L'estremo saluto della Chiesa giapponese al cardinale Shirayanagi
Due giorni fa la cattedrale cattolica di Tokyo si è ripiena di fedeli e un centinaio
di sacerdoti e 18 vescovi hanno fatto corona all’arcivescovo Pietro Okada, per partecipare
ai funerali del cardinale Pietro Seiichi Shirayanagi, deceduto nella capitale nipponica
il 30 dicembre scorso, all'età di 81 anni. Il nunzio apostolico mons. Alberto Bottari
de Castello ha rappresentato Benedetto XVI; mons. John Tong, vescovo di Hong Kong,
le Chiese dell’Asia; il cardinale Joachim Meisner di Colonia, e numerosi missionari,
in rappresentanza dell’Europa. Dal giorno della sua ordinazione sacerdotale (maggio
del 1954) fino a pochi mesi prima della morte, il cardinale non ha fatto altro che
impegnarsi per “rendere vivo il messaggio di Cristo nell’ambiente culturale del Giappone
attraverso l’evangelizzazione e il dialogo; nel testimoniare affetto e gratitudine
al presule defunto, martedì l’assemblea di Tokyo è risultata l’icona della Chiesa
giapponese, come si è andata formando negli ultimi 30 anni. Durante la cerimonia funebre
ci sono stati solo due discorsi: quello dell’arcivescovo Okada e quello del dott.
Niwano, figlio del fondatore dell’associazione laica buddista Risshokoseikai. Shirayanagi
per molti anni è stato richiesto e accolto come direttore spirituale di quella associazione.
Niwano ha concluso il breve ma commovente addio recitando la preghiera di san Francesco
d’Assisi, la medesima che 10 anni prima il vescovo Shirayanagi aveva recitato durante
il funerale di suo padre. Forse mai, come dopo il discorso di Niwano, i cattolici
di Tokyo - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno capito l’importanza e la fecondità
del dialogo interreligioso. (R.P.)