India e Pakistan insieme per promuovere la pace tra le due nazioni
Ad un anno dall’attacco terroristico di Mumbai e dopo 62 anni di guerre e tensioni,
due giornali in India e Pakistan chiedono ai loro lettori di superare i cliché sulla
base di un forte messaggio di unità: “le persone al di là del confine sono uomini
e donne come noi”. La campagna dal titolo Aman ki Asha (Speranza di Pace) prevede
una serie di iniziative per la pace e la fratellanza con lo scopo di avvicinare la
popolazione delle due nazioni dal punto di vista culturale, sentimentale e in modo
pacifico. Protagonisti di questo appello i due principali gruppi mediatici dell’India
e del Pakistan, The Times of India e dal Jang Group del Pakistan. Lo scorso
1° gennaio, Giornata internazionale per la pace nel mondo, il più diffuso giornale
indiano, The Times of India, è uscito con un solo messaggio nella prima pagina:
“Ama il Pakistan”, dando questa motivazione: “Sembra strano vedere quelle due parole
una vicina all’altra. Terrore, odio, fanatismo vengono subito in mente quando pensiamo
al di là del confine. Parole che ci sono state amministrate in dosi giornaliere negli
ultimi sessanta anni ed in dosi maggiori nell’ultimo anno. Chiudendo così le nostre
menti all’innegabile verità che la gente al di là del confine sono uomini e donne
come noi. Perché? Perché dobbiamo fare questo? Perché abbiamo bisogno di farlo? Perché
non cominciano loro a chiedere scusa per quello che hanno fatto? La risposta è semplice.
E’ più facile dire 'Ciao' che dire 'Perdonateci' ”. In questi giorni e per tutto il
mese di gennaio e febbraio sono previsti una serie di programmi interculturali al
di qua e di là del confine, incontri commerciali, festival musicali e letterari, incontri
tra cittadini per dare la possibilità di sviluppare relazioni umane al di là delle
battaglie politiche, del terrorismo e del fondamentalismo. Migliaia di scolari indiani
inoltre manderanno messaggi di pace, amore e concordia ai loro coetanei in Pakistan.
Come premio, i vincitori dei 25 messaggi migliori andranno a visitare i vincitori
dall’altra parte del confine. “La storia, si legge infine nell’editoriale, è quella
che abbiamo ereditato, ma il futuro è quello che noi vogliamo fare. I nostri sforzi
non potranno mai sostituire il dialogo tra governo e governo. Quello che noi vogliamo
fare è creare un movimento che, gradualmente, dalla periferia faccia muovere il centro,
un’ondata di buona volontà che toccherà il cuori della gente delle due parti”. (C.S.)