El Salvador: l'arcivescovo Escobar Alas chiede patto di unità nazionale contro la
violenza
Pensando alla grave situazione del Paese, stretto tra la crisi economica e la violenza
metropolitana, l’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar Alas, ha proposto
al presidente Mauricio Funes la ricerca di consensi per un “patto nazionale” che coinvolga
tutti nello sforzo necessario per trovare uno sbocco adeguato nell'attuale mopmento
che sta attraversando El Salvador. Nel corso di una conferenza stampa, domenica scorsa,
l’arcivescovo ha confermato di voler chiedere alle autorità di “promuovere la firma
di un grande accordo nazionale, un vero piano per la nazione, in grado di garantire
il bene del Paese al di sopra degli interessi partitici”. Nell’omelia della Messa
per il fine anno mons. Escobar Alas aveva già rilevato di credere “che questo governo,
come un altro qualsiasi, non riuscirà mai da solo a cambiare le cose e perciò si deve
pensare all’unità nazionale lasciando da parte gli interessi minori, o di gruppi o
peggio ancora di fazioni”. Secondo il presule il 2009 salvadoregno “è stato un anno
molto difficile”, in particolare a causa delle conseguenze della crisi economica e
finanziaria, ma “anche per via dell’aumento della violenza”. D’altra parte, mons.
José Luis Escobar Alas, ha auspicato da Dio la grazia di un “anno 2010 migliore; un
anno di unità nazionale; un anno che sia ricordato come quello in cui i salvadoregni
hanno superato la crisi, avviando un recupero economico e sociale, una revisione della
cornice giuridica e amministrativa dello Stato e del suo sistema giudiziario”. L’arcivescovo
ha auspicato con forza, una maggiore attenzione verso i poveri e verso “le cause ultime
che generano violenza”. Infine, a sostegno di quanto aveva detto, mons. Escobar Alas,
spiegando il perché El Salvador, è stato nel 2009 il Paese più violento dell’America
Latina, ha ricordato che gli omicidi sono stati 4.365, vale a dire 71 omicidi ogni
100 mila abitanti pari a 11,9 morti violente ogni 24 ore. Sono cifre drammatiche che
assegnano a questa nazione centroamericana di 6 milioni di abitanti un record negativo
“strappato” al Messico e alla Colombia. Gran parte di questa violenza è da attribuire
alle “maras”, bande giovanili che operano sul modello originale nato in Honduras.
Rispetto al 2008 la crescita degli omicidi è stata del 37% e il tasso di 71 assassini
su ogni 100 mila abitanti supera di gran lunga il tasso di 10 che secondo l’Organizzazione
Mondiale della Sanità considera già il limite per parlare di “violenza epidemica”.
(L.B.)