2010-01-08 16:14:40

Repubblica Dominicana: il ricordo della prima Messa in America 516 anni fa


Il cardinale Nicolás de Jesús López Rodriguez, arcivescovo di Santo Domingo, ha presieduto mercoledì scorso nella chiesa de “La Isabel” un solenne rito eucaristico per ricordare i 516 anni dalla celebrazione della prima Messa nel continente americano. Insieme a lui hanno celebrato mons. Josep Wesolosky, nunzio apostolico, e altri quattro vescovi. Nella sua omelia il porporato, evocando i fatti del 6 gennaio 1994, ha rilevato l’importanza storica e pastorale di fra Bernardo Boyl e altri dodici ecclesiastici che “dettero inizio all’evangelizzazione di massa nel contesto del secondo viaggio di Cristoforo Colombo” e proprio a “Villa La Isabel”, la prima cittadella fondata dal navigante genovese. Da parte sua il nunzio, mons. Wesolosky, ha invitato tutti a riflettere sulla lezione di “unione e solidarietà per tutti i popoli latinoamericani” che arriva da tempi così lontani, ma che non ha perso “nulla del suo significato profondo”. Oggi, ha aggiunto, “siamo qui per pregare e per ringraziare per la fede cristiana che lungo i secoli è entrata nell’anima dei popoli” della regione. L’arcivescovo di Santo Domingo, cardinale López Rodriguez, parlando con i giornalisti al termine della Messa, ha sottolineato l’importanza che ha per il suo Paese e tutta l’area il futuro della gioventù, in particolare in un’ora in cui questi giovani vivono sotto l’assedio di molte minacce. Nel caso della droga, fenomeno preoccupante in tutti i Paesi latinoamericani, il porporato ha sottolineato che “non servono e non sono utili le politiche tiepide e perciò occorre essere chiari: non si può legalizzare il consumo di stupefacenti”. In merito a proposte simili, in alcuni casi provenienti da portavoce evangelici, l’arcivescovo ha aggiunto: “Nulla di nuovo sotto il sole. Da venti anni ho sentito parlare di legalizzare la vendita della droga per metterla sotto controllo. E’ un errore. Non risolve nulla, oltretutto rende demente una parte della popolazione”. Infine, con riferimento ad alcune analisi molto allarmistiche, che paventano un crollo della società sotto il peso delle droghe, il cardinale di Santo Domingo ha precisato di ritenere che “è un fenomeno molto grave, ma ciò non significa che il mondo finirà collassato a causa degli stupefacenti. Il nostro dovere è piuttosto quello di “orientare i nostri giovani innanzitutto a pensare”. (A cura di Luis Badilla)







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