Attentato in Pakistan durante partita di pallavolo: oltre 90 le vittime
Pakistan di nuovo scosso dal terrorismo di matrice talebana. È salito ad oltre 90
vittime il bilancio dell’attentato di ieri a Shah Hasan Khan, villaggio nel nord ovest
del Paese confinante con la turbolenta provincia del Sud Waziristan, dove da mesi
l’esercito ha lanciato un’offensiva contro le milizie integraliste. Il servizio di
Marco Guerra:
Si scava
ancora tra le macerie degli oltre 20 edifici distrutti dalla devastante esplosione
che ieri ha investito circa 400 persone radunate attorno al campo di pallavolo per
assistere alla prima partita del 2010. Sul posto la situazione è ancora drammatica.
Molti feriti rischiano di morire dato che non ci sono auto a sufficienza per portare
tutti negli ospedali del distretto di Bannu. E fra la gente di Shah Hasan Khan monta
la protesta contro il governo pachistano che avrebbe lasciato senza mezzi i soccorritori
costretti a scavare col solo aiuto delle pale. A portare la morte un Suv imbottito
di esplosivo guidato da un kamikaze che si è lanciato sulla folla. Secondo l’esercito
l’attacco è una vendetta per l’appoggio del villaggio alla lotta contro i talebani.
La comunità aveva costituito una milizia locale e un comitato per la pace. La località
confina con il Waziristan del Sud, zona tribale alla frontiera con l'Afghanistan,
roccaforte dei talebani pachistani ma anche rifugio degli integralisti islamici afghani
che attraversano un confine poco controllato. Proprio qui negli ultimi mesi l'esercito
di Islamabad ha lanciato un'offensiva senza precedenti contro i ribelli che, per ritorsione,
hanno moltiplicato gli attacchi. Davanti a questa ennesima carneficina si è lavata
la condanna della comunità internazionale. Il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha
evocato la necessità di un “fronte unito contro la minaccia globale del terrorismo”.
Ma proprio oggi il governo di Islamabad ha pubblicato una statistica destinata ad
alimentare le tensioni. I dati mostrano che sono civili il 90% delle vittime degli
attacchi missilistici statunitensi contro le basi dei talebani. Afghanistan La
violenza prosegue anche in Afghanistan. Nella provincia di Herat forze afghane e militari
italiani dell’Isaf sono impegnati in duri scontri con i ribelli talebani. Secondo
una nota del comando locale, i soldati della coalizione hanno risposto a ripetuti
attacchi a colpi d'arma da fuoco e di razzi anticarro, nel corso di un'operazione
congiunta per il controllo di alcuni avamposti strategici nei pressi di Bala Morghab.
Cinque civili hanno invece perso la vita a Farah, nell’est del Paese per l'esplosione
di una mina che ha investito il mezzo sul quale viaggiavano. E questa mattina si è
registrato anche un fallito attentato a colpi di razzi ai danni del presidente Karzai,
durante un comizio nella provincia dell'Helmand. Intanto, in parlamento, si sta votando
la fiducia alla lista dei ministri del nuovo governo afghano. Al momento, si registra
la conferma di Abdul Rahim Wardak al dicastero della Difesa e la bocciatura di Sarwar
Danish e Ismail Khan, rispettivamente, alla Giustizia e all'Energia.
Danimarca,
terrorismo È allarme terrorismo anche in Danimarca. Un somalo di 28 anni, armato
di coltello, è stato arrestato dalla polizia mentre ieri sera tentava di entrare nell’abitazione
dell’autore di una delle controverse vignette su Maometto pubblicate 3 anni fa da
un giornale danese. Secondo l’intelligence di Copenaghen l’uomo sarebbe legato ad
Al Qaeda e al movimento islamista somalo al Shabab.
Yemen Nello Yemen
i ribelli sciiti, in guerra con l’esercito regolare nella zona nord del Paese, si
sono detti pronti al dialogo con il governo quando San’a avrà dichiarato la fine delle
ostilità. Il primo ministro britannico, Gordon Brown, ha convocato intanto una conferenza
internazionale proprio sullo Yemen e la lotta al terrorismo. L’appuntamento, valutato
positivamente da Stati Uniti, Unione Europea e dalle stesse autorità yemenite, è fissato
per il 28 febbraio prossimo a Londra, in parallelo al già annunciato summit sull’Afghanistan.
Iran
violenza e dossier nucleare Il clima di violenza e tensione non si placa in
Iran. Oggi nuovi arresti tra gli oppositori, tra cui giornalisti e molti religiosi
sciiti. Ieri il leader dei dissidenti, Mir Hossein Moussavi, dopo le violente manifestazioni
esplose il 27 dicembre, ha dichiarato che la repressione non fermerà la protesta.
Intanto il governo di Teheran torna sulla questione nucleare con un monito all’Occidente.
Il servizio di Roberta Rizzo: “Almeno
tredici gli arresti compiuti negli ultimi giorni dalle autorità iraniane. Secondo
i siti dell’opposizione, sarebbero sei i giornalisti finiti in manette autori di articoli
per noti quotidiani riformisti ora messi al bando. Sette i religiosi arrestati nella
città di Qom perché appartenenti al clero sciita, la maggior parte discepoli dell'ayatollah
dissidente Hossein Ali Montazeri, morto il 20 dicembre scorso. Si preannuncia
dunque un 2010 difficile per la libertà in Iran dopo le proteste che hanno caratterizzato
le celebrazioni per l’Ashura culminate in un bagno di sangue, il 27 dicembre scorso.
Secondo i siti dissidenti, ieri,un’altra manifestazione
pacifica di studenti presso la Open University di Mashhad era stata attaccata da circa
500 persone delle forze pro-governo dal gruppo Ansar-e Hezbollah armate di coltelli,
mazze e machete. Almeno 8 le persone ricoverate in ospedale dopo gli scontri, ma i
siti riformisti parlano di 2 studenti rimasti uccisi. Intanto il governo di Teheran
torna sul nucleare. E lo fa con un avvertimento diretto all’Occidente: “Se entro fine
gennaio non accetterete la controproposta al piano Aiea, l'Agenzia internazionale
per l’energia atomica, inizieremo la produzione di combustibile nucleare”, così il
ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, parlando alla televisione di Stato.
Le parole del capo della diplomazia iraniana sono una replica a Stati Uniti e Occidente
che avevano imposto a Teheran di fornire una risposta entro il 2009 al piano dell’Aiea
per la produzione all’estero di combustibile nucleare. Somalia
pirateria Al largo della Somalia sono tornati in azione i pirati. Due le imbarcazioni
sequestrate in queste ore. Si tratta di un cargo britannico e di una nave cisterna
di Singapore con a bordo rispettivamente 25 e 24 membri dell’equipaggio.
Brasile
Almeno 53 persone sono morte da mercoledì scorso nello Stato brasiliano di
Rio per le frane provocate da piogge torrenziali. Numerosi i dispersi e il bilancio
delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Ieri un piccolo albergo di lusso
a Ilha Grande (isola turistica a sud di Rio), l'hotel Sankay è stato parzialmente
sepolto da una colata di fango: almeno 19 persone sono morte, ma i pompieri pensano
che le vittime siano una quarantina.
Colombia Offensiva dell’esercito
colombiano contro una base dei guerriglieri delle Farc. Almeno 18 ribelli sono rimasti
uccisi in un bombardamento avvenuto poche ore fa nel centro del Paese. Nell’operazione,
in risposta all’uccisione in questi giorni di un governatore, altri 13 membri delle
Forze armate rivoluzionarie della Colombia sono stati catturati. (Panoramica internazionale
a cura di Marco Guerra) Bollettino del Radiogiornale della
Radio Vaticana Anno LIV no. 2
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