Repubblica Dominicana: il ricordo della prima Messa in America 516 anni fa
Il cardinale Nicolás de Jesús López Rodriguez, arcivescovo di Santo Domingo, ha presieduto
mercoledì scorso nella chiesa de “La Isabel” un solenne rito eucaristico per ricordare
i 516 anni dalla celebrazione della prima Messa nel continente americano. Insieme
a lui hanno celebrato mons. Josep Wesolosky, nunzio apostolico, e altri quattro vescovi.
Nella sua omelia il porporato, evocando i fatti del 6 gennaio 1994, ha rilevato l’importanza
storica e pastorale di fra Bernardo Boyl e altri dodici ecclesiastici che “dettero
inizio all’evangelizzazione di massa nel contesto del secondo viaggio di Cristoforo
Colombo” e proprio a “Villa La Isabel”, la prima cittadella fondata dal navigante
genovese. Da parte sua il nunzio, mons. Wesolosky, ha invitato tutti a riflettere
sulla lezione di “unione e solidarietà per tutti i popoli latinoamericani” che arriva
da tempi così lontani, ma che non ha perso “nulla del suo significato profondo”. Oggi,
ha aggiunto, “siamo qui per pregare e per ringraziare per la fede cristiana che lungo
i secoli è entrata nell’anima dei popoli” della regione. L’arcivescovo di Santo Domingo,
cardinale López Rodriguez, parlando con i giornalisti al termine della Messa, ha sottolineato
l’importanza che ha per il suo Paese e tutta l’area il futuro della gioventù, in particolare
in un’ora in cui questi giovani vivono sotto l’assedio di molte minacce. Nel caso
della droga, fenomeno preoccupante in tutti i Paesi latinoamericani, il porporato
ha sottolineato che “non servono e non sono utili le politiche tiepide e perciò occorre
essere chiari: non si può legalizzare il consumo di stupefacenti”. In merito a proposte
simili, in alcuni casi provenienti da portavoce evangelici, l’arcivescovo ha aggiunto:
“Nulla di nuovo sotto il sole. Da venti anni ho sentito parlare di legalizzare la
vendita della droga per metterla sotto controllo. E’ un errore. Non risolve nulla,
oltretutto rende demente una parte della popolazione”. Infine, con riferimento ad
alcune analisi molto allarmistiche, che paventano un crollo della società sotto il
peso delle droghe, il cardinale di Santo Domingo ha precisato di ritenere che “è un
fenomeno molto grave, ma ciò non significa che il mondo finirà collassato a causa
degli stupefacenti. Il nostro dovere è piuttosto quello di “orientare i nostri giovani
innanzitutto a pensare”. (A cura di Luis Badilla)