2010-01-02 15:31:58

Attentato in Pakistan durante partita di pallavolo: oltre 90 le vittime


Pakistan di nuovo scosso dal terrorismo di matrice talebana. È salito ad oltre 90 vittime il bilancio dell’attentato di ieri a Shah Hasan Khan, villaggio nel nord ovest del Paese confinante con la turbolenta provincia del Sud Waziristan, dove da mesi l’esercito ha lanciato un’offensiva contro le milizie integraliste. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Si scava ancora tra le macerie degli oltre 20 edifici distrutti dalla devastante esplosione che ieri ha investito circa 400 persone radunate attorno al campo di pallavolo per assistere alla prima partita del 2010. Sul posto la situazione è ancora drammatica. Molti feriti rischiano di morire dato che non ci sono auto a sufficienza per portare tutti negli ospedali del distretto di Bannu. E fra la gente di Shah Hasan Khan monta la protesta contro il governo pachistano che avrebbe lasciato senza mezzi i soccorritori costretti a scavare col solo aiuto delle pale. A portare la morte un Suv imbottito di esplosivo guidato da un kamikaze che si è lanciato sulla folla. Secondo l’esercito l’attacco è una vendetta per l’appoggio del villaggio alla lotta contro i talebani. La comunità aveva costituito una milizia locale e un comitato per la pace. La località confina con il Waziristan del Sud, zona tribale alla frontiera con l'Afghanistan, roccaforte dei talebani pachistani ma anche rifugio degli integralisti islamici afghani che attraversano un confine poco controllato. Proprio qui negli ultimi mesi l'esercito di Islamabad ha lanciato un'offensiva senza precedenti contro i ribelli che, per ritorsione, hanno moltiplicato gli attacchi. Davanti a questa ennesima carneficina si è lavata la condanna della comunità internazionale. Il presidente russo, Dmitri Medvedev, ha evocato la necessità di un “fronte unito contro la minaccia globale del terrorismo”. Ma proprio oggi il governo di Islamabad ha pubblicato una statistica destinata ad alimentare le tensioni. I dati mostrano che sono civili il 90% delle vittime degli attacchi missilistici statunitensi contro le basi dei talebani.
 
Afghanistan
La violenza prosegue anche in Afghanistan. Nella provincia di Herat forze afghane e militari italiani dell’Isaf sono impegnati in duri scontri con i ribelli talebani. Secondo una nota del comando locale, i soldati della coalizione hanno risposto a ripetuti attacchi a colpi d'arma da fuoco e di razzi anticarro, nel corso di un'operazione congiunta per il controllo di alcuni avamposti strategici nei pressi di Bala Morghab. Cinque civili hanno invece perso la vita a Farah, nell’est del Paese per l'esplosione di una mina che ha investito il mezzo sul quale viaggiavano. E questa mattina si è registrato anche un fallito attentato a colpi di razzi ai danni del presidente Karzai, durante un comizio nella provincia dell'Helmand. Intanto, in parlamento, si sta votando la fiducia alla lista dei ministri del nuovo governo afghano. Al momento, si registra la conferma di Abdul Rahim Wardak al dicastero della Difesa e la bocciatura di Sarwar Danish e Ismail Khan, rispettivamente, alla Giustizia e all'Energia.

Danimarca, terrorismo
È allarme terrorismo anche in Danimarca. Un somalo di 28 anni, armato di coltello, è stato arrestato dalla polizia mentre ieri sera tentava di entrare nell’abitazione dell’autore di una delle controverse vignette su Maometto pubblicate 3 anni fa da un giornale danese. Secondo l’intelligence di Copenaghen l’uomo sarebbe legato ad Al Qaeda e al movimento islamista somalo al Shabab.

Yemen
Nello Yemen i ribelli sciiti, in guerra con l’esercito regolare nella zona nord del Paese, si sono detti pronti al dialogo con il governo quando San’a avrà dichiarato la fine delle ostilità. Il primo ministro britannico, Gordon Brown, ha convocato intanto una conferenza internazionale proprio sullo Yemen e la lotta al terrorismo. L’appuntamento, valutato positivamente da Stati Uniti, Unione Europea e dalle stesse autorità yemenite, è fissato per il 28 febbraio prossimo a Londra, in parallelo al già annunciato summit sull’Afghanistan.

Iran violenza e dossier nucleare
Il clima di violenza e tensione non si placa in Iran. Oggi nuovi arresti tra gli oppositori, tra cui giornalisti e molti religiosi sciiti. Ieri il leader dei dissidenti, Mir Hossein Moussavi, dopo le violente manifestazioni esplose il 27 dicembre, ha dichiarato che la repressione non fermerà la protesta. Intanto il governo di Teheran torna sulla questione nucleare con un monito all’Occidente. Il servizio di Roberta Rizzo:RealAudioMP3
 
“Almeno tredici gli arresti compiuti negli ultimi giorni dalle autorità iraniane. Secondo i siti dell’opposizione, sarebbero sei i giornalisti finiti in manette autori di articoli per noti quotidiani riformisti ora messi al bando. Sette i religiosi arrestati nella città di Qom perché appartenenti al clero sciita, la maggior parte discepoli dell'ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri, morto il 20 dicembre scorso. Si preannuncia dunque un 2010 difficile per la libertà in Iran dopo le proteste che hanno caratterizzato le celebrazioni per l’Ashura culminate in un bagno di sangue, il 27 dicembre scorso. Secondo i siti dissidenti, ieri, un’altra manifestazione pacifica di studenti presso la Open University di Mashhad era stata attaccata da circa 500 persone delle forze pro-governo dal gruppo Ansar-e Hezbollah armate di coltelli, mazze e machete. Almeno 8 le persone ricoverate in ospedale dopo gli scontri, ma i siti riformisti parlano di 2 studenti rimasti uccisi. Intanto il governo di Teheran torna sul nucleare. E lo fa con un avvertimento diretto all’Occidente: “Se entro fine gennaio non accetterete la controproposta al piano Aiea, l'Agenzia internazionale per l’energia atomica, inizieremo la produzione di combustibile nucleare”, così il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, parlando alla televisione di Stato. Le parole del capo della diplomazia iraniana sono una replica a Stati Uniti e Occidente che avevano imposto a Teheran di fornire una risposta entro il 2009 al piano dell’Aiea per la produzione all’estero di combustibile nucleare.
 
Somalia pirateria
Al largo della Somalia sono tornati in azione i pirati. Due le imbarcazioni sequestrate in queste ore. Si tratta di un cargo britannico e di una nave cisterna di Singapore con a bordo rispettivamente 25 e 24 membri dell’equipaggio.

Brasile
Almeno 53 persone sono morte da mercoledì scorso nello Stato brasiliano di Rio per le frane provocate da piogge torrenziali. Numerosi i dispersi e il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore. Ieri un piccolo albergo di lusso a Ilha Grande (isola turistica a sud di Rio), l'hotel Sankay è stato parzialmente sepolto da una colata di fango: almeno 19 persone sono morte, ma i pompieri pensano che le vittime siano una quarantina.

Colombia
Offensiva dell’esercito colombiano contro una base dei guerriglieri delle Farc. Almeno 18 ribelli sono rimasti uccisi in un bombardamento avvenuto poche ore fa nel centro del Paese. Nell’operazione, in risposta all’uccisione in questi giorni di un governatore, altri 13 membri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia sono stati catturati. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 2

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