La pace comincia nel nostro cuore: così il Papa per la Messa nella Giornata Mondiale
della Pace. Intervista con il cardinale Martino
Benedetto XVI presiederà, domani alle ore 10 in San Pietro, la celebrazione della
Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, nella 43.ma Giornata Mondiale della Pace
sul tema “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”. Con il Santo Padre concelebrano,
tra gli altri, i cardinali Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, e Renato
Raffaele Martino, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:
“La pace
comincia nel nostro cuore e la si può portare al prossimo solo quando siamo riconciliati
con Dio e con i fratelli”: Benedetto XVI introdurrà con queste parole la celebrazione
di domani, che lega la divina maternità di Maria “ai doni insostituibili della pace
e della riconciliazione per un mondo ferito dai conflitti e dagli egoismi”. Un anelito
di pace testimoniato anche dalla partecipazione alla Messa di bambini e adulti provenienti
dal Libano, che presenteranno dei doni e leggeranno le intenzioni di preghiera dei
fedeli. Si pregherà in diverse lingue, dallo spagnolo al cinese, dal polacco al tedesco.
Tra le intenzioni di preghiera anche un pensiero speciale ai responsabili dei popoli
e delle nazioni, “perché illuminati dalla luce di Betlemme, cerchino il dono della
pace in un mondo ferito, proteggano la vita e la famiglia e promuovano la responsabilità
verso i doni della creazione”.
Il tema scelto dal Papa
per la Giornata Mondiale della Pace di domani è dunque incentrato sulla protezione
del creato. Una dimensione “ecologica” della pace sulla quale si sofferma il cardinale
Renato Raffaele Martino, intervistato da Luca Collodi:
R. – La pace,
sappiamo tutti noi cristiani, è un dono che il Signore ci fa, ma è un dono che richiede
una nostra responsabilità, perché dobbiamo coltivare la pace. Quest’anno il Papa ci
dà un suggerimento molto bello, perché ci situa nell’ambiente in cui viviamo, che
noi cristiani chiamiamo “Creazione”. Quindi, la Creazione è un dono di Dio a tutti
quanti, è un dono che noi dobbiamo sì usare, ma di cui non dobbiamo abusare. Noi siamo
gli amministratori di quello che il Signore ci dà e dobbiamo ricordarci che dobbiamo
trasmetterlo alle generazioni future e questo è importante. Purtroppo, se vediamo
gli abusi, gli scempi che molte volte la mano dell’uomo compie sul Creato, nell’ambiente,
dobbiamo dire che questa responsabilità non è amministrata coscienziosamente.
D.
- Il mancato rispetto del Creato può essere oggi occasione di guerra, di scontro tra
Paesi, tra uomini?
R. – Certo, lo vediamo quando
si fa un uso improprio delle risorse naturali e questo può essere ed è causa di conflitto.
Quanti enti statali e non statali, fanno di tutto per appropriarsi delle risorse dei
Paesi poveri. Questo è un uso improprio e non rispettoso del diritto di tutti.
D.
– Il Creato però sembra quasi ribellarsi all’uomo. E’ il caso ad esempio della Toscana,
che in queste ore sta lottando con una grave alluvione tra Pisa e Viareggio. Ci sono
state molte altre situazioni quest’anno...
R. – Il
Papa nel messaggio per la Giornata mondiale della pace ci esorta a cambiare gli stili
di vita. Questo vuol dire che gli stili che abbiamo adottato e che abbiamo esercitato
fino adesso sono irresponsabili, non consentono un rispetto del Creato, dell’ambiente,
e naturalmente se dobbiamo cambiare questi stili di vita, noi dobbiamo insegnarli
anche alle nuove e future generazioni. Quindi, mettere l’accento sul ruolo della famiglia
di educare i bambini al rispetto dell’ambiente.
D.
– La tutela del’ambiente passa attraverso l’ecologia...
R.
– Un rispetto non solo formale ma pratico, quindi questo si traduce nelle leggi che
si adottano in ogni Paese per regolare l’uso delle risorse naturali. E’ importante
che tutti i cittadini seguano queste cose. Non lasciamo decidere solamente ai politici.
La Dottrina sociale della Chiesa ci insegna che il cristiano non è chiamato solamente
a votare il giorno delle elezioni, ma deve vivere gli insegnamenti sociali della Chiesa
nella vita di tutti i giorni.