Solo aprendosi all’amore di Dio, l’agire umano cambia. La Chiesa è vicina ai poveri
e alle famiglie in difficoltà: così, il Papa durante i Primi Vespri e il Te Deum di
fine anno
Solo con l’amore di Dio, l’agire umano diventa lievito di un futuro migliore: così,
il Papa ieri sera in San Pietro, durante i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima
Madre di Dio, seguiti dal Te Deum di ringraziamento. Al centro dell’omelia di Benedetto
XVI, il pensiero per quanti si trovano in difficoltà anche a causa della crisi economica
e l’auspicio di nuove vocazioni. Al termine della celebrazione, il Santo Padre ha
sostato brevemente in preghiera davanti al Presepe allestito in Piazza San Pietro.
Il servizio di Isabella Piro:
(canto: Te
Deum) È un anno “ricco di eventi per la Chiesa e per il mondo”,
così lo definisce il Papa, quello che si chiude, al crepuscolo di una velata giornata
di sole, nella Basilica Vaticana. 365 giorni che ricordano “la pienezza del tempo”
alla storia dell’uomo, in cui Dio ha introdotto l’eternità: "Con
l’incarnazione del Figlio di Dio, l’eternità è entrata nel tempo, e la storia dell’uomo
si è aperta al compimento nell’assoluto di Dio. Il tempo è stato - per così dire -
“toccato” da Cristo, il Figlio di Dio e di Maria, e da lui ha ricevuto significati
nuovi e sorprendenti: è diventato tempo di salvezza e di grazia". Ed
è proprio in questa prospettiva, continua Benedetto XVI, che dobbiamo considerare
il passaggio da un anno all’altro, per porre le nostre vite sotto il segno della salvezza
e per ringraziare Dio di averci dato “l’inaudita possibilità” di essere suoi figli.
Quindi, il Santo Padre guarda all’operato e alla vita della diocesi di Roma e la sua
riflessione va a chi è meno fortunato: "Il mio pensiero
si estende a chiunque vive nella nostra Città, in particolare a quanti si trovano
in situazioni di difficoltà e di disagio: a tutti e a ciascuno assicuro la mia vicinanza
spirituale, avvalorata dal costante ricordo nella preghiera". Il
Papa si rallegra per come sta procedendo il programma diocesano, per la “capillare
azione apostolica” che viene svolta su due ambiti “essenziali per la vita e la missione
della Chiesa”, ovvero l’Eucaristia e la carità. E ricorda l’importanza della lectio
divina, “per diventare testimoni autorevoli della verità sull’uomo”. E ancora, ribadendo
che la Chiesa è impegnata “a promuovere lo sviluppo integrale della persona umana”,
Benedetto XVI guarda ai giovani: "Da diversi anni tante
famiglie, numerosi insegnanti e le comunità parrocchiali si dedicano ad aiutare i
giovani a costruire il loro futuro su solide fondamenta, in particolare sulla roccia
che è Gesù Cristo. Auspico che questo rinnovato impegno educativo possa sempre più
realizzare una feconda sinergia fra la comunità ecclesiale e la città per aiutare
i giovani a progettare la propria vita". Poi, il pensiero va alle famiglie
in difficoltà, soprattutto quelle “provate dalla crisi economica e dalla disoccupazione”:
"Il Natale del Signore, che ci ricorda la gratuità con la
quale Dio è venuto a salvarci, facendosi carico della nostra umanità e donandoci la
sua vita divina, possa aiutare ogni uomo di buona volontà a comprendere che solo aprendosi
all’amore di Dio l’agire umano cambia, si trasforma, diventando lievito di un futuro
migliore per tutti". Quindi, Benedetto XVI si rivolge
ai sacerdoti ed auspica nuove vocazioni: "Roma ha bisogno
di sacerdoti che siano annunciatori coraggiosi del Vangelo e, allo stesso tempo, rivelino
il volto misericordioso del Padre. Invito i giovani a non avere paura di rispondere
con il dono completo della propria esistenza alla chiamata che il Signore rivolge
loro a seguirlo nella via del sacerdozio o della vita consacrata". Infine,
il Papa ricorda che il prossimo 25 marzo cadranno due importanti anniversari: il 25.mo
dall’istituzione della Giornata Mondiale della Gioventù e il 10.mo di quella di Tor
Vergata, definita “indimenticabile”. (canto: Adeste fideles)