2010-01-02 15:13:03

Filippine: l’evangelizzazione come arma contro la guerriglia


“Grazie alla fede potrebbero comprendere che la pace è migliore della lotta armata”: la pensa così padre Salvador Nocomora, missionario attivo nella diocesi di Manila, nelle Filippine, intervistato da Asianews sulla questione dell’evangelizzazione dei ribelli comunisti del New People’s Army, il braccio armato del Partito comunista filippino. “Molti di loro sono cristiani, entrati nelle file dei ribelli a causa di povertà e disoccupazione - racconta il sacerdote – hanno bisogno di una nuova evangelizzazione per essere reinseriti nella società”. Il religioso considera fallimentari i programmi di sviluppo e integrazione proposti finora dal governo locale, iniziati con l’amnistia del presidente Arroyo del 5 settembre 2007 e che nei prossimi mesi prevedono lo sviluppo delle aree rurali attraverso la costruzione di scuole, strade e aziende agricole. La guerriglia tra esercito regolare e ribelli comunisti nelle Filippine dura dal 1968 e ha causato migliaia di morti e la devastazione delle regioni centrali del Paese. Oggi si calcola che i ribelli siano circa 4500, che controllano oltre 1300 villaggi tra le province di Marinduque, Bohol, Romblon, Lyte e Misamis, nell’arcipelago di Visayas, e pare che la maggior parte delle nuove reclute sia costituita da minorenni. (R.B.)







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