Un sms solidale per dare un pasto al giorno ai bisognosi: è l’iniziativa della Comunità
Papa Giovanni XXIII
Un sms solidale per sostenere il progetto “Un pasto al giorno” avviato dalla Comunità
Papa Giovanni XXIII nel 1985 e che oggi, in Italia e nei cinque continenti, sfama
oltre 41mila persone nella case famiglia e nelle missioni. E’ la campagna attiva fino
al 4 gennaio 2010 cui si può aderire inviando un sms del valore di due euro al numero
48587. La fame è un’emergenza mondiale, ma non è un fenomeno inevitabile sostiene
Giovanni Paolo Ramonda, successore di Don Benzi alla guida della Comunità,
al microfono di Gabriella Ceraso:
R. – Il progetto
è proprio quello di dare l’essenziale a chi non ce l’ha, in particolare in Bangladesh,
dove abbiamo diverse case-famiglia, in India e in Sri Lanka. Continuiamo a vivere
con i bambini della Tanzania, molti dei quali malati di Aids, con grandissimi handicap
e che sarebbero morti perché abbandonati dalle famiglie che non ce la fanno. Anche
in Kenya, nella baraccopoli Ashoweta, dove siamo presenti, in Russia e in Georgia.
D. – Ci sono progetti di lavoro e di sostegno alle
popolazioni, anche di altro genere?
R. – Sì. Abbiamo
dei progetti anche di sviluppo rurale: cerchiamo, infatti, di aiutare le famiglie
ad auto sostenersi attraverso un’agricoltura accessibile, ma che dà realmente risposta
al bisogno di alimentazione. Abbiamo poi delle cooperative sociali, in cui accogliamo
gli adolescenti del posto, li educhiamo alla formazione professionale, perché abbiano
un lavoro. E questo perché avendo un lavoro, possono poi crearsi una famiglia.
D.
– In più di un'occasione, avete detto che la fame è una emergenza mondiale, ma non
è un fenomeno inevitabile…
R. – C’è cibo per tutti!
Il problema è quello di un’equa distribuzione, come ci ha ricordato anche il Santo
Padre nelle sue Encicliche. Bisogna che impariamo a condividere e chi ha di più deve
saper vivere con l’essenziale, che ci rende tra l’altro più felici. E’ un atto soprattutto
di giustizia, quello cioè di permettere a queste creature – che potrebbero essere
i nostri figli – di avere il diritto alla vita.
D.
– Il Papa, nel suo discorso alla Fao, ha sottolineato che per sconfiggere la fame
bisogna anzitutto riconoscere il valore trascendente di ogni uomo e cambiare poi gli
stili di vita per lottare contro gli egoismi. Voi fate questa esperienza?
R.
– Noi vediamo in queste creature, delle quali ho parlato, le immagini veramente di
Dio e quindi noi Lo incontriamo quotidianamente e capiamo come sia fondamentale cambiare
lo stile di vita. Bisogna considerarci come un’unica grande famiglia, dove tutti abbiamo
diritto a poter accedere alla sanità, al lavoro, all’istruzione, al cibo. Questi sono
diritti fondamentali che vanno garantiti ad ogni uomo.