Nello Yemen si intensifica la lotta al terrorismo. Ieri un duro colpo è stato inferto
ad Al Qaida, con l’arresto di uno dei capi dell’organizzazione terroristica nel Paese.
Intanto le ambasciate dei Paesi occidentali sono tornate alla piena attività. Sentiamo
Eugenio Bonanata:
In manette
è finito Mohammed al Hanq, considerato il capo di al Qaeda nello stato arabo, che
sarebbe direttamente coinvolto nelle minacce di questi giorni alle rappresentanze
diplomatiche statunitense e britanniche a Sanaa. La sicurezza yemenita era sulle sue
tracce ormai da giorni. Lunedì scorso è sfuggito ad uno scontro a fuoco, che ha provocato
la morte di due sue guardie del corpo. Ieri la cattura avvenuta in un ospedale a nord
della capitale dove era ricoverato per le ferite riportate. Sempre ieri altri due
membri dell’organizzazione si sono consegnati alle autorità. La situazione nel Paese
tende dunque a migliorare. Lo conferma anche la ripresa delle attività da parte delle
ambasciate di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Sanaa, impegnata a contrastare
i ribelli a nord e i secessionisti a sud, ha garantito il massimo sforzo contro la
presenza di al Qaeda. Secondo il ministro degli esteri yemenita nel paese ci sono
ancora altri 300 militanti della rete di Osama Bin Laden.