2010-01-08 15:41:53

Obama si assume la responsabilità per gli errori della sicurezza nel fallito attentato a Natale


Mea culpa del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che in una conferenza stampa, ieri, alla Casa Bianca, si è assunto tutte le responsabilità per i fallimenti del sistema di sicurezza emersi nella mancata "strage di Natale". Ordinata, inoltre, una profonda revisione dei meccanismi che non hanno funzionato. Da New York, ci riferisce Elena Molinari:RealAudioMP3

Le falle nel sistema di sicurezza americano che hanno portato a un passo da una tragedia il giorno di Natale sono scioccanti e Barack Obama se ne è assunto tutta la responsabilità. Cercando di arginare le critiche dei repubblicani e le ricadute politiche dell’attesa indagine del Congresso, il presidente americano ha infatti parlato ieri sera agli americani dopo aver ricevuto un rapporto sugli errori commessi dall’intelligence Usa. Intanto, la Casa Bianca diffondeva parte del rapporto che mostra come il nigeriano, Umar Faruk Abdulmutallab, sia potuto salire su un aereo diretto a Detroit e tentare di innescare dell’esplosivo. Ciò che è più sconvolgente è che erano disponibili diverse informazioni di intelligence che, se messe insieme, avrebbero segnalato che il sospetto attentatore avrebbe dovuto essere inserito in una lista "No Fly" che gli avrebbe impedito di imbarcarsi. “Sappiamo quel che è successo, sappiamo ciò che non è successo e sappiamo come porvi rimedio - ha detto Obama -, questo è un aspetto incoraggiante”. Tra gli errori commessi il fatto che il padre di Abdulmutallab si fosse recato all’ambasciata Usa in Nigeria per dire che suo figlio aveva idee radicali e un alto funzionario dello Yemen ha inoltre detto ieri che Abdulmutallab avrebbe incontrato in Yemen il religioso musulmano integralista Anwar al Awlaki legato all’uomo che ha ucciso 13 persone a Fort Hood a novembre.

Yemen terrorismo
Nello Yemen, Paese in cui era stato addestrato il nigeriano responsabile del fallito attentato di Natale, proseguono le ricerche di Mohammad Ahmed Al Hanak, il capo locale di Al Qaeda. Intanto, nel Paese si continua a combattere contro le postazioni terroristiche, mentre il governo di Sana’a ammette che il giovane attentatore nigeriano del volo Amsterdam-Detroit è stato reclutato da uno yemenita.

Medio Oriente, nuovi scontri di confine
Almeno tre palestinesi sono morti e due sono rimasti feriti a seguito di un raid aereo israeliano condotto ieri sera su diversi obiettivi nella Striscia di Gaza. Un portavoce militare israeliano ha spiegato che i raid sono giunti in reazione ai ripetuti attacchi di razzi e mortai sferrati ieri da Gaza contro la città di Ashqelon. Nelle ultime settimane, gli incidenti di confine fra israeliani e palestinesi hanno ormai assunto un ritmo quasi quotidiano. Intanto, gli Stati Uniti cercano di riprendere in mano i fili della mediazione. Nei prossimi giorni, l’incaricato del presidente Obama per il Medio Oriente, George Mitchell, avrà contatti con i partner europei per poi recarsi nella regione.

Pakistan
Ancora violenza in Pakistan. È di otto morti, tutti militanti islamici, il bilancio di un'esplosione avvenuta in un’abitazione nella città di Karachi, nel sud del Paese. La casa sarebbe stata usata dai terroristi come nascondiglio. A causare la deflagrazione, che secondo la polizia è stata accidentale, sarebbero stati gli ordigni custoditi nel covo. Sul posto sono stati infatti rinvenute pistole, fucili kalashnikov e due bombe a mano.

Somalia violenze
È di almeno 20 morti e 35 feriti, quasi tutti civili, il bilancio di una battaglia iniziata nella serata di ieri nell'area nord di Mogadiscio fra i miliziani islamici shabaab, braccio armato somalo di al Qaida, e truppe governative appoggiate dai peacekeeper dell’Unione Africana. Nel Corno d’Africa la situazione sul terreno appare sempre più turbolenta: gli shabaab controllano tutto il Sud e quasi l'intera Mogadiscio, mentre il debole governo di transizione non sembra in grado di contrastare gli insorti.

Iran
Resta altissima la tensione in Iran. Colpi d'arma da fuoco sono stati esplosi contro l'auto blindata di Karroubi, uno dei leader dell'opposizione. Lo ha reso noto il sito Internet del suo partito, secondo cui gli spari hanno danneggiato i vetri della vettura, ma non ci sono stati feriti. L'attacco è avvenuto nella città settentrionale di Qazvin, dove Karroubi ha assistito a una cerimonia funebre per i manifestanti dell'opposizione uccisi. È stata inoltre profanata per la seconda volta la tomba di Neda Soltan, la studentessa iraniana uccisa durante le proteste postelettorali dello scorso giugno. Immagini ottenute dal "Times" mostrano la lapide crivellata di proiettili.

Irlanda terrorismo
Torna la violenza in Irlanda del nord, dove questa mattina un poliziotto è rimasto gravemente ferito a seguito dell'esplosione di un ordigno posto sotto la sua auto a Randalstown, cittadina a nord di Belfast. Non è stata ancora registrata alcuna rivendicazione, ma si teme che sull'attentato ci possa essere l'ombra dell'Ira. Gli attacchi, spesso ai danni di agenti di polizia, sono aumentati nell'Ulster dopo che membri della "Real Ira", la frangia scissionista irriducibile dell'Esercito repubblicano irlandese, uccisero due soldati e un poliziotto nello scorso marzo.

Europa disoccupazione
Disoccupazione record nell’eurozona, che a novembre ha toccato un tasso del 10%, contro il 9,9% di ottobre, il massimo dall'agosto del 1998. Su base annua, in termini assoluti, a novembre i disoccupati nell’Unione Europea sono aumentati di quasi cinque milioni. Tuttavia il superindice Ocse, relativo proprio al mese di novembre 2009, “segnala più forti segnali di ripresa rispetto ai mesi precedenti”.

Europa maltempo
Il maltempo imperversa in Europa, causando forti disagi e caos nei trasporti. In Gran Bretagna la colonnina di mercurio è scesa fino a -17 gradi, mentre in Francia la neve sta paralizzando il nord. Freddo polare anche in Norvegia, -41 gradi, mentre in Albania circa 9.000 persone dovrebbero essere evacuate, nelle prossime ore, per lo straripamento del fiume Drini.

Russia
Il presidente russo Dmitri Medvedev ha ribadito la ferma determinazione delle autorità a proseguire nella linea dura contro i terroristi nel Caucaso settentrionale. In un incontro oggi a Mosca con il capo dei servizi segreti, Aleksandr Bortnikov, Medvedev ha parlato della necessità di una “eliminazione in modo duro e sistematico dei banditi”. L'incontro si è svolto dopo il grave attentato suicida del 6 gennaio a Makhchkalà, capitale del Daghestan, dove l'esplosione di un'autobomba ha provocato la morte di cinque poliziotti e il ferimento di altre 19 persone.

Honduras
La procura generale dell’Honduras ha accusato i capi di stato maggiore delle forze armate di "abuso di potere" per l'arresto e l'invio in esilio del presidente Manuel Zelaya, nel corso del colpo di Stato che lo ha destituito il 28 giugno scorso. Ce ne parla Francesca Ambrogetti:RealAudioMP3

La Corte suprema di giustizia deve decidere se accettare o meno la richiesta della procura di spiccare un mandato di cattura contro i capi militari che il 28 giugno hanno deposto il presidente costituzionale Manuel Zelaya. I legali delle Forze armate stanno preparando la difesa dei comandanti che si sono dichiarati innocenti ma pronti a presentarsi davanti alla giustizia. Dall’ambasciata del Brasile dove è rifugiato da mesi, il capo dello Stato deposto ha denunciato una nuova manovra: una strategia per evitare che i militari vengano giudicati per violazione dei diritti umani, delitti ben più gravi dell’abuso di autorità per il quale è stata chiesta la cattura. Secondo i dirigenti al fronte per la resistenza, la mossa della procura è intesa a spingere il parlamento a decretare un’amnistia generale per gli autori del colpo di stato. Il provvedimento favorirebbe però anche Zelaya, accusato di numerosi delitti. Intanto, dopo due giorni di missione nella capitale honduregna il sottosegretario di Stato americano Craig Kelly è tornato indietro a mani vuote. Il funzionario ha tentato invano di convincere il presidente “de facto” a lasciare il potere prima dell’insediamento del nuovo capo di Stato, ma Roberto Micheletti non è disposto ad abbandonare la casa di governo se non il 27 gennaio quando entrerà il nuovo inquilino.
 
Cina diventa primo esportatore mondiale
La Cina è il primo esportatore del mondo. Secondo i dati sul commercio mondiale nel 2009 il gigante asiatico ha raggiunto 1.070 miliardi di dollari di esportazioni contro i 734,6 miliardi della Germania che perde così il primo posto che deteneva dal 2003. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 8

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