Assisi: "Pro civitate cristiana" contro la privatizzazione dell'acqua
“Le politiche dell’acqua devono scegliere la via della gestione pubblica delle risorse
idriche; devono sottrarre l’acqua alle leggi del mercato e del profitto, a livello
locale, nazionale e globale, anteponendo alle pressioni delle multinazionali il grido
dei poveri”: è un passaggio della ‘Dichiarazione di Assisi’, adottata nella città
di San Francesco a conclusione del 64° Convegno giovani promosso dall’associazione
‘Pro civitate cristiana’. Dal titolo “Un sasso nell’acqua”, il convegno ha voluto
ribadire che l’acqua è un diritto fondamentale dell’umanità e un diritto delle generazioni
future, che non va sprecata e che deve essere gestita in modo equilibrato. Nella 'Dichiarazione',
i giovani esponenti dell’associazione di volontari laici con sede ad Assisi “condannano”
il voto con il quale il 19 novembre scorso il parlamento italiano ha aperto alla privatizzazione
dell'acqua. “È un atto gravissimo che noi riteniamo immorale. Per questo - scrivono
nella 'Dichiarazione' ripresa dall'agenzia Misna - chiediamo che l’acqua rimanga
gestita esclusivamente e direttamente dalle comunità locali, che hanno da sempre diritto
di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile”. I firmatari
auspicano che l’acqua sia dichiarata un bene di non rilevanza economica e che siano
escluse, per la sua gestione, le società per azioni. (R.P.)