Scontri e violenze in Sud Sudan in vista di elezioni e referendum
Preoccupazione per la situazione in Sud Sudan. Uomini armati della tribù Nuer hanno
ucciso in un attacco almeno 139 membri della tribù rivale dei Dinka, razziando circa
5.000 capi di bestiame. Gli scontri giungono a poche ore da un allarme lanciato da
dieci agenzie umanitarie, tra cui l’ong Oxfam, che in un rapporto hanno denunciato
un possibile aumento della violenza nei prossimi 12 mesi, con le scadenze fissate
dell’aprile 2010 per le prime elezioni multipartitiche dall’86 e del gennaio 2011
per il referendum sull’indipendenza del Sud. Già l’anno scorso le violenze nel Sudan
meridionale hanno provocato 2500 vittime e 350 mila sfollati. Sulla situazione in
atto, ascoltiamo padre Franco Moretti, direttore della rivista comboniana Nigrizia,
intervistato da Giada Aquilino:
R. – Il famoso
accordo di pace globale, firmato nel gennaio 2005, che avrebbe dovuto portare la pace
in Sud Sudan, in effetti non era un accordo ma un cessate il fuoco. La pace sarebbe
dovuta venire nel 2011 con il referendum e l’esercito del Sud Sudan e l’esercito nazionale
del regime di Karthoum avrebbero dovuto fondersi, ma questo non è avvenuto. Quindi,
ci sono due eserciti in Sudan. Da tener presente poi che anche nell’esercito sudista
sono rimaste delle milizie tribali e molte di queste sono ancora stanziate nelle varie
zone. Sia i Nuer, sia i Dinka sono pastori e tradizionalmente
razziatori. Infatti, negli ultimi scontri, i Nuer sono riusciti a razziare
5 mila capi di bestiame. Quando queste razzie avvengono, le morti si contano a decine,
perché un tempo le razzie venivano fatte con archi e lance, ora con i kalashnikov:
il Sud Sudan è pieno di armi. D. – Nelle scorse ore diverse
ong hanno denunciato che proprio in Sud Sudan potrebbe aumentare la violenza. Già
nel 2009 ci sono stati 2500 morti. Perché? R. – A qualcuno conviene
che il referendum deragli, non venga fatto o non venga fatto in modo corretto. Inoltre
quest’anno in aprile avremo le elezioni e anche questo fatto a qualcuno non piace.
E questo qualcuno è certamente il regime di Karthoum. Karthoum non vuole perdere il
Sud Sudan. Da vari mesi, poi, c’è un altro elemento di insicurezza in Sud Sudan: l’Esercito
di Resistenza del Signore, guidato da Joseph Kony, che per 20 anni ha seminato terrore
e morte nel Nord Uganda. Questi ribelli ora si sono spostati in Sud Sudan e nell’Est
della Repubblica democratica del Congo: sostenuti dal regime di Karthoum, stanno mettendo
a ferro e fuoco molti villaggi. I vescovi dicono che in Sud Sudan non c’è una famiglia
che non abbia avuto negli ultimi 20 anni una vittima. Noi di Nigrizia siamo preoccupati
e temiamo che nella zona gli scontri non siano terminati.