Il Consiglio indigenista missionario del Brasile in difesa dei nativi dell'Amazzonia
Timore per le “persecuzioni” alle quali sono sottoposte molte popolazioni native dell’Amazzonia
è stata espressa in una lettera aperta al presidente Luiz Inacio Lula da Silva dal
Consiglio indigenista missionario (Cimi), un’organizzazione cattolica che si batte
in Brasile per la difesa dei diritti umani. “Manifestiamo la nostra profonda inquietudine
– si afferma nel documento ripreso dall'agenzia Misna – per le condizioni di sopravvivenza
critiche delle popolazioni indigene isolate o di quelle entrate di recente in contatto
con i bianchi, in particolare nello stato di Rondonia”. Nella lettera si ricorda un
caso emblematico avvenuto alla fine del 2009 in questa zona del Brasile occidentale,
confinante con la Bolivia. “Nello stato di Rondonia – scrive il Cimi – è stato di
recente assassinato da un sicario l’ultimo superstite di un popolo massacrato”. Nel
documento si evidenzia il rischio costituito per alcuni dei 67 gruppi di indigeni
“senza contatto” che ancora abitano il Brasile dalla costruzione in Amazzonia delle
dighe previste dal “Programma di accelerazione della crescita” (Pac) del governo di
Lula. Secondo il Cimi, molti nativi “continuano a essere vittime dell’avanzata delle
coltivazioni e della deforestazione”. (R.P.)