Iran, il leader dell'opposizione Moussavi si dice pronto a morire per il proprio popolo
In Iran, il leader dell’opposizione, Hossein Moussavi, ha nuovamente esortato i propri
sostenitori a continuare nelle proteste contro il governo. L’ex premier afferma in
un comunicato di non aver paura di morire ed invoca la riforma della legge elettorale.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il leader
dell’opposizione iraniana dice di essere pronto anche a morire per difendere i diritti
del proprio popolo e lancia un nuovo appello al governo di Ahmadinejad, affinché metta
fine alla repressione e consenta una rapida uscita “dalla crisi”. Una delle condizioni
imprescindibili, secondo Moussavi, è la riforma della legge elettorale “affinché sia
trasparente e credibile”. Il governo - ha scritto l’ex primo ministro - deve inoltre
assumersi “le proprie responsabilità per i problemi che ha creato nel Paese”. Il governo
di Teheran – prosegue Moussavi - deve anche “liberare i prigionieri politici e riconoscere
il diritto del popolo a manifestare”. Le proteste antigovernative in Iran sono
scoppiate dopo le controverse elezioni presidenziali dello scorso 12 giugno che hanno
portato alla rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Per l'opposizione il voto
è stato viziato da brogli, ma il governo ha sempre respinto tale accusa. Domenica
scorsa, otto persone - tra cui il nipote di Moussavi - sono state uccise in seguito
a proteste di piazza. Adesso si temono nuovi scontri. Secondo fonti dell’opposizione,
“centinaia di soldati e mezzi corazzati si stanno muovendo verso la capitale”.
Attentato
in Pakistan, decine di vittime In Pakistan un attentato suicida ha provocato
la morte di almeno 40 persone. L’attentato è stato compiuto in un centro sportivo
di Lakki Marwat, nel nord ovest del Paese, mentre era in corso una partita di pallavolo.
Il bilancio delle vittime, ancora provvisorio, è stato fornito dalla polizia locale.
Terrorismo,
offensiva antitalebana in Pakistan Prosegue l’offensiva condotta da forze statunitensi
per arginare il terrorismo. In Pakistan un missile sparato da un aereo americano senza
pilota ha provocato la morte di almeno due miliziani talebani nella zona tribale del
Waziristan. La lotta al terorismo, intanto, potrebbe prevedere anche nuovi scenari.
Azioni militari potrebbero essere condotte in futuro anche nello Yemen. Secondo la
Cnn, funzionari statunitensi e yemeniti stanno verificando possibili obiettivi
per un nuovo raid nel Paese. Il governo yemenita ha precisato che eventuali operazioni
dovranno essere compiute solo ed esclusivamente dalle proprie forze armate.
Afghanistan,
vivi i giornalisti francesi rapiti dai talebani I due giornalisti francesi
ed il loro interprete rapiti mercoledì scorso in Afghanistan dai talebani sono vivi.
Lo ha dichiarato il portavoce del governatorato provinciale di Kapisa precisando che
è in corso una trattativa per la loro liberazione. Un ufficiale delle forze armate
afghane ha reso noto che si sta pianificando anche un’operazione militare per il rilascio
degli ostaggi. Nel Paese lo scenario, intanto, resta drammatico: il 2009 si è chiuso
con una duplice strage costata la vita a sette agenti della Cia, a quattro militari
canadesi e ad una giovane reporter che era sul loro blindato.
Al Qaeda,
rapimento dei due turisti italiani Su un sito estremista è stata pubblicata
una nuova rivendicazione da parte di Al Qaeda del rapimento dei due turisti italiani
in Mauritania. L’organizzazione terroristica ha richiesto infine un riscatto di 7
milioni di dollari per il rilascio di 4 cooperanti, un francese e tre spagnoli, rapiti
lo scorso 29 novembre sempre in Mauritania.
Apertura della Corea del Nord
agli Usa Nuovi spiragli di dialogo nella crisi nucleare nordcoreana: il governo
di Pyongyang ha definito “fondamentale” porre “fine all’ostile relazione” con gli
Stati Uniti ed ha espresso la volontà di denuclearizzare il Paese. Recentemente, le
autorità nordcoreane avevano espresso apprezzamento per i colloqui con l’inviato americano
Stephen Bosworth.
Filippine, elezioni municipali segnate da agguati e attentati Nelle
Filippine, Wilbert Suanco Origenes, candidato del Partito nazionalista alle elezioni
municipali nella città di Taganaan, è morto in seguito alle ferite riportate in un
attentato compiuto mercoledì scorso nell’isola di Mindanao. Un altro candidato del
Partito nazionalista, Joen Caniete, è rimasto ucciso a causa di agguato compiuto lo
scorso 28 dicembre.
Messaggio di fine anno del presidente italiano Nel
messaggio di fine anno, il presidente italiano, Giorgio Napolitano, ha indicato una
priorità per l’Italia: il nuovo slancio di cui ha bisogno il Paese per uscire dalla
crisi – ha detto - richiede riforme guidate “da solidarietà, coesione sociale e unità
nazionale”. Il presidente italiano ha poi chiesto che si contengano, anche nel linguaggio,
“pericolose esasperazioni polemiche” del confronto politico. Il capo di Stato ha affermato
infine che “le politiche volte ad affermare la legalità e a garantire la sicurezza,
pur nella loro severità, non possono far abbassare la guardia contro razzismo e xenofobia”.
La
Lituania abbandona il nucleare La Lituania ha chiuso la propria unica centrale
nucleare di Ignalina rispettando gli accordi raggiunti in occasione dell’adesione
all’Unione Europea, avvenuta nel 2004. L’impianto è dello stesso tipo di quello di
Chernobyl, centrale sovietica teatro del tragico incidente del 1986 in Ucraina. La
Lituania diventa ora completamente dipendente dalle importazioni. La centrale di Ignalina
assicurava il 70% del fabbisogno energetico del Paese. (Panoramica internazionale
a cura di Amedeo Lomonaco)
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