2010-01-07 12:34:39

Il cardinale Tettamanzi alla Festa dei Popoli: sì all'accoglienza degli immigrati e al rispetto della vita


Accoglienza degli immigrati, rispetto della famiglia e della vita, sono stati i temi al centro dell’omelia del cardinale arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi durante la Messa presieduta ieri in Duomo per la tradizionale Festa dei Popoli in occasione dell’Epifania. Ce ne parla Fabio Brenna.RealAudioMP3
Milano ha bisogno di un miracolo. Il cardinale Dionigi Tettamanzi lo chiede ad una città dove troppi occhi sono chiusi e i cuori incapaci di aprirsi. Lo ha fatto in un Duomo pieno di migranti per celebrare la Festa dei Popoli, nel giorno dell’Epifania. Con lui, sull’altare, bambini filippini e peruviani, a chiedere il perché di sentirsi trattati come “polli da sistemare in qualche gabbia”. Ma anche giovani che hanno danzato sotto le navate della chiesa madre dell’ambrosianità e due piccoli rom che hanno suonato il violino sull’altare. E per questi giovani, che rischiano di perdere di vista il valore della famiglia, travolti da una più generale emergenza educativa, il cardinale ha chiesto un’alleanza con i loro genitori:
 
“Abbiamo bisogno di una maggiore unità tra di noi e di una volontà più decisa ed energica nel portare avanti progetti educativi nuovi, per questa nuova società in cui avete scelto di vivere; in questa società italiana sempre più composta, a buon diritto, da cittadini di altre nazionalità, abbiamo bisogno di fare emergere il meglio che è in ciascuno di noi; abbiamo bisogno di una riflessione profonda e condivisa sui valori della persona, di ogni persona, della cittadinanza, della cittadinanza di tutti e dell’appartenenza religiosa”.
 
Reagire dunque ad un contesto che porta al dramma dell’aborto nell’indifferenza generale, o peggio – ha sottolineato il cardinale Tettamanzi - laddove le madri subiscono forme di intollerabile sfruttamento. Le famiglie dei migranti – è tornato a ribadire l’arcivescovo - diventano oggetto di proposte dal sapore nascostamente discriminatorio, fatte passare invece, come forme di saggezza culturale e di necessità politica. Ma negando i diritti, ha concluso, non ci può essere bene comune. Il pericolo da evitare per tutti allora, è quello di un “cristianesimo senza stella”: un cristianesimo cioè non illuminato da Cristo. Per essere veri cristiani occorre seguire ancora una volta l’esempio dei Magi che superarono tanti ostacoli per trovare Gesù:
 
“Abbiamo bisogno di un miracolo, ma questo miracolo è già qui, sta dentro ciascuno di noi. Come i magi noi crediamo in Cristo Gesù e allora dobbiamo risvegliare la nostra fede, metterci in ginocchio e adorare Gesù”.







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