"I bambini aiutano i bambini": il motto della Giornata missionaria dei ragazzi
“La buona notizia viaggia senza passaporto”: è questo il tema scelto per la giornata
Missionaria dei Ragazzi che si celebra oggi in tutte le parrocchie d’Italia. L’evento,
promosso dalla Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria (Poim), si rivolge agli
oltre 6 mila giovani missionari e a tutti coloro che vogliono farsi testimoni del
Vangelo tra i loro coetanei. Tra le iniziative anche una raccolta di fondi per finanziare
progetti a sostegno dei ragazzi che vivono nei paesi più poveri del mondo. Quale l’obiettivo
principale di questa giornata. Cecilia Seppia lo ha chiesto a padre Piero
Pierobon, segretario generale della Poim:
R. – Questa
giornata missionaria ricorda appunto ai ragazzi che sono partecipi pienamente – naturalmente
in maniera adatta alla loro età – alla missione della Chiesa, ricordando soprattutto
quelle che erano le parole del fondatore dell’Infanzia Missionaria, mons. Charles
de Forbin Janson. Il suo motto era: “I bambini aiutano i bambini”. Quindi aiutiamo
i ragazzi ad essere missionari nel mondo dei ragazzi.
D.
– Più volte Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza delle missioni giovanili ed
ha incoraggiato i ragazzi ad essere testimoni e annunciatori del Vangelo. Ma quali
sono gli elementi essenziali per diventare missionari nel mondo?
R.
– Proprio il 30 maggio abbiamo fatto un pellegrinaggio europeo dei ragazzi missionari
ed i ragazzi si sono incontrati proprio con il Papa. Uno dei ragazzi aveva chiesto
a Benedetto XVI: “Tu sei il primo missionario. Noi come possiamo aiutarti ad annunciare
il Vangelo?”. Il Papa aveva ricordato quattro elementi essenziali di quello che può
essere lo stile di vita di un ragazzo missionario – che era poi un invito a tutti
i ragazzi -: l’importanza della parola di Dio, una parola che sia prima di tutto accolta
dal ragazzo, meditata, per poi poterla annunciare agli altri; la preghiera; un altro
aspetto molto importante era la conoscenza non solo dei problemi ma anche della bellezza
della realtà delle altre culture per avere un cuore aperto anche sul mondo e naturalmente
la dimensione della solidarietà, quindi la capacità di aprirsi anche alla condivisione
con chi ha più bisogno di noi.
D. – Il tema scelto
per questa giornata è “La buona notizia viaggia senza passaporto”. Dietro si cela
un messaggio non soltanto per chi partecipa alla missione ma anche per chi ne è destinatario
…
R. – E’ chiaro che questo messaggio tocca tutti.
La buona notizia arriva dappertutto, nel mondo intero, senza aver bisogno di nessun
visto per viaggiare. Questa buona notizia per noi è Gesù. Questa buona notizia tocca
ogni persona nel mondo.
D. – Tra le iniziative c’è
anche una raccolta di fondi per sostenere e finanziare progetti a favore dei minori
che vivono nei Paesi del terzo mondo …
R. – Noi chiediamo
ai ragazzi di essere in primis loro stessi aperti alla solidarietà. I progetti dico
soprattutto come sono indirizzati: riguardano prima di tutto la tutela della vita
dei bambini, la scolarizzazione. L’altro aspetto fondamentale è la salute e poi naturalmente
la formazione sia umana che cristiana.
D. – Non è
sicuramente una casualità che questa giornata si celebrata nel giorno della solennità
dell’Epifania, in cui si manifesta a tutti gli uomini …
R.
– Attraverso Gesù Cristo Dio vuol farsi conoscere all’umanità intera. Ora questa ricchezza
l’ha posta nelle mani dei credenti, quindi nelle mani di ogni cristiano ed anche nelle
mani dei ragazzi, dei giovani. Sono proprio questi i messaggeri che, attraverso la
loro vita, le loro scelte, le loro parole ed il oro stile di vita sono invitati a
comunicarlo ad ogni persona, abolendo tutte le barriere, senza più distinzione, perché
come ci dice anche San Paolo: “In Cristo non c’è più né giudeo, né greco, né schiavo,
né libero ma siamo tutti uno”.