Afghanistan
Humam al Balawi, il kamikaze che il 30 dicembre scorso uccise otto agenti Cia in Afghanistan, ha agito per vendicarsi dei Servizi segreti giordani e americani, “veri nemici della nazione araba”. Lo dice lui stesso, in un video postumo di rivendicazione trasmesso da Al Jazira in cui esorta tutti i jihadisti a compiere nuovi attentati anti-Usa. Balawi era stato reclutato dalla Cia su indicazione dei servizi di Amman. Il giorno dell'attentato era stato portato nella base di Khost senza controlli di sicurezza perché si pensava avrebbe rivelato il nascondiglio di Al Zawahiri, numero due di Al Qaeda. E continuano gli scenari di violenza nel Paese. Un soldato danese è stato ucciso e cinque sono rimasti feriti, due dei quali in modo grave, in un'esplosione avvenuta nel Sud dell'Afghanistan. Lo riferisce l'esercito danese, secondo cui i membri dell'unità di esplorazione erano a bordo di un veicolo quando sono stati colpiti. I soldati sono stati trasportati in aereo in un ospedale: uno di loro è stato dichiarato morto al suo arrivo. Due dei feriti sono ancora ricoverati, mentre gli altri tre hanno riportato solo lievi ferite. Intanto, nel sud del Paese, nella provincia di Kandahar, le forze armate afghane e internazionali hanno distrutto dieci tonnellate di fertilizzante contenente nitrato di ammonio, un composto chimico spesso utilizzato per costruire bombe rudimentali. I militari dell'Isaf (la forza della Nato in Afghanistan) hanno distrutto il fertilizzante e restituito il camion al proprietario, insieme a un compenso. Sul fronte istituzionale, il presidente afghano, Hamid Karzai, ha presentato oggi la lista dei nuovi ministri che rimpiazza le precedenti nomine respinte la scorsa settimana dal parlamento di Kabul. L’Assemblea potrebbe tuttavia dibattere per alcuni giorni prima di votare sulle nomine. Il nome indicato per il nuovo ministro degli Esteri è quello del consigliere della sicurezza, Zalmay Rasul.

Yemen
Otto persone ieri sono morte nel nord dello Yemen in violenti scontri fra ribelli sciiti zaiditi e uomini armati di una tribù. Lo ha reso noto un capo tribale sciita. Gli scontri, fa sapere la fonte, sono scoppiati quando gli uomini della tribù Shawlan, nella provincia di Al-Jawf, sono riusciti a rompere il blocco che i ribelli hanno imposto alla loro regione da circa cinque mesi. Nelle violenze, sono morti cinque ribelli e tre membri della tribù.

Pakistan
Sei razzi sono stati lanciati la scorsa notte dal Pakistan verso l'India, senza provocare danni. Lo riferisce la televisione indiana, secondo la quale i razzi sono partiti lungo il confine dello stato del Punjab e sono atterrati senza esplodere in un avamposto della polizia di frontiera indiana (Bsf) a Kangarh. L'avamposto si trova a meno di un chilometro dal confine fra i due Stati e gli agenti della Bsf hanno aperto il fuoco con mortai e mitragliatrici contro l'area pakistana di Wala, dalla quale sono partiti i sei razzi. Quello di questa notte è il terzo attacco con razzi dal Pakistan verso l'India, l'ultimo fu nel mese di settembre. Dopo il fuoco indiano, l'ufficiale in comando a Kangarh si è incontrato con il suo collega pakistano per protestare. Nessuno dei due ha confermato feriti o danni, mentre i pakistani hanno accusato gruppi terroristi di essere dietro il lancio di razzi, pur non escludendo il coinvolgimento di soldati pakistani nell'accaduto.

Cina
Almeno 12 minatori sono morti in un incendio scoppiato ieri in una miniera di carbone della Cina orientale. Lo riferisce oggi l'agenzia ufficiale Nuova Cina. Le squadre di soccorso hanno recuperato i corpi dei 12 lavoratori in una miniera nella provincia di Jianxi. L'incendio, secondo le autorità locali citate dall'agenzia, si è sviluppato a causa del corto circuito di un cavo sotterraneo. Gli incidenti nelle miniere cinesi sono frequenti, in particolare in quelle di carbone: 3.215 i lavoratori morti nel 2008, secondo i dati ufficiali.

Isole Salomone
Una forte scossa di terremoto, di magnitudo 6,3, è stata registrata nelle Isole Salomone, nel Pacifico occidentale. Secondo l'Us Geological Survey, l'epicentro è stato ad una profondità di 35 chilometri a circa 146 chilometri a sudest della cittadina di Gizo. Il sisma non ha fatto scattare un immediato allarme tsunami.


Croazia
Il socialdemocratico Ivo Josipovic, candidato del centrosinistra al ballottaggio per le presidenziali di domani in Croazia è il favorito in tutti i sondaggi, con il 55% dei consensi. Il suo avversario, il sindaco di Zagabria Milan Bandic - che ha abbandonato negli ultimi mesi il partito socialdemocratico per diventare un rappresentante informale del centrodestra - otterrebbe il 45% dei voti. Nel primo turno di due settimane fa, non si è affermato alcun candidato ufficiale del centrodestra, a causa della dispersione tra i dissidenti del partito al potere, la comunità democratica croata.


Venezuela
Il presidente del Venezuela, Hugo Chávez, ha dichiarato di avere mobilitato due caccia F-16 per intercettare un aereo militare Usa, che ieri avrebbe violato lo spazio aereo del suo Paese. Chávez ha parlato di "ennesima provocazione" di Washington, esibendo una foto dell'aereo che avrebbe compiuto la violazione. Gli F-16 hanno scortato il velivolo fuori dallo spazio aereo venezuelano.


Unione Europea
Il presidente stabile della Ue, Herman Van Rompuy, ha affermato che “l'Europa ha bisogno di crescita, ora e in futuro. E' una questione di sopravvivenza”. Così l'esordio di Von Rompuy, alla sua prima conferenza stampa, tenutasi a Madrid insieme al presidente di turno, il premier spagnolo Zapatero, ed al presidente della commissione Ue, Barroso. “La nostra priorità - ha aggiunto - è una strategia per aumentare il nostro potenziale di crescita per difendere il modello sociale e lo stile di vita europei”. (Panoramica internazionale a cura di Virginia Volpe)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 9

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