Nuovo bilancio delle violenze nella provincia congolese di Dongo
Gli scontri intercomunitari verificatisi a più riprese dalla fine di ottobre nella
Repubblica Democratica del Congo, nell’area di Dongo, provincia occidentale dell’Equatore,
hanno provocato 270 morti di cui 180 civili. A diffondere un nuovo bilancio delle
violenze, tra le comunità Enyele e Monzaya è il Ministro delle Comunicazioni Lambert
Mende, secondo cui ora nella zona “la situazione è tornata alla calma e le popolazioni
fuggite possono tranquillamente fare ritorno ai loro villaggi”. Simon Lubuku, portavoce
dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) nella vicina Repubblica del Congo,
intervistato dall’agenzia Misna ha detto che “attualmente sono ancora 93.923 gli sfollati
congolesi che per sfuggire alle violenze nella regione dell’Equatore hanno attraversato
la frontiera e sono tuttora presenti nei campi profughi lungo il confine”. Per il
momento gli operatori umanitari non riscontrano alcun ritorno in massa degli sfollati
che ancora temono una ripresa delle violenze. “Non possiamo recarci nelle zone degli
scontri per motivi di sicurezza – precisa Lubuku – e le notizie ci arrivano dai profughi
che vanno e tornano dai loro villaggi attraversando la frontiera per raccogliere i
frutti dei raccolti e le poche cose che hanno lasciato nelle loro case”. Per la maggior
parte, secondo l’Acnur si tratta di persone già sfollate tra il 2005 e il 2008. Circa
500 caschi blu sono stati dispiegati in una base temporanea a Gemena e Bozene, nella
provincia dell’Equatore a sostegno delle truppe di Kinshasa stanziate a Dongo, per
garantire la sicurezza degli abitanti. (V.V.)